Ciao a tutti,
premetto subito che questo post è solo un’informativa.
Parleremo delle cure e terapie alternative antitumorali.
Descriveteci quelle che avete sentito parlare e che sembra abbiano dato buoni risultati.
Ma vi ricordo che bisogna sempre rivolgersi ai medici e vanno sempre fatte le cure mediche ufficiali.
Magari qualche rimedio naturale presente tra i commenti potrà essere integrato alla terapia ufficiale, sotto la propria responsabilità.
Antonio, seguito dalla dottoressa Michela De Petris, specialista in Scienza dell’Alimentazione all’ospedale San Raffaele di Milano, dopo 3 mesi che ha tolto dalla dieta le proteine animali (che alimentano il tumore) e ha cominciato a seguire una dieta vegana, di cibi crudi e acqua alcalina, ha sconfitto un tumore al cervello in metastasi.
RispondiElimina“Il cibo è la tua prima medicina: insegna Ippocrate”
Vedi il servizio: http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/03/05/trincia-alimentazione-e-malattie_8380.shtml
Purtroppo la dottoressa dopo qualche giorno da questo servizio è stata licenziata. Le hanno detto: “l’ospedale prende molti soldi dalle cure farmacologiche che danno ai pazienti malati di tumore e quindi, per interessi prettamente economici, il suo intervento ha danneggiato la struttura”.
Anche importanti oncologi confermano i benefici di una dieta vegana (cibi alcalini non raffinati) in caso di tumore:
“Occorrono dati, occorrono studi, occorrono inchieste… ma noi abbiamo i dati però come tutti sanno non vengono molto pubblicizzati” – Veronesi (il più grande oncologo del mondo)
"quello che diamo da mangiare ai nostri malati negli ospedali è il peggio del peggio. Noi vogliamo bene ai nostri malati, vogliamo che tornino da noi. Mettiamola così: se noi ci ammaliamo, aumenta il PIL, c'è crescita, diminuisce lo spread. La sanità è la più grande industria nazionale. Non c'è un interesse economico nei confronti della prevenzione." – Prof. Franco Berrino
Vedi il servizio: http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/03/26/viviani-alimentazione-e-tumori_8468.shtml
Il Dott. Colin Campbell, direttore del progetto "China Study" uno studio durato 27 anni, ha dimostrato come riusciva ad attivare e disattivare lo sviluppo del cancro con l'alimentazione (incrementando e riducendo le proteine animali). In pratica la dieta vegana non solo previene il cancro ma è anche in grado di curarlo.
Ma non solo il cancro, tantissime altre patologie e disturbi: malattie cardiache, sclerosi multipla, calcoli renali, cataratta, osteoporosi, diabete (1 e 2), artrite reumatoide, obesità, degenerazione maculare, ipertensione, acne, emicrania, lupus, depressione, morbo di Alzheimer, raffreddore e influenza, disfunzioni cognitive.
"le informazioni che raccoglievamo erano state riproposte per 40 anni ma nessuno vi poneva attenzione"
"ho esperienza diretta di come la scienza viene trasportata nelle politiche pubbliche... e quel passaggio è enormemente traviato e corrotto dagli interessi commerciali"
Vedi il servizio: http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/05/07/viviani-alimentazione-tumori-e-altre-malattie_8594.shtml
Concludo informandovi che tutte queste cose sono state scoperte quasi un secolo fa! Esattamente nel 1923 da un medico scienziato che ha ricevuto il premio nobel per la medicina nel 1931: Otto Heinrich Warburg. “La cellula del cancro in ambiente alcalino non si sviluppa”. Da allora nulla è stato fatto a livello ufficiale per andare a fondo alla questione, se non raccogliendo ingenti fondi per la ricerca attraverso associazioni apposite (vedi l’italiana A.I.R.C.), quando in realtà la vera causa primaria del cancro è già bene conosciuta. Poche persone conoscono questi fatti perché bene nascosti e taciuti dall’industria farmaceutica.
Eliminare anche zuccheri e cereali raffinati
EliminaAll’inizio:
Eliminasucchi di verdure amare, verdi, a foglia larga, crude che venivano estratte e dilazionati nell’arco della giornata + acqua alcalina
Successivamente:
ancora cibi 100% vegetali ma aggiungendo una parte di cotto (20% cotto)
Un menù dopo essere guarito:
- centrifugato di carota, sedano e zenzero
- spaghetti di zucchine con pesto di avocado, basilico, pinoli
- insalata, radicchio, semi di lino, olio, limone e noci
- involtino di verza ripieni con la verza stessa (cotto)
- zucche arrosto, rosmarino, salvia, shoyu (salsa di soia) (cotto)
- anche un dolce vegano
La ricetta di Padre Romano Zago – Preparato di Aloe arborescens
RispondiEliminahttp://www.aloedipadreromanozago.it/index.php/padre-romano-zago.html
Anche questa ricetta deve essere associata ad una dieta vegana.
Vedi il servizio: http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/04/16/viviani-alimentazione-e-tumori_8555.shtml
Scorpione azzurro - Escozul
RispondiEliminahttp://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/181352/golia-farmaco-antitumorale.html
Il dottor Giuseppe De Pace ha pubblicato una lettera aperta dove ha espresso una sua denuncia, basandosi su situazioni vissute in prima persona:
RispondiElimina"La medicina è falsa ed è solo uno strumento di potere delle Multinazionali della Salute. Non cura le malattie, ma sposta i sintomi generando nuove malattie!"
"La chemioterapia, ad esempio, colpisce il DNA delle cellule che si dividono rapidamente, ovvero quelle cancerogene ma non solo! Anche quelle del nostro Sistema Immunitario si dividono velocemente, distruggendo così anche l’unica cosa che può salvarci la vita!"
"Inoltre la chemioterapia non può distruggere il 100% delle cellule cancerogene, ma dal 60% all’80%, il “resto” del lavoro è svolto dal nostro sistema immunitario."
"Sapevate che secondo il Journal of the American Medical Association, le malattie iatrogene (le malattie dovute a terapie mediche) sono al terzo posto tra le cause di morte negli Stati Uniti?! Più di 120.000 persone muoiono ogni anno a causa dei famosi Effetti Collaterali dei medicinali."
"Sono stato operato un anno fa di lobectomia tiroidea per ipertiroidismo e condannato, come d’altronde è la regola, a prendere l’Eutirox a vita. Nonostante seguissi scrupolosamente le indicazioni datemi, continuavo a soffrire di dolori muscolari agli arti e di astenia. Ho deciso di cambiare completamente la mia alimentazione (eliminando la carne e gran parte delle proteine animali, immettendo sostanze essenziali e non raffinate, combinando bene gli alimenti), ho eliminato completamente l’Eutirox e gli altri medicinali, rivolgendomi alle sostanze naturali. Il risultato è stato la scomparsa dei dolori muscolari e la normalizzazione dei valori ematici non solo tiroidei."
La sanità non diffonde la notizia perché la soluzione è troppo economica.
RispondiEliminaLe cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno.
Le cellule tumorali vivono in un ambiente estremamente acido e privo di ossigeno. Le cellule sane vivono in un ambiente alcalino, ossigenato.
Il bicarbonato di sodio è uno dei più potenti alcalinizzanti.
Dose Consigliata: 1/2 litro di acqua + succo di 3 limoni + 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio. Prendere a stomaco vuoto al mattino, può essere suddivisa in due dosi durante il giorno, ma non tra i pasti. E' meglio prenderla ogni giorno, anche quando la malattia è sparita, perché tutti i tumori possono tornare, ed è importante prevenire.
Esiste un’erba il cui principio attivo combinato con il ferro è in grado di uccidere il tumore in sole 16 ore! L’Artemisia annua. Ma è boicottata dalle lobby perchè non costa nulla e la soluzione al problema cancro è molto rapida…
RispondiEliminaAttenzione i media cercano di smentire i sopraelencati benefici anche attraverso il Web.
RispondiEliminaForse perché le case farmaceutiche traggono dei profitti enormi nel commercializzare la chemioterapia?!
Guardate quanti articoli appaiono in rete:
“Bufala: la dieta vegana contro il tumore”
“No, la dieta vegana non cura i tumori”
“Dieta vegana e tumore: quando Le Iene si fanno sciacalli ...”
“La dieta vegana fa male alla salute”
Provate a leggerli e scoprirete che tutti contrastano il metodo ripetendo sempre lo stesso ritornello!
1. Steve Jobs era vegano ed è morto di cancro al pancreas
Steve Jobs non era affatto vegano. Dalla sua biografia si emerge che i suoi piatti preferiti erano il sushi (in versione originale basato su pesce crudo).
Tra le sue guarnizioni più amate c’era il tonno… che è tra quelli a rischio per accumulo di metalli pesanti.
2. dieta vegana fa male ed è pericolosa…
HAHAHA!!! Questa è grossa! E chi l’avrebbe detto?!! Il dott. Bovino?!
L'American Dietetic Association si è espressa favorevolmente a un approccio vegano in qualunque età e condizione fisiologica a patto che sia ben bilanciato.
Quindi se si è vegani, si consiglia almeno una volta di esporre la propria alimentazione ad un dietista.
3. La dieta alcalina non è in grado di modificare il PH del Sangue ed è quindi non è efficace come cura anticancro
Ecco invece una spiegazione scientifica:
“Il sangue, leggermente alcalino, è in grado di neutralizzare quantità definite di scorie metaboliche acide. Quando queste aumentano, esse devono essere neutralizzate in altro modo. I minerali alcalinizzanti come potassio, calcio e magnesio, e i sistemi tampone provvedono a questa funzione, mantenendo l’equilibrio acido-base nell’organismo. Quando, pur con tutti gli accorgimenti fisiologici, le quantità di scorie metaboliche acide superano quelle che il nostro organismo è in grado di eliminare, insorge l’acidosi, ovvero un sovraccarico di sostanze acide “parcheggiate” in alcuni tessuti, aree di riserva, in attesa di neutralizzazione e smaltimento. In questo modo gli organi interessati allo smaltimento delle scorie metaboliche acide in eccesso si sottopongono a continui stress organici che, a lungo andare, li deteriorano.”
“Se persiste questa tendenza, in quelle aree aumenta l’acidità e alcune cellule muoiono; in seguito, queste cellule morte si convertono, a loro volta, in rifiuti acidi. Altre cellule, tuttavia, non muoiono e sono in grado di adattarsi a questo tipo di ambiente. In altre parole, invece di morire, come succede normalmente in un ambiente acido, queste cellule sopravvivono, convertendosi in cellule anormali, conosciute come cellule maligne.”
“La causa di qualsiasi cancro è una mancanza di ossigeno provocata dall’acidificazione.”
“Sono alcalinizzanti i minerali quali il Calcio, il Ferro, il Magnesio, il Potassio, il Sodio mentre sono acidificanti il Cloro, il Fosforo, lo Zolfo.”
“poiché le cellule sane sono alcaline e quelle maligne acide, il consumo di alcalinizzanti non apporta alcun danno alle prime, mentre può distruggere le seconde.”
Traetene voi le conclusioni!
4. non ci sono prove scientifiche che la dieta alcalina funzioni
Veronesi, il più importante oncologo del mondo, ha detto “noi abbiamo i dati però come tutti sanno non vengono molto pubblicizzati”.
Quindi le prove scientifiche esistono ma vengono occultate.
Bisognerebbe chiedersi quali sono le prove scientifiche che la dieta alcalina NON funzioni!!!
I benefici di dieta vegana in caso di cancro, sono appoggiati da importantissimi oncologi e scienziati: Veronesi, Berrino, Campbell, Otto Heinrich Warburg (premio nobel).
E qualcuno di questi spiegano anche il retroscena della mancata propaganda di queste “scomode” cure tipo: “se noi ci ammaliamo, aumenta il PIL, c'è crescita, diminuisce lo spread”.
Concludo con un articolo tratto da nocensura.com:
RispondiEliminaSpegnete la TV e accendete il cervello
La TV è senza dubbio il più potente strumento di controllo delle masse. E la manipolazioni delle menti è attivissima anche sul web.
Due anni fa l'UE ha stanziato 1.700.000 sterline inglesi - più di 2.000.000 di euro - per la formazione di un'esercito di influencer che hanno il compito di contrastare le opinioni euroscettiche. E’ deplorevole e scandaloso che una istituzione come l'UE faccia ricorso a mezzi come questi per condizionare le opinioni dei cittadini...
Gli influencer operano nel modo seguente:
1 - Commentano su blog e social per screditare articoli su questioni scomode;
2 - Creano siti web preposti a divulgare "bufale verosimili". Su verità censurate.
3 – Creano centinia di blog che NEGANO la veridicità di temi scomodi che poi si linkano a vicenda. Talvolta scrivono anche verità su certi temi, per mentire su altri.
“Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono.” Malcolm X
La dieta vegana crudista fu dimostrata efficace anche dal professor Arnold Ehret, che agli inizi del’900 ideò la dieta senza muco (sistema di guarigione conosciuto anche come Ehretismo), un regime alimentare per preservare l’uomo dalle malattie.
RispondiEliminaLa base fondamentale da cui parte questa teoria è senza dubbio il fatto che il corpo è una macchina perfetta dotata della capacità di autoguarirsi, naturalmente se messa nelle giuste condizioni e fornita del corretto carburante. La guarigione è per Ehret non semplicemente la scomparsa dei sintomi ma “il processo naturale con il quale il corpo ripara se stesso” dunque lo scopo fondamentale per risolvere i propri disturbi è quello di arrivare alla causa che li crea ed eliminarla alla radice. L’organismo, infatti, seguendo una alimentazione sana, è in grado di eliminare tutte le tossine e le sostanze chimiche o nocive con cui entra in contatto, perfino batteri e virus non riescono ad attecchire se si trovano di fronte ad un organismo sano.
Ma qual è dunque la causa dei nostri disturbi? Secondo Ehret il muco, che comprende non solo il catarro e le secrezioni intestinali ma anche altre sostanze vischiose che si trovano all’interno del corpo tra cui colesterolo e flemma. Sarebbe proprio la grande presenza di muco all’interno del nostro organismo, accumulata in anni ed anni di alimentazione sregolata, la causa di quasi tutte le malattie. Queste sostanze vischiose, infatti, si accumulano all’interno del colon arrivando poi agli altri organi. Depositate tra l’altro sulle pareti intestinali rendono difficile anche l’assorbimento dei nutrienti.
Ecco allora che entra in ballo l’alimentazione, grazie alla quale è possibile limitare la presenza di muco all’interno del nostro organismo. Come fare? Bisogna prediligere alcuni cibi che contribuiscono ad eliminare il muco, limitando al massimo anzi escludendo del tutto quelli che portano invece alla sua formazione. Bisogna consumare quindi frutta e verdura cruda (particolarmente benefici sono fichi, uva, agrumi) eliminando farine, riso e proteine animali insieme a qualsiasi alimento industriale (cibi che secondo Ehret sono inadatti all’alimentazione umana). In sostanza si tratta di una dieta prevalentemente crudista- fruttariana.
In questo modo, a detta del professore, il corpo ha la possibilità di sgonfiarsi e disintossicarsi e tutto l'organismo ne beneficerà in energia e salute. Naturalmente il passaggio deve avvenire gradualmente, ecco allora che Ehret ha ideato la cosiddetta dieta di transizione che permette inizialmente qualche cibo cotto ed è utile ad abituare lentamente il corpo a nutrirsi esclusivamente di cibi naturali.
Se volete approfondire il Sistema di Guarigione della dieta senza muco e conoscere altri aspetti dello stile di vita proposti da Ehret non contenuti in questo articolo (tra cui lavaggi intestinali e digiuno terapeutico) potete far riferimento al sito www.arnoldehret.it.
Il professor Clarbruno Vedruccio ha inventato uno strumento rivoluzionario, poco ingombrante, portatile, che si può usare ovunque e che non necessita di mezzi di contrasto radioattivi, lastre fotografiche o altro materiale di consumo.
RispondiEliminaIl Bioscanner, nome commerciale Trimprob, è formato da un tubo lungo 30 centimetri che permette di scoprire i tumori non appena cominciano a formarsi. Una sonda elettromagnetica che vede qualsiasi infiammazione dei tessuti. Un esame che dura appena 2-3 minuti, non è invasivo, non provoca dolore o disagi al paziente, e fornisce immediatamente la risposta. Un test innocuo, ripetibile all’infinito e senza togliersi i vestiti, che ha una precisione diagnostica come minimo del 70% ma, se eseguito da mani esperte, può arrivare anche al 100% di attendibilità.
Il professor Umberto Veronesi lo ha sperimentato nel suo Istituto europeo di oncologia di Milano e ne ha decantato la validità.
La protonterapia, chiamata anche terapia protonica, è una tipologia di radioterapia che utilizza fasci di protoni per irradiare un tessuto biologico malato. Il suo utilizzo riguarda soprattutto il trattamento dei tumori.
RispondiEliminaIl vantaggio principale della terapia protonica è la capacità di localizzare più precisamente il dosaggio delle radiazioni ionizzanti rispetto ad altri tipi di radioterapia esterna. Per quanto riguarda l'Italia, può essere interessante sapere che a Trento esiste un Centro di Protonterapia.
L'Immunoterapia, anche detta “Terapia Biologica”, é un metodo di cura che non agisce direttamente sulla malattia o sulle sue cause, ad esempio virus e batteri, ma attraverso l'attivazione e il potenziamento del Sistema Immunitario che viene indotto a reagire ed eliminare gli elementi estranei.
RispondiEliminaL’Immunoterapia è anche un metodo di prevenzione contro l’insorgenza delle infezioni batteriche e virali, grazie al mantenimento di un sistema di difesa attivo. Essa é quindi di fondamentale importanza per prevenire e per combattere le malattie, utilizzando farmaci privi di tossicità e che supportano le nostre difese senza provocare ulteriori danni all’organismo.
Oltre che contro gli agenti infettanti, l'Immunoterapia ha un ruolo essenziale nel combattere il Cancro, che più facilmente si sviluppa, cresce e metastatizza se il Sistema Immunitario é debole e incapace di contrapporsi allo sviluppo della malattia: se il Sistema Immunitario é in grado di svolgere pienamente la sua funzione di sorveglianza, il Cancro ha senza alcun dubbio minori possibilità di avere il sopravvento.
L'uso dell' Immunoterapia contro il Cancro é nato a seguito dell'osservazione che pazienti affetti da questa patologia, guarivano spontaneamente senza intervenire con nessuna cura.
I principali metodi di Immunoterapia del Cancro sono la vaccinazione, l'immunoterapia aspecifica, l'Immunoterapia attiva, l'Immunoterapia passiva.
La vaccinazione si basa sull'uso di cellule tumorali prelevate dal paziente e opportunamente trattate prima del re-inoculo, in modo da renderle più immunogeniche. L 'Immunoterapia aspecifica consiste nell'iniettare sostanze che sono in grado di stimolare e attivare in modo non specifico il Sistema Immunitario, come ad esempio i Lipopolisaccaridi, inducendolo a reagire contro le cellule neoplastiche considerate elementi estranei all'organismo. L'Immunoterapia attiva utilizza fattori (citochine) o cellule del Sistema Immunitario. L'Immunoterapia passiva si basa sull'uso di anticorpi preparati in laboratorio (anticorpi monoclonali), che si legano a specifici recettori di alcuni tipi di cellule neoplastiche.
Secondo la teoria immunoediting formulata da Dunn nel 2002, il Sistema Immunitario ha tre possibilità di intervenire contro il Cancro: reagisce e lo distrugge; crea uno stato di equilibrio con la malattia per cui non distrugge il Cancro ma ne controlla lo sviluppo; non riconosce le cellule tumorali che quindi crescono con sempre maggiore aggressività.
L'Immunoterapia è di fondamentale importanza per prevenire e per combattere le malattie mediante l'uso di farmaci privi di tossicità, che supportano le nostre difese senza provocare danno ai metabolismi. Negli ultimi anni essa é inoltre ritenuta fondamentale nella lotta contro il Cancro in particolar modo se associata alla chemioterapia, di cui limita i ben noti effetti tossici.
La molecola che fa suicidare i tumori:
RispondiEliminahttp://it.m.wikipedia.org/wiki/Maltolo
Un tumore endocrino al pancreas è stato distrutto in una donna anziana con sole tre sedute da 10 minuti ciascuna all’IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia.
RispondiEliminaLa nuova tecnica è molto meno invasiva, dolorosa e senza effetti collaterali rispetto alle cure tradizionali, che prevedono interventi chirurgici, radioterapia, chemioterapia, e non sempre ottengono risultato portando pesanti ripercussioni al corpo.
Si chiama termoablazione per via percutanea ha permesso di rimuovere completamente la massa del tumore: si inserisce un ago sottile su cui viene trasmessa una energia elettromagnetica che produce calore riuscendo a bruciare il tumore.
Questo è avvenuto nel 2009 e non se n’è più sentito parlare.
"L'olio di cannabis mi ha guarito dal cancro"
RispondiEliminaMark Chavarria, noto stuntman di Hollywood, sostiene di essere guarito da un tumore (anche) grazie all'olio di canapa: "Agisce sul cancro come una gommalacca, non lo fa respirare"
https://it.wikipedia.org/wiki/High_intensity_focused_ultrasound
RispondiEliminaDal potente veleno di una vespa del Brasile può arrivare una nuova arma anti-cancro. La tossina presente sul suo pungiglione è infatti in grado di uccidere le cellule del tumore, senza danneggiare quelle sane. La scoperta, pubblicata sul Biophysical Journal, si deve ai ricercatori delle università del Brasile e di Leeds.
RispondiEliminaLa vespa in questione è la Polybia paulista, un insetto aggressivo ed endemico nel Sud-est del Brasile. Il suo veleno contiene una tossina, la Mp1, che viene impiegata dalla vespa per attaccare la preda e difendersi. Nella sperimentazione condotta sui topi, si è visto che riesce a prendere come bersaglio e distruggere le cellule del tumore, aggrappandovisi e facendogli perdere molecole vitali. La tossina interagisce con le molecole grasse distribuite in modo anormale sulla superficie delle cellule cancerose, creando così dei buchi enormi che fanno fuoriuscire delle molecole fondamentali per le funzioni della cellula. Nelle cellule sane invece queste stesse molecole sono nascoste all'interno: il che fa sì che i tessuti sani riescano ad evitare l'attacco della tossina.
Visto che da diversi luminari è stato dimostrato che la dieta vegana non solo previene il cancro ma è anche in grado di curarlo, ti invito a leggere questo post: Alimentazione Vegana.
RispondiEliminaLondra, bimba con leucemia curata con terapia genica.
RispondiElimina'Forbici molecolari', tecnicamente conosciute come Talens, sono state usate per modificare con precisione il DNA all'interno delle cellule immunitarie di un donatore sano per renderle in grado di attaccare quelle leucemiche. Le cellule così modificate sono state poi iniettate a Layla, che ora, a distanza di due mesi e al di là di ogni previsione, non solo è viva, ma non ha alcuna traccia di leucemia nel suo corpo.
"Batteri cadavere'' raccolti dalla terra eliminano il cancro del colon senza risultare tossici per i tessuti sani. E' quanto dimostrato da un team di scienziati dell'università tecnologica Nanyang a Singapore in un lavoro pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
RispondiEliminaGli esperti hanno utilizzato batteri morti della specie ''Clostridium sporogenes'' per annientare cellule tumorali in modelli tridimensionali del cancro del colon (coltivati in laboratorio) che imitano alla forma naturale del tumore nel corpo del paziente.
Il Clostridium sporogenes è un batterio molto tossico che può esercitare la sua tossicità anche da morto, pur senza proliferare. La sua peculiarità è che 'funziona' bene in ambienti scarsamente ossigenati, come è appunto una massa tumorale. I farmaci oggi in uso contro il cancro del colon, al contrario, non funzionano altrettanto bene in carenza di ossigeno ed anche per questo tale neoplasia è difficile da curare.
Gli esperti hanno visto che in sole 72 ore di azione i ''batteri cadaveri'' riescono ad annientare il 74% delle cellule tumorali nelle colture tridimensionali e che anche solo usando le loro secrezioni si possono annientare fino al 83% delle cellule malate. Al momento i ricercatori stanno cercando di selezionare in queste secrezioni i principi attivi anti-tumorali da usare in successive sperimentazioni.(ANSA).
E' stata trovata una nuova sostanza in grado di bloccare i tumori. Un gruppo di ricercatrici dell'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) ha identificato un nuovo possibile approccio terapeutico per la cura del cancro, attraverso la riattivazione della proteina p53, soppressore tumorale considerato uno dei più importanti fattori per il controllo dello sviluppo e della progressione della malattia che infatti risulta inattivo in quasi tutti i tumori umani. Il lavoro è stato pubblicato su Cancer Research.
RispondiElimina"Grazie a tecniche di biologia molecolare e cellulare è stata individuata una sostanza (un peptide) in grado di riattivare il soppressore tumorale p53, portando alla morte le cellule cancerose. In sintesi, questo peptide riesce ad annullare la collaborazione tra gli inibitori MDM4 e MDM2 che disattivano p53 rendendolo inefficace", spiega Fabiola Moretti dell'Ibcn-Cnr che guida il gruppo di ricerca. La sperimentazione indica inoltre che tale peptide è inattivo sulle cellule normali analizzate, facendo ipotizzare che questa nuova strategia possa essere ben tollerata dai tessuti sani.
"Studi ulteriori saranno necessari per rendere tale peptide un vero farmaco", precisa Moretti. "Rispetto alla sostanza individuata in questo studio, le terapie sviluppate finora per riattivare p53 nei tumori non sono in grado di bloccare simultaneamente i due inibitori; inoltre una prima sperimentazione clinica, ha anche evidenziato una forte tossicità di una di queste terapie, dovuta al danneggiamento di alcuni tessuti sani".
Il cloruro di magnesio cura praticamente tutto… già si sapeva dal 1915, grazie alla scoperta del professor Pierre Delbet… ma nessuno ci ha mai informato, dato il costo irrisorio perché è uno scarto del sale.
RispondiEliminaIl Cloruro di Magnesio aiuta a curare “epilessie, distrofie, sclerosi, poliomielite, tumori, asma, bronchite cronica, broncopolmonite, enfisema polmonare, influenza, pertosse, raucedine, affezioni dell’apparato gastrointestinale, malattie cervicali, tensioni neuro muscolari, artriti, sciatiche, dolori ai muscoli, calcificazioni, osteoporosi, depressioni, ansie, paure, mali di testa, febbri, fuoco di sant’Antonio, orticarie, tetano (anche quando il paziente è già rigido), morsi di vipera (lavare anche la ferita), rabbia, parotite, scarlattina, rosolia, morbillo e le altre malattie dell’infanzia”.
La ricerca di Schrunipf-Pierron del 1932: la dieta abituale delle popolazioni rurali dell’Egitto forniva quasi due grammi di Magnesio al giorno. Risultato? Tra i contadini egiziani l’incidenza del cancro era 10 volte inferiore a quella delle popolazioni di Europa e USA, mentre quella del cancro allo stomaco addirittura 50 volte minore. Non a caso, anche Delbet orientò la sua ricerca anche in quest’ambito. Nel quotidiano, Schrunipf-Pierron osservò come i contadini egiziani non soffrissero di raffreddori, influenze, polmoniti e pleuriti. Le loro donne partorivano con estrema facilità, mentre gli anziani conservavano un’ “andatura elegante e armoniosa anche in età molto avanzata”.
Preparazione:
- Sciogliere 33g di cloruro di magnesio in 1 litro d'acqua
- Usare una bottiglia di vetro scura. Non utilizzare bottiglie di plastica
- 1 dose corrisponde a una tazzina da caffè (circa 62,5 ml)
- Assumere fino a 3 dosi al giorno, prima dei pasti, per curare patologie
Prevenzione:
Dopo i 40 anni l’organismo assorbe sempre meno magnesio, producendo vecchiaia e dolori, perciò deve essere preso secondo l’età:
- dai 40 ai 55 anni: mezza dose al mattino, prima della colazione
- dai 55 anni ai 70: una dose al mattino, prima della colazione
- dai 70 ai 100 anni: una dose al mattino ed una alla sera, prima dei pasti
Tutti gli studi sul cancro fatti dal prof. Delbet, e credo anche oggi, vengono fatti su cancri trapiantati.
EliminaPer studiare il cancro, questo viene trapiantato nel corpo dell’animale da esperimento (in genere topolini, mentre sarebbe meglio usare i porcellini d’India, perché i topolini producono vitamina C, per cui il loro comportamento di fronte al cancro può essere molto diverso …, mentre i porcellini d’India, come gli esseri umani, non producono la loro vitamina C e debbono procurarsela con il cibo). Dicevo che gli studi sul cancro vengono effettuati, in genere, trapiantando cellule cancerose. Bene, il prof. Delbet riporta che:
È difficile trapiantare il cancro in un animale “magnesizzato” (ciò significa per gli umani dopo circa 20-30 giorni dalla assunzione giornaliera di Magnesio Cloruro;
È molto più difficile trapiantare un cancro in un animale “magnesizzato” figlio di un animale “magnesizzato”;
È impossibile trapiantare un cancro nel figlio “magnesizzato” di un padre “magnesizzato” di un “nonno magnesizzato”… il cancro non attecchisce!
Per inciso, il cancro non attecchisce sulle capre, fra i mammiferi, quelle che producono la maggiore quantità di vitamina C…
Tratto dal gruppo Facebook: Fans del Cloruro di Magnesio
Per ogni patologia, la medicina più efficace al mondo, per la prevenzione e la cura, è lo Stile di Vita Sano (segui tutti i consigli).
RispondiEliminaInoltre leggi, scarica, stampa e diffondi il Vademecum della Salute e della Vera Medicina, con gli stili di vita delle persone ultracentenarie.
Il metodo Kousmine
RispondiEliminaQuesto metodo, nonostante non vi sia alcuna evidenza scientifica della sua veridicità, viene diffuso come in grado non solo di guarire le patologie tumorali, ma tra le altre cose la bronchite cronica, le allergie, le malattie cardiovascolari, la poliartrite e la sclerosi multipla.
https://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_Kousmine
Il metodo comprende alcuni principi fondamentali, tra i quali la riduzione del consumo di carni e derivati animali, l'eliminazione dello zucchero bianco e di cereali raffinati, nonché l'assunzione di grandi quantità di frutta e verdura, e in generale di alimenti che aiutino l'organismo a mantenere un'acidità controllata.
Un'altra osservazione della Kousmine è una generale carenza nella dieta moderna di acidi grassi polinsaturi (quasi assenti per esempio nell'olio di oliva), presenti invece negli oli di semi spremuti a freddo (girasole, lino, ecc.) e necessari per il mantenimento integro della mucosa intestinale (importante filtro di virus, batteri, sostanze tossiche) e senza la cui azione protettiva il sistema immunitario si troverebbe in situazione permanente di iperattività che lo porterebbe alla lunga a situazioni di stress e di scarsa efficacia nell'ordinaria attività di difesa del corpo con anche più gravi fenomeni degenerativi.
Gira e rigira, come sempre la medicina migliore sta nell’alimentazione: favorendo frutta e verdura, riducendo cibi raffinati e tutti quelli di origine animale.
Metodo Pantellini - curare il cancro con l'ascorbato di potassio
RispondiEliminaConsiste nel bere limonate con bicarbonato di Potassio.
Per la prevenzione si possono somministrare due o tre dosi la settimana, la mattina a digiuno, per quattro o cinque mesi consecutivi, poi interrompere un mese e ricominciare.
Per la cura, invece, di dosi bisogna assumerne tre al giorno. Cioè occorre prendere la dose preventiva di gr. 0.15 di acido ascorbico e gr. 0.30 di bicarbonato di potassio, tre volte al giorno.
Molte farmacie lo preparano bene, io non posso dire i nomi, però, ci sono farmacie a Firenze, Treviso, Verona, Milano e Bologna che hanno l'ascorbato di potassio perfettamente dosato e chiuso in bustine ermetiche.
L'Ascorbato di potassio trovava applicazione anche in alcune malattie degenerative ed autoimmuni.
http://www.pantellini.org/
Metodo Pantellini
Eliminal’ascorbato di potassio con ribosio, è un sale derivato dalla vitamina C che risulta totalmente atossico e privo di effetti collaterali.
Il composto si ottiene estemporaneamente in soluzione acquosa acido ascorbico (150 mg), bicarbonato di potassio (300 mg di cui 117 mg di potassio) e ribosio (3 mg) ed ha un pH che, nel giro di poco più di un minuto, tende alla neutralità.
I componenti vanno sciolti in 20 cc di acqua (circa due dita) senza utilizzare il cucchiaino metallico (potenziale rischio di ossidazione dell’acido ascorbico).
Aloe Arborescens
RispondiEliminaQuesta pianta originaria del centro America è sempre stata utilizzata dalle popolazioni indigene per le sue proprietà benefiche: questi la usavano soprattutto per proteggersi dai raggi solari per i suoi poteri lenitivi, idratanti e protettivi.
Ma le proprietà dell'Aloe Arborescens non si limitano a queste; oggi sappiamo che l'estratto di foglie contiene:
• 20 minerali, inclusi calcio, cromo, ferro, fosforo, magnesio, manganese, potassio, sodio, zinco;
• 18 amminoacidi sui 20 necessari all'uomo;
• 12 vitamine, incluse A, C, D, E e quelle del gruppo B;
• Aiuta nello sviluppo delle naturali difese immunitarie dell'organismo;
Alcuni studi tuttora in corso ne stanno attestando anche proprietà antitumorali.
Preparato di Aloe Arborescens - La ricetta di Padre Romano Zago:
INGREDIENTI:
Mezzo chilo di miele d'api (miele biologico di acacia)
40-50 ml (circa 6 cucchiai) di distillato (Grappa, Cognac, whisky, etc.)
350/400 grammi di foglie di Aloe Arborescens.
COME SI PREPARA?
La risposta la fornisce lo stesso Padre: “Togliere le spine dai bordi del le foglie e la polvere depositatasi, utilizzando uno straccio asciutto o una spugna. Tagliare a pezzi le foglie (senza togliere la buccia) e metterle nel frullatore assieme al miele e al distillato prescelto. Frullare bene e il preparato è pronto per il consumo. Non va filtrato, né cotto, ma solo conservato con cura in frigorifero all'interno di un barattolo scuro, ben chiuso”.
Le dosi che il padre consiglia prevedono l'assunzione di un cucchiaio da tavola una mezz'ora prima di ciascuno dei tre pasti principali. Il prodotto va agitato bene prima dell'uso. Concluso il primo barattolo, è il caso di sottoporsi ad una visita medica per capire lo stato della malattia. In base al responso, dopo una pausa di alcuni giorni, si potrà ripetere il ciclo di cura, fino all' eliminazione del male.
L'aloe utilizzata deve essere una pianta matura, quindi di almeno quattro anni, ed è importante che anche il miele sia di ottima qualità e soprattutto naturale, proprio a causa della sua caratteristica di “trasportatore” delle sostanze benefiche contenute nell'aloe.
Quanto alle reazioni che la somministrazione dell'aloe può dare, Padre Romano Zago precisa che esse non devono spaventare. Rappresentano infatti l’espulsione, la liberazione completa da parte dell'organismo delle sostanze impure, e soprattutto, quando si verificano, hanno una durata limitata, da uno a tre giorni al massimo.
In chi assume la bevanda a base di aloe si possono dunque verificare eruzioni cutanee, oppure diarrea o nei casi più accentuati, conati di vomito: ma il tutto, secondo Padre Romano, indica che si è sulla buona strada, e che gli sforzi fatti iniziano a dare i propri frutti. Tutti possono assumere il preparato, anche se esso è sconsigliato soltanto alle donne in stato di gravidanza, per la loro particolare condizione.
[CONTINUA]
Come coltivare l’Aloe Arborescens:
RispondiEliminaLe temperature ideali, per una buona crescita della pianta, sono intorno ai 20-24°C.
l’Aloe Arborescens è quella che si adatta meglio alle nostre temperature. Riesce a resistere bene alle gelate notturne, superando senza problemi temperature anche di qualche grado sotto lo zero.
L’Aloe Arborescens può essere coltivata tranquillamente a terra, sul vostro giardino, se abitate al Sud Italia, o nelle zone costiere del Centro-Nord, dove le temperature invernali non sono molto rigide. Nelle regioni del Nord e in generale nelle zone montane, è invece consigliata una coltivazione su vaso, in modo da poter portare la pianta al riparo durante i mesi più freddi.
Sia a terra, che in vaso, l’Aloe Arborescens ama l’esposizione in pieno sole. Studi scientifici dimostrano che la quantità di gel, la grandezza della pianta e la lunghezza delle foglie sono direttamente proporzionali alla quantità di luce solare ricevute dalla pianta nell’arco della sua vita.
L’Aloe Arborescens, similmente a molte altre succulente, tollera molto bene la siccità, mentre non tollera in alcun modo i ristagni idrici.
Per cui sconsiglio sempre l’uso del sottovaso.
Infatti nei loro habitat naturali le Aloe crescono sempre nei pendii ben drenati e difficilmente a fondo valle, o nei luoghi dove potrebbero esserci dei ristagni d’acqua.
Nei periodi più caldi dell’estate l’Aloe Arborescens va annaffiata con una certa costanza, anche 1-2 volte a settimana, avendo cura di non bagnare le foglie. In questo modo si evita che l’acqua possa depositarsi tra una foglia e l’altra, con il pericolo della formazione di pericolosi marciumi.
Al sopraggiungere dell’autunno e ancora di più dell’inverno le annaffiature dell’Aloe vanno via via diminuite, fino alla totale sospensione per tutto l’inverno. Con la primavera si riprendono gradatamente le annaffiature.
Qualora l’Aloe Arborescens venga coltivata per scopi terapeutici è bene non irrigare 7-8 giorni prima della raccolta affinchè i principi attivi siano più concentrati.
L’Aloe Arborescens predilige un terreno ben drenato, dove l’acqua possa scorrere senza creare ristagni. Sono piante che non hanno particolari esigenze in fatto di terreni.
L’ideale è un terreno misto con tre parti di sabbia di fiume e uno di terriccio universale, più l’aggiunta di materiale drenante, come pietra pomice, o lapillo vulcanico.
In fondo al vaso, o alla buca del terreno qual’ora vogliate piantare l’Aloe in terra, abbiate sempre cura di depositare due dita di argilla espansa, o di pezzi di coccio, o della normalissima ghiaia. E’ un modo semplice per migliorare il drenaggio dell’acqua ed evitare i marciumi radicali di cui vi parlavo.
Il rinvaso dell’Aloe Arborescens va effettuato ogni anno, in primavera, aumentando via via le dimensioni del vaso.
Non avendo un apparato radicale molto profondo, è meglio optare per un vaso più largo che profondo e con adeguati fori di drenaggio visto che, come ho già più volte ripetuto, l’Aloe non ama assolutamente i ristagni idrici
L’Aloe Arborescens non necessita di concimazioni. In ogni caso, se proprio la si vuole concimare, questa operazione va fatta una volta al mese, a partire dall’inizio della primavera, fino alla fine del periodo estivo.
Dato che utilizzeremo le foglie per la preparazione del frullato anti-cancro di Padre Romano Zago, sconsiglio totalmente l’utilizzo di fertilizzanti chimici. Molto meglio optare per preparati naturali fatti in casa, come il comune macerato di ortica, o di equiseto, che apportano sostanze nutrienti come azoto, potassio e fosforo, senza intaccare il terreno con sostanze tossiche, sia per la pianta che per l’uomo.
[CONTINUA]
L’Aloe non si pota. Basta semplicemente eliminate le foglie basali che nel tempo si disseccano, per evitare che diventino veicolo di malattie parassitarie.
RispondiEliminaE’ molto importante che l’attrezzo utilizzato per il taglio, sia pulito e disinfettato su fiamma, per evitare di infettare i tessuti interni.
L’Aloe Arborescens, ma anche le altre specie di Aloe, di possono riprodurre per seme, o per talea (polloni, o più semplicemente “figlioletti”). Essendo piante autosterili, vale a dire che i fiori maschili e femminili della stessa pianta non possono incrociarsi tra loro o con piante della stessa varietà, occorrono piante di diverse varietà di Aloe per poter ottenere dei semi fertili.
La moltiplicazione dell’Aloe tramite talea è certamente il modo più semplice e più veloce. La talea non è altro che un “ramo”, che va staccato dalla pianta madre con un talgio netto, o semplicemente sradicandolo con le mani, se la talea non è molto grande.
E’ un operazione da fare in primavera. Si prelevano dalla base della pianta di Aloe Arborescens i polloni che normalmente si formano. Vanno recisi con un coltello affilato, pulito e disinfettato e lasciati in un luogo ombreggiato e arieggiato per una settimana per favorire la fuoriuscita del lattice che impedirebbe la radicazione.
Dopo di che è sufficiente piantare la talea in un terreno formato da sabbia di fiume e un po’ di terriccio (il rapporto 3:1 è ottimale). La talea di Aloe Arborescens non necessita di polvere radicale. E’ una pianta che radica con estrema facilità, una volta posta a terra basterà aspettare, bagnando il terreno il meno possibile. Il tempo di radicamento varia da 2-3 a diversi mesi, a seconda delle condizioni climatiche.
Non appena avranno attecchito può essere rinvasata e trattata come le piante adulte di aloe.
Parassiti e Malattie
• Foglie con perdita di screziature
Se le foglie di aloe presentano questo sintomo e diventano completamente verdi, vuol dire che l’illuminazione è scarsa.
Rimedi: bisogna spostare la pianta in un luogo più luminoso.
• Foglie che iniziano ad ingiallire, appaiono macchiettate di giallo e marrone
Successivamente a queste manifestazioni le foglie si accartocciano, assumono un aspetto quasi polverulento e cadono. Osservando attentamente si notano anche delle sottili ragnatele soprattutto nella pagina inferiore delle foglie. Con questa sintomatologia siamo molto probabilmente in presenza di un attacco di ragnetto rosso, un acaro molto fastidioso e dannoso.
Rimedi: aumentare la frequenza delle nebulizzazioni alla chioma (la mancanza di umidità favorisce la loro prolificazione) ed eventualmente utilizzare insetticidi naturali fatti in casa (mai chimici) a base di aglio, o utilizzando il sempre efficace olio di neem. E’ un olio estratto a freddo dalla macinazione dei semi della pianta di Neem, con proprietà antivirali, antibatteriche, antiparassitarie, antisettiche ed antifungine e repulsive nei confronti di molti tipi di insetti e parassiti, tra cui anche il ragnetto rosso.
Infine, se la pianta di Aloe non è particolarmente grande, si può anche provare a pulire le foglie per eliminare meccanicamente il parassita usando un batuffolo di cotone bagnato e insaponato. Dopo di che l’aloe va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone.
Dove acquistare le piante?
E’ possibile acquistare le piante di Aloe Arborescens nei vivai e nei garden center. E’ importante che la pianta abbia almeno 5 anni d’età e che sia stata coltivata biologicamente.
Grazie ad internet la pianta è possibile acquistare la pianta con un click, comodamente da casa vostra.
Ecco alcuni punti vendita consigliati:
http://www.e-plants.it/aloe-arborescens.html
Fonti:
http://www.aloedipadreromanozago.it/index.php/padre-romano-zago.html
http://www.aloedipadrezago.it/come-coltivare-aloe-arborescens/
Berrino: “Per combattere il tumore non bere latte di mucca”
RispondiEliminaRaccomando a chi ha un tumore di NON bere latte di mucca. Le alternative vegetali
Lo stress puo' 'aprire' delle 'autostrade' al tumore, facendolo diffondere in altre parti del corpo.
RispondiEliminaLo stress aumenta il numero e le dimensioni dei vasi linfatici che possono trasportare le cellule malate.
Questi risultati possono avere quindi delle implicazioni sui tumori di pazienti, che peggiorano quando sono esposti ad alti livelli di stress, e potrebbero trarre beneficio da metodi che lo riducono.
A Pescara è stata inaugurata all’ospedale Santo Spirito la Cell factory, un laboratorio di manipolazione cellulare criobiologica che curerà i tumori senza chemio, ma con il trapianto di cellule staminali.
RispondiEliminaTumori, leucemie, mielomi, linfomi, sclerosi multipla, Alzheimer, Parkinson e altre malattie degenerative potranno essere curate con il trapianto di cellule staminali prelevate da cordone ombelicale. La biobanca, una struttura di 220 metri quadrati, inaugurata nel reparto di ematologia pescarese.
Le cellule staminali sono usate in oculistica, ortopedia, ematologia, oncologia ed altre branche della medicina per la loro capacità di farrinascere le cellule e di “riparare” quelle parti del nostro corpo che per malattia o altro si sono ammalate o sono andate perdute.
Il suo nome è Patrizia Paterlini, un'oncologa italiana che vive da 25 anni in Francia mette a punto un test in grado di scoprire i tumori anni prima che si manifestino.
RispondiEliminaIl test si chiama “Iset” e consiste in un esame del sangue in grado di individuare la presenza di cellule neoplastiche (malate) circolanti nell’organismo molto prima che il tumore raggiunga una dimensione tale da essere “visibile” dalla alla normale diagnosi. Ciò porterebbe ad una più che tempestiva prevenzione da parte dei pazienti i quali potrebbero stroncare sul nascere questa terribile malattia.
Sincrotrone: l’invenzione che cura il tumore resistente ai raggi x Nonostante la struttura che ospita il Sincrotrone sia stata finanziata, in parte, dallo Stato, nessuno conosce il centro CNAO che attraverso l’adroterapia ha una percentuale elevatissima di guarigione dei tumori.
RispondiEliminaAlcuni studi hanno dimostrato che proteine e glucosio alimentano la crescita dei tessuti tumorali, poiché pare non siano in grado di sfruttare i corpi chetonici (composti che si generano nel digiuno) come fonte di energia, a differenza delle cellule sane. Questo determinerebbe, in fase di digiuno, il suicidio delle cellule tumorali, affamate e quindi non in grado di funzionare e proliferare. Ovviamente questo vale anche come prevenzione.
RispondiEliminaLeggi il post: La Dieta Mima-Digiuno (DMD)
Abbinare la chemioterapia con la Dieta Mima-Digiuno (DMD) potrebbe addirittura eliminare i tumori e diminuisce gli effetti collaterali della chemio.
EliminaIl potere del digiuno
EliminaAbbiamo anche la possibilità di fare digiuni prolungati, per esempio di una o due settimane.
Ci sono numerose testimonianze, ma non studi formali, che dimostrano che il digiuno prolungato può essere utile, per esempio, in caso di sclerosi multipla e tumore, perché durante il digiuno si attivano nel corpo reazioni biochimiche che riducono il consumo energetico, lo stato infiammatorio, la proliferazione cellulare. Nel digiuno si riduce la glicemia. Quando questa è bassa, le cellule tumorali, molto avide di glucosio, hanno difficoltà a procedere nella proliferazione. Nel digiuno si riduce la concentrazione nel sangue dei fattori di crescita (quando non c’è da mangiare i bambini non crescono), con la conseguenza di ridurre la proliferazione di cellule che sarebbe meglio non proliferassero. Nel digiuno si riduce lo stato infiammatorio cronico, un fattore che influenza tutte le malattie croniche, dal cancro all’infarto alle malattie neurodegenerative.
Recentemente si è osservato, in animali di laboratorio con tumore, che l’importante diminuzione della concentrazione plasmatica di glucosio e di fattori di crescita diminuisce l’espressione di vari geni coinvolti nella proliferazione cellulare delle cellule tumorali e che il digiuno aumenta l’efficacia delle chemioterapie.
Studi sull’uomo, inoltre, suggeriscono che il digiuno praticato prima e durante la chemioterapia ne riduce gli effetti collaterali sul tubo digerente (nausea, vomito, stomatiti, debolezza). Il probabile meccanismo protettivo è che il digiuno riduce l’intensa fisiologica attività proliferativa delle cellule di rivestimento della mucosa intestinale, le quali, quindi, non vengono danneggiate dai veleni chemioterapici che uccidono le cellule che si moltiplicano.
Tratto da: Ventuno giorni per rinascere - Il percorso che ringiovanisce corpo e mente - di Franco Berrino
Se si toglie nutrimento a un paziente oncologico e gli si iniettano i chemioterapici, le cellule sane risponderanno all’ordine impartito dal digiuno («entra in modalità di protezione!») e formeranno lo scudo, mentre le cellule tumorali disobbediranno, rimanendo vulnerabili. Questa strategia potrebbe potenzialmente eliminare tutte le cellule tumorali, riducendo al minimo i danni alle cellule sane.
EliminaI nostri studi e quelli di altri dimostrano che il digiuno, oltre a proteggere le cellule sane, rende la chemioterapia molto più tossica per il melanoma, il cancro al seno, il tumore della prostata, quelli del polmone e del colon retto, il neuroblastoma e molti altri tipi di cancro. In molti casi anche solo l’uso di cicli di digiuno o di una Dieta Mima-Digiuno è stato altrettanto efficace della chemioterapia, ma, come quest’ultima presa singolarmente, non è sfociato nella cura, risultato che invece è stato spesso raggiunto mediante la combinazione di digiuno e chemioterapia: in altre parole, spesso l’associazione di digiuno e chemioterapia provoca la completa guarigione dei topi anche quando il tumore è metastatizzato e diffuso in diversi organi. Non tutti i topi guariscono, ma sia la mia équipe sia altre hanno visto assestarsi la percentuale di guarigione tra il 20 e il 60% per diverse tipologie di tumore: un risultato notevole, anche se per ora riguarda solo i topi.
In un nuovo studio che abbiamo appena pubblicato abbiamo mostrato come la Dieta Mima-Digiuno può innescare effetti simili a quelli causati dall’immunoterapia, considerata oggi tra le terapie più promettenti, basata sulla stimolazione del sistema immunitario per attaccare in modo mirato le cellule del cancro. La Dieta Mima-Digiuno da un lato rimuove dalle cellule del cancro alla mammella e del melanoma lo scudo che le protegge dal sistema immunitario, e dall’altro stimola il ringiovanimento dello stesso sistema immunitario, rendendolo più aggressivo contro il tumore.
Quando va fatta:
Questa è una decisione del medico o del biologo nutrizionista. Queste sono le linee-guida loro destinate:
1) Una volta al mese per persone sovrappeso o obese con almeno 2 fattori di rischio per diabete, cancro, malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative.
2) Una volta ogni 2 mesi per persone normopeso con almeno 2 fattori di rischio per diabete, cancro, malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative.
3) Una volta ogni 3 mesi per persone normopeso con almeno 1 fattore di rischio per diabete, cancro, malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative.
4) Una volta ogni 4 mesi per persone sane con alimentazione normale e che praticano scarsa attività sportiva.
5) Una volta ogni 6 mesi per persone sane con alimentazione corretta e che praticano regolare attività sportiva.
Se l’oncologo è d’accordo, il paziente può digiunare o intraprendere una Dieta Mima-Digiuno della durata di 3 giorni prima, e 1 giorno dopo la chemioterapia. Questa indicazione può cambiare a seconda del tipo di chemioterapia somministrata e dell’intervallo tra i cicli di somministrazione. I pazienti non dovrebbero ricominciare a mangiare (o riprendere l’alimentazione normale) finché il chemioterapico non è al di sotto dei livelli di tossicità nel sangue (in genere 24-48 ore dopo la somministrazione). Per trattamenti che durano fino a 3 giorni, i pazienti possono adottare una Dieta Mima-Digiuno 1 giorno prima, 3 giorni durante e 1 giorno dopo la chemioterapia, per un totale di 5 giorni. Periodi di trattamento più lunghi rendono difficile digiunare ma, previa approvazione dell’oncologo, possono sempre essere abbinati a una Dieta Mima-Digiuno maggiormente calorica.
Tratto da: La dieta della longevità di Valter Longo
La dieta mima-digiuno può rappresentare un valido alleato contro il cancro al seno triplo negativo, smascherando le cellule staminali che alimentano la crescita del tumore e sono la principale causa della resistenza ai trattamenti e recidive.
Elimina"Negli ultimi anni i nostri laboratori hanno dimostrato che cicli di digiuno o di dieta mima-digiuno, caratterizzati da una severa restrizione calorica di almeno il 50%, bassi livelli di proteine e zuccheri e un contenuto di grassi relativamente elevato, migliorano l'efficacia delle terapie standard in diversi tipi di cancro".
Gli studiosi si sono concentrati sul cancro al seno triplo negativo, la forma di tumore al seno più difficile da curare perché priva dei bersagli contro cui sono indirizzati i trattamenti più efficaci.
La ricerca si è focalizzata sulle cellule staminali tumorali; combinando esperimenti in provetta e su animali di laboratorio con analisi dei dati relativi a circa 400 pazienti in cura all'Istituto dei Tumori, ha scoperto che la restrizione calorica è in grado di rallentare la crescita del tumore e di ridurre le dimensioni della massa tumorale.
Questi dati sono stati confermati anche nel campione di donne con tumore al seno: quelle con più bassi livelli di glicemia presentavano infatti una prognosi migliore. Inoltre, il rigido regime alimentare, privando le cellule staminali tumorali di glucosio, le costringe a scoprirsi attivando meccanismi di sopravvivenza alternativi che possono essere colpiti da appositi farmaci.
Secondo i ricercatori, questa strategia potrebbe rivelarsi efficace anche in altre neoplasie. (ANSA)
Lo studio pubblicato sulla rivista Cancer Research dai ricercatori dell’Università di Adelaide ha scoperto che l’acido laurico, che costituisce almeno il 50% dell’olio di cocco, ha sterminato più del 90% delle cellule del cancro del colon dopo appena due giorni di trattamento in una linea cellulare di tumore del colon in vitro.
RispondiEliminaScoperto interruttore che spegne le cellule killer dei tumori
RispondiEliminaLo studio ha dimostrato che in pazienti con tumore, le cellule natural killer hanno sulla loro superficie un recettore inibitorio (un vero e proprio interruttore cellulare) chiamato PD-1. Quando le cellule attaccano quelle tumorali per ucciderle, vengono frenate perché il recettore PD-1 interagisce con molecole presenti sulla superficie esterna delle cellule tumorali, di fatto spegnendo le cellule che difendono l'organismo. Come conseguenza che, un importante meccanismo di difesa viene disattivato e il tumore può crescere liberamente. È però possibile, ed e' questa la bella notizia, prevenire l'azione che blocca la difesa immunitarie. «Questo è stato dimostrato non solo in laboratorio ma anche in pazienti affetti da alcuni tumori molto frequenti, quali il melanoma e i tumori polmonari, grazie all'uso di un anticorpo monoclonale specifico per il recettore PD-1'' dice la dottoressa Emanuela Marcenaro dell'Università degli studi di Genova. L'anticorpo, legandosi al PD-1, lo "maschera", impedendogli di generare segnali che rendono inoffensive le cellule killer dei tumori.
la melatonina a dose alta (40-700mg) pare abbia anche proprietà anti-cancro.
RispondiEliminahttp://www.anagen.net/mela.htm
Ago incandescente sciogli tumore:
RispondiEliminail primo intervento in soli 10 minuti
Un ago incandescente contro il tumore. La tecnica innovativa, che si chiama “termoablazione mediante microonde”, permette di sciogliere il tumore (e anche le forme metastatiche) al fegato, ai reni, ai polmoni, alla tiroide e alle ossa in un’unica seduta, anche ambulatorialmente, in cui il paziente viene sedato e curato in pochi minuti senza sentire dolore e, in molti casi, senza avere la necessità poi di altri trattamenti come quelli chemioterapici.
In un pugno di noci, nocciole o noccioline l'elisir per il cuore, anche anti tumore
RispondiEliminaSebbene con delle variazioni legate alle differenze di genere, ai fattori di rischio e alla provenienza geografica, dai risultati è emerso che 20 grammi al giorno di noci, nocciole o noccioline, l'equivalente di un pugno, possono ridurre il rischio di malattie delle coronarie di quasi il 30 per cento, il rischio di cancro del 15 per cento, e quello di morte prematura del 22 per cento.
Una media di almeno 20 grammi di consumo è stata anche associata ad un ridotto rischio di morire di malattie respiratorie di circa la metà, e di diabete di quasi il 40 per cento, anche se i ricercatori osservano che vi sono meno dati su queste malattie in rapporto al consumo di frutta secca.
Alcune tipologie in particolare, evidenziano gli studiosi, come le noci semplici e quelle pecan, sono ricche oltre che di magnesio, fibre e grassi polinsaturi, di antiossidanti che potrebbero contrastare il cosiddetto stress ossidativo, una condizione causata dall'eccessiva produzione di radicali liberi da parte dell'organismo, e questo potrebbe ad esempio ridurre il rischio di cancro.
Tumori: a metastasi servono grassi per crescere
RispondiEliminaLe metastasi tumorali per formarsi e 'viaggiare' nel corpo hanno bisogno dei grassi che si introducono con la dieta.
Pare che si riferisca ai grassi saturi, cioè quelli di origine animale e alcuni vegetali: come quelli dell'olio di cocco, di palma e di semi di palma.
EliminaGli omega-3 “avvelenano” i tumori
EliminaGli omega-3 rallentano la progressione di alcuni tumori maligni: la scoperta, opera di un gruppo di di ricerca dell’Università di Leuven. Le proprietà benefiche dei cosiddetti “acidi grassi buoni”, essenziali per la salute umana e molto ricercati da chi cerca di mangiare sano, erano già noti. Tra gli acidi grassi Omega-3, l’acido docosaesaenoico (DHA) è fondamentale per la funzione cerebrale, la vista e la regolazione dei fenomeni infiammatori.
Nel 2016, il team di Leuven guidato da Olivier Feron, specializzato in oncologia, aveva scoperto che le cellule tumorali in un microambiente acido sostituiscono il glucosio con i lipidi come fonte di energia per moltiplicarsi. Nel 2020 un collega dimostrò poi che queste stesse cellule sono le più aggressive e acquisiscono la capacità di lasciare il tumore originale per generare metastasi.
Nel frattempo un altro team della stessa Università, mentre stava sviluppando migliori fonti di lipidi dietetici, ha proposto di valutare il comportamento di cellule tumorali in presenza di diversi acidi grassi.
Così il gruppo ha rapidamente identificato che le cellule tumorali acidotiche rispondevano in modi diametralmente opposti a seconda dell’acido grasso che stavano assorbendo e, nel giro di poche settimane, i risultati sono stati impressionanti e sorprendenti.
Abbiamo presto scoperto che alcuni acidi grassi stimolavano le cellule tumorali mentre altri le uccidevano spiegano i ricercatori.
In particolare, il DHA li avvelena letteralmente. Tale veleno agisce sulle cellule tumorali attraverso un fenomeno chiamato ferroptosi, un tipo di morte cellulare legata alla perossidazione di alcuni acidi grassi. Maggiore è la quantità di acidi grassi insaturi nella cellula, maggiore è il rischio della loro ossidazione.
Normalmente, nel compartimento acido all’interno dei tumori, le cellule immagazzinano questi acidi grassi in goccioline lipidiche, una sorta di fascio in cui gli acidi grassi sono protetti dall’ossidazione. Ma, in presenza di una grande quantità di DHA, la cellula tumorale è sopraffatta e non può immagazzinare il DHA, che si ossida e arriva alla morte.
Gli studiosi hanno dimostrato che, in presenza di DHA, gli sferoidi prima crescevano e poi implodevano, verificando che lo sviluppo del tumore risultava significativamente rallentato.
Per un adulto – spiegano i ricercatori – si consiglia di consumare almeno 250 mg di DHA al giorno. Ma gli studi dimostrano che la nostra dieta fornisce in media solo da 50 a 100 mg al giorno. Questo è ben al di sotto dell’assunzione minima raccomandata.
Fonte: https://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/omega-3-veleno-cancro/
un prodotto a base di arsenico può curare la leucemia promielocitica
RispondiEliminahttp://www.iene.mediaset.it/video/503/nina-quando-un-veleno-ti-salva-la-vita_674503.shtml
Codice Europeo contro il Cancro
RispondiEliminahttp://cancer-code-europe.iarc.fr/index.php/it/
Un’altra malattia del sangue, la leucemia, che non ha mai risposto alle varie terapie adottate dalla moderna scienza medica, risponde, invece, favorevolmente al digiuno.
RispondiEliminaLa leucemia consiste generalmente in un eccesso di globuli bianchi, in un danno del midollo osseo, ed in alcuni casi, in un danno delle ghiandole linfatiche con successivo ingrossamento della milza.
Fu Tauszk a scoprire che il numero di globuli bianchi si abbassa col digiuno e sin da allora il dott. Weger ha esperimentato la stessa cosa sui suoi pazienti Soltz, Meyers e Roger et Josue hanno descritto i cambiamenti che il digiuno provoca sul midollo osseo, ed il prof. Morgulis afferma che ≪i cambiamenti chimici del midollo sono piuttosto profondi≫ durante il digiuno.
tratto dal libro: Il digiuno terapeutico - Herbert Shelton
Lo sapevi che... dopo essere stata strappata dal suo casco, la banana inizia a produrre antiossidanti e proprietà anticancro. Di più, quando la buccia è tigrata, il frutto produce una sostanza chiamata TNF (Tumor Necrosis Factor) che possiede addirittura la capacità di combattere le cellule che presentano danni al DNA. Più è nera la parte esterna, più anticancro è il frutto.
RispondiEliminaLo zafferano contrasta le cellule malate
RispondiEliminaLo rivela uno studio coordinato da Filippo Minutolo che ha identificato il meccanismo con cui un metabolita attivo presente nello zafferano, la crocetina, riesce a ridurre l'aggressività delle cellule tumorali attraverso l'azione su un enzima-chiave nella glicolisi tumorale, la lattato deidrogenasi (Ldh).
"Chiaramente né lo zafferano, né la crocetina potranno mai sostituire le varie terapie antitumorali approvate per l'uso clinico - specifica Minutolo - comunque possono sicuramente costituire un utile ausilio alimentare nella prevenzione delle neoplasie e, se validati da opportuni studi clinici, potranno in futuro contribuire ad aumentare l'efficacia dei regimi terapeutici utilizzati per diversi tipi di tumore".
Studi recenti hanno approfondito i meccanismi con i quali la vitamina K esercita un ruolo antiproliferativo, essa induce differenziazione (quindi quanto meno riduce la malignità cellulare) e stimola l’apoptosi in maniera assai più lenta rispetto ai comuni chemioterapici. Viene stimolato, tramite la produzione di superossido, un cambiamento a livello della membrana mitocondriale con rilascio di citocromo C che induce l’apoptosi della cellula in maniera quasi fisiologica. Questi effetti della vitamina K sono inibiti dalla vitamina E e solo parzialmente dalla ciclosporina, farmaco normalmente usato per ridurre i livelli di apoptosi nei pazienti trapiantati o con patologie autoimmuni.
RispondiEliminaAssumere la vitamina K2 della forma MK-7 (rimane attiva nell’organismo più a lungo rispetto a quella MK-4). Per attivare tutte le proteine K2 dipendenti ed in generale per andare incontro alle necessità organiche di vitamina K, sono necessari circa 200mcg/die di vitamina K2 (MK-7). La somministrazione dopo un pasto lipidico o in associazione con acidi grassi ne favorisce l’assorbimento.
utilmente associata con:
Vitamina C - Per potenziare le proprietà anti neoplastiche.
Praticare attività aerobica riduce il rischio di sviluppare alcuni tumori, come quelli della mammella, del colon e dell’endometrio.
RispondiEliminaL’attività fisica può aiutare anche dopo la diagnosi di un cancro, migliorando la prognosi: a parità di stadio della malattia alla diagnosi, chi ha avuto tumori del colon o della mammella e fa esercizio fisico muore meno di recidive o metastasi.
Gli studi sul cancro mammario suggeriscono che siano sufficienti 30-40 minuti al giorno di un impegno pari a una camminata veloce per dimezzare quasi la mortalità.
Tratto da “La Grande Via” di Franco Berrino e Luigi Fontana
Tumori, l'attività fisica è come un 'farmaco aggiuntivo' ma il 38% dei pazienti è sedentario
EliminaL'attività fisica è come un 'farmaco aggiuntivo' nella cura dei tumori, ma il 38% delle persone colpite è sedentario.
L'attività fisica, hanno spiegato gli esperti, riduce il rischio di recidive e la mortalità per diversi tumori, oltre a prevenirne potenzialmente circa il 20%.
"Vogliamo dimostrare che l'allenamento può apportare effetti benefici sui pazienti sia a livello psicologico che fisiologico".
Tumori, 30 minuti sedentarietà in meno riducono rischio morte
EliminaEcco un motivo 'killer' per lottare contro la sedentarietà: stare troppo seduti aumenta il tuo rischio di cancro, mentre sostituire 30 minuti di sedentarietà con attività di livello da lieve a moderato (per esempio passeggiare normalmente e con passo rapido rispettivamente, o fare acqua gym, giardinaggio etc) riduce il rischio di morte per tumori dall'8% al 31%.
Dopo un monitoraggio di 5 anni, i ricercatori hanno calcolato che i più sedentari hanno un rischio di morire per un tumore dell'82% maggiore rispetto ai meno sedentari. (ANSA)
I Probiotici riescono a contrastare tantissimi disturbi e patologie, tra cui il cancro.
RispondiEliminaLeggi: Probiotici e Prebiotici
Manipolare geneticamente le cellule del sistema immunitario per renderle capaci di riconoscere e attaccare il tumore. Lo hanno fatto i medici dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma con un bimbo di 4 anni affetto da leucemia linfoblastica acuta, refrattario a terapie convenzionali.
RispondiEliminaAd un mese dall'infusione delle cellule riprogrammate nei laboratori del Bambin Gesù, il piccolo sta bene ed è stato dimesso: nel midollo non sono più presenti cellule leucemiche.
I medici e i ricercatori hanno prelevato i linfociti T del paziente - le cellule fondamentali della risposta immunitaria - e li hanno modificati geneticamente attraverso un recettore chimerico sintetizzato in laboratorio. Questo recettore, chiamato CAR (Chimeric Antigenic Receptor), potenzia i linfociti e li rende in grado - una volta reinfusi nel paziente - di riconoscere e attaccare le cellule tumorali presenti nel sangue e nel midollo, fino ad eliminarle completamente.
La terapia genica con cellule modificate CAR-T è stata sperimentata per la prima volta con successo nel 2012, negli Stati Uniti, i cui risultati hanno portato pochi mesi la Food and Drug Administration (FDA) ad approvare il primo farmaco a base di CAR-T sviluppato dall'industria farmaceutica.
Arriva anche in Italia il farmaco che “scioglie” il tumore ai polmoni: Keytruda (pembrolizumab)
RispondiEliminaFare attività fisica regolarmente (specie quella di tipo aerobico) prima di un intervento chirurgico per un cancro al polmone dimezza il rischio di complicanze postoperatorie.
Negli studi presi in considerazione dalla meta-analisi, la durata dell'esercizio preoperatorio variava da 1 a 4 settimane, ma la maggior parte dei pazienti ha partecipato a un programma di 2 settimane.
Dieta di cibi Naturali, Vegetali e Integrali previene, blocca e/o cura molte patologie, tra cui il cancro (T. Colin Campbell)
RispondiEliminaPer approfondire: La Rivoluzione Delle Forchette - L'ABC del Mangiar Sano e Naturale
(T. Colin Campbell, Caldwell B. Esselstyn, Franco Berrino, Michela De Petris, Michele Riefoli)
Evitare lo stress.
RispondiEliminaMantenere alto l’umore in modo da permettere al sistema immunitario di reagire (è scientificamente provato)
Tecnica del freddo cura tumore e ipertensione
RispondiEliminaLa terapia applicata con successo a Padova, primo caso al mondo
Una procedura innovativa di crio-ablazione, mai utilizzata prima per questa patologia, ha permesso ad una giovane donna di guarire definitivamente l'ipertensione arteriosa causata da un piccolo tumore, un reninoma.
Gli specialisti dell'azienda ospedaliera padovana hanno eseguito una leggera anestesia per via percutanea, inserendo un ago di 1,5 mm nel fianco destro della paziente, per prelevare una piccola quantità di cellule. Quindi hanno infilato un secondo ago che ha eseguito due cicli di raffreddamento di 10 minuti, alternati a due cicli di riscaldamento; in questo modo si è formata una 'palla' di ghiaccio che ha distrutto il tumore, senza bisogno di un intervento chirurgico che avrebbe richiesto almeno dieci giorni di degenza.
Guarire Con La Dieta Vegan (DVD) - Il sistema nutrizionale per prevenire e curare diabete, malattie cardiovascolari e tumori - Michela De Petris
RispondiEliminaDa nausea ad anemia, anche i cibi aiutano ad affrontare il cancro
RispondiEliminaFondamentale nella prevenzione, ciò che mangiamo lo è anche nell'aiutare l'organismo nella lotta contro i tumori. Dalla nausea all'anemia fino a alla perdita di peso, una giusta alimentazione aiuta infatti ad affrontare meglio gli effetti secondari delle terapie e aumentare le possibilità di guarigione. A fornire un vademecum per migliorare la vita dei pazienti è il libro "Quello che mangi fa la differenza. I cibi consigliati e quelli da evitare per prevenire e curare il male" (Newton Compton), di Massimo Bonucci, presidente Associazione di Ricerca per la Terapia Oncologica Integrata (Artoi).
L'intervento nutrizionale, scrive l'esperto, "serve a ripristinare un corretto stato nutrizionale che nella maggior parte dei pazienti non è idoneo. Prevenire la perdita di peso infatti riduce la tossicità indotta dalla chemio e radioterapia, rinforza le difese dell'organismo, diminuisce la frequenza e la durata dei ricoveri e previene le complicanze post operatorie".
E' importante quindi scegliere i cibi che stimolino l'appetito, renderli facilmente masticabili, preferire metodi di cottura leggeri, avere a portata di mano spuntini come humus o frutta secca, aumentare il consumo di alimenti energetici. "La strategia nutrizionale, inoltre, deve mirare a ridurre lo stato infiammatorio, mantenere livelli normali di glicemia e abbassare la produzione di fattori di crescita". Quindi il paziente oncologico dovrebbe evitare carboidrati raffinati, carne, latticini, bevande zuccherate, soia, pomodori, melanzane, patate. Spesso la chemioterapia causa nausea e vomito: per prevenirli, evitare cibi con odori forti o speziati, consumare pasti leggeri e poco conditi, meglio se tiepidi o freddi, mangiare lentamente, bere a piccoli sorsi lontano dai pasti, preparare tisane allo zenzero e fare passeggiate all'aperto. Con alcuni farmaci può comparire secchezza della bocca: in tal caso evitare cibi croccanti e duri, preferire creme di cereali integrali e legumi, pesce azzurro frullato. Tra le conseguenze di tumori e chemio c'è l'anemia, o riduzione dell'emoglobina nel sangue, che può provocare spossatezza: in questo caso, scegliere alimenti ricchi di ferro come pistacchi e pinoli, verdura a foglia verde, legumi e cioccolato fondente. Ma accompagnandoli con succo di limone poiché la vitamina C aumenta l'assorbimento del minerale.
Il farmaco più potente che abbiamo? Il cervello!
RispondiEliminaScopri il tuo innato potenziale di auto-guarigione:
Sempre più spesso sentiamo parlare di epigenetica, la scienza che studia come l'ambiente modifica l'espressione dei nostri geni. Ma cosa si deve intendere per ambiente?
Non solo quello in qui viviamo, ma anche il nostro "ambiente interno", fatto di sentimenti, emozioni e pensieri. In che modo questa realtà sottile incide sul nostro stato di benessere? E che percentuale ha nella genesi delle malattie? Ne parliamo con l'oncologo Claudio Pagliara, autore del recente libro L'Amore è la Medicina Più Potente.
- Dottor Pagliara, nei suoi quarant'anni di carriera ha conosciuto migliaia di pazienti, di persone, molti dei quali ammalati di cancro. Quali sono i motivi dell'incremento costante e preoccupante delle malattie tumorali?
L'aumento dei tumori è in parte dovuto all'aumento della vita media, in parte alle maggiori possibilità diagnostiche, ma, soprattutto, all'aumento delle cause, chiamate scientificamente fattori rischio, e alla diminuzione dei fattori protettivi.
Immagina una bilancia a due piatti, su un piatto ci sono i fattori rischio e sull'altro piatto i fattori protettivi. Il cancro insorge quando i fattori rischio pesano di più dei fattori protettivi. Nella nostra società, inquinata materialmente e spiritualmente, sono in aumento i fattori rischio e in riduzione i fattori protettivi.
- Lei scrive che nella prevenzione e nella cura delle malattie viene trascurata l'anima. Qual è l'anima di cui parla e come si potrebbe fare vera prevenzione ascoltandola?
La medicina convenzionale, pur avendo fatto passi da gigante negli ultimi decenni, presenta due grandi difetti che ne limitano fortemente il grado di efficacia ed efficienza. Uno di questi è proprio quello di trascurare l'anima. Parlo di anima dal punto di vista non religioso, ma medico-scientifico. Anima come l'insieme delle dimensioni immateriali dell'essere umano: pensieri, emozioni, sentimenti, stati d'animo, sogni, convinzioni e, soprattutto, coscienza. I nuovi dati dell'epigenetica dimostrano ampiamente che queste variabili immateriali hanno una notevole influenza sulla nascita e sull'evoluzione del cancro e di varie altre malattie.
[CONTINUA]
- Parlare oggi di autoguarigione è ancora considerato eresia per gran parte della medicina ufficiale: ci sono studi scientifici che indagano questo aspetto? Cosa ci dicono?
RispondiEliminaSicuramente! Basti pensare, per esempio, a una ferita che guarisce spontaneamente.
La guarigione di una ferita richiede un know how biologico incredibile, fatto di miliardi di cellule che si mobilitano, ciascuna con compiti particolari e con un numero incredibile di messaggeri chimici.
Noi oncologi, per esempio, sappiamo che non tutti coloro che sono esposti a cancerogeni si ammalano, perché abbiamo potenti meccanismi naturali di difesa intracellulari ed extracellulari.
- Come possiamo sviluppare, in maniera preventiva, il potenziale di autoguarigione presente in ognuno di noi?
Prima di tutto con la consapevolezza che dentro ciascun essere umano esiste un potere superiore a qualsiasi farmaco. Il nostro cervello è il più efficiente produttore di farmaci e di veleni.
Ho scritto due libri divulgativi che aiutano a capire cosa e come fare.
- È davvero possibile lavorare sul nostro sentire, sulle nostre emozioni e sentimenti in modo da modificare la nostra risposta all'ambiente e alle situazioni e vivere nella pienezza e nella gioia?
È scientificamente dimostrato che non sono gli avvenimenti che ci capitano che determinano i nostri stati d'animo e la nostra consequenziale azione, ma è la nostra interpretazione di ciò che capita che determina i nostri stati d'animo e la nostra reazione.
Questa semplice consapevolezza aiuta a dirigere le nostre energie nella giusta direzione: imparare a controllare il proprio destino imparando a controllare l'interpretazione di ciò che ci capita.
- Come genitore mi chiedo spesso come poter trasmettere ai miei figli le conoscenze per una vita di felicità, salute e prosperità: quali consigli si sente di dare a me e a tutti coloro che sono a contatto con i bambini di oggi (genitori, educatori, insegnanti)?
Purtroppo nasciamo principi e la società ci fa diventare rospi. Quando nasciamo abbiamo delle potenzialità incredibili, ma la società guidata da potenti, in realtà impotenti, per paura della nostra diversità e del nostro potere ci fa credere di essere inadeguati e impotenti e diventiamo, di conseguenza, inadeguati e impotenti. L'immagine che abbiamo di noi stessi è la più grande profezia che si auto-avvera.
Di conseguenza il mio consiglio è quello di far comprendere ai ragazzi che non sono qui solo per consumare e sporcare, ma per realizzare la loro diversità, la loro mission, il loro progetto di vita su questo pianeta. Ognuno di noi, da quando è stato concepito, ha un progetto da realizzare che non è solo anatomico, ma anche spirituale.
La felicità e la salute rappresentano l'effetto collaterale della realizzazione di questo progetto globale. Non è un caso che, nel sanscrito, salute significa "essere se stessi”
Per qualsiasi educatore, amare, quindi, deve significare voler realizzare tutte le potenzialità di chi si ama, quindi, deve significare aiutare i ragazzi a realizzare la loro diversità, la loro diversa mission, il loro progetto di vita.
Cinque regole per affrontare il tumore
RispondiEliminaEsercizio fisico, niente fumo, più comunicazione col medico, supporto psicologico e migliorare l'alimentazione attraverso l'aiuto di un specialista consigliato dal proprio oncologo. Ogni tumore è diverso e richiede una cura e supporto specifici, ma queste cinque regole sono valide per tutti e aiutano i pazienti ad affrontare meglio la sfida.
L'esercizio fisico, spiega l'oncologo Massimo Bonucci, presidente dell'Associazione Ricerca Terapie Oncologiche Integrate (Artoi), "migliora la circolazione del sangue e l'ossigenazione, e questo ha un effetto antinfiammatorio a livello cellulare. L'infiammazione infatti è uno stimolo alla proliferazione delle cellule neoplastiche. Meno ce n'è e più i linfociti T riescono a individuare e colpire le cellule tumorali".
Quanto al fumo, aumenta il rischio di diversi tipi di tumore, non solo al polmone, perché contiene sostanze cancerogene dovute alla combustione. "Anche le due o tre sigarette al giorno - spiega - andrebbero eliminate perché hanno un effetto cumulativo".
Terza regola, è "cercare una comunicazione e un feeling con il proprio medico, che deve sapere cosa il paziente assume, come si comporta, quali effetti collaterali presenta. La medicina narrativa può costituire una grande facilitazione nel ridurre le distanze tra oncologo e malato".
Quanto al supporto psicologico, è fondamentale non solo perché chi sta meglio reagisce meglio alle cure, ma perché la psiche mette in circolo sostanze che agiscono nell'organismo. "Ad esempio il paziente depresso ha minore attività di linfociti, che difendono l'organismo dai patogeni esterni. Nel paziente stressato c'è maggior rilascio di cortisolo, ormone che provoca calo di difese immunitarie".
Importantissima è, infine, l'alimentazione come terapia complementare, perché gli alimenti interagiscono con la malattia.
Quello che mangiamo modifica i batteri della nostra flora intestinale e questi organismi a loro volta hanno una funzione nell'essere pro o anti cancerogeni. Ma non basta un nutrizionista generico. L'oncologo deve indirizzare il paziente verso uno specialista o una struttura di riferimento".
Non è tanto collegata alle calorie, quanto agli elementi presenti in ogni alimento, poiché alcuni vanno a stimolare i fattori di crescita, che sono anche fattori infiammatori, come il Gf-One. Come il diabetico non deve mangiare lo zucchero perché aumenta la glicemia, così i pazienti oncologici non dovrebbero mangiare alimenti che stimolano l'infiammazione, come latte e latticini, la carne, le farine raffinate e gli zuccheri.
Fonte: http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/alimentazione/2018/04/22/cinque-regole-per-affrontare-il-tumore-_3d0d08b6-3931-4ba1-b0cc-21fa0f3f85eb.html
EliminaErrori alimentari e rimedi per ogni patologia
RispondiEliminaSenza entrare in modo troppo approfondito nel merito di ogni patologia,
possiamo comunque sviscerare quali siano secondo la scienza gli errori
alimentari e quali le soluzioni dietetiche percorribili.
In caso di: tumori
I comportamenti a rischio degli onnivori:
1. Consumare carne e pesce spesso cotti alla brace, alla griglia, alla piastra o fritti
(le alte temperature promuovono lo sviluppo di sostanze cancerogene).
2. Utilizzare ingredienti ad alto tenore di grassi e proteine animali quali salumi,
formaggi stagionati, burro, panna, uova e latte intero.
3. Preferire cibi saporiti ed elaborati (per esempio polpette di carne, frutti di
mare, fritto misto, nervetti, cubetti di pancetta) ad alimenti più semplici, ma
ricchi di antiossidanti (verdura cruda, frutta fresca e secca, semi).
E le soluzioni dei vegani:
1. Prediligere cibi naturali, poco elaborati e possibilmente crudi ad alto
contenuto di vitamine e antiossidanti.
2. Scegliere alimenti privi di grassi e proteine animali.
3. Consumare grassi di buona qualità presenti in frutta secca, semi, fagioli di
soia, gomasio, tahin e creme oleaginose.
4. Utilizzare abbondanti quantità di verdura e frutta nei vari momenti della
giornata (colazione, spuntini, pranzo e cena).
Tratto da: Buono, sano, vegano - Michela De Petris
In The China Study del 2006, T. Colin Campbell afferma che:
RispondiElimina- diete a basso contenuto proteico riducono i tumori attraverso vari meccanismi;
- una minor assunzione di proteine riduce clamorosamente l’iniziazione del tumore;
- lo sviluppo di cellule mutate dipende dalla quantità di proteine consumate;
- la crescita delle cellule mutate può essere invertita (verso l’alto o verso il basso) modificando la dose delle proteine consumate e questo a ogni stadio di sviluppo;
- le cellule mutate non si sviluppano fino al 10% delle proteine alimentari;
- oltre il 10% il loro sviluppo aumenta considerevolmente (dose soglia 12%);
- le proteine vegetali non promuovono la crescita tumorale neanche se assunte in alte dosi (20%);
- con la manipolazione nutrizionale è possibile “innescare” e “disinnescare” il cancro;
- la quantità di proteine necessaria alla crescita fisiologica è curiosamente simile nei ratti e negli uomini.
La zuppa di miso è molto indicata per risanare il tubo digerente dai danni da chemioterapia e radioterapia.
RispondiEliminaÈ molto nutriente, anti-infiammatoria, facile da preparare (stemperare un mezzo cucchiaino di miso in un po' d'acqua tiepida, aggiungere in fine cottura a un brodo vegetale senza sale e spegnere il fuoco).
Se l'intestino è infiammato, è utile fare il brodo utilizzando anche qualche centimetro di alga Wakame, che contiene mucillagini lenitive (dà un gusto di mare al brodo).
Il rischio è che si associ il sapore nuovo del miso con il malessere del trattamento e poi non lo si voglia più gustare.
Consigliamo quindi di introdurre la zuppa di miso e la crema di riso non nei giorni del trattamento ma solo quando è passata la nausea.
Fonte: Il Cibo dell'Uomo - Franco Berrino
Mela annurca contro caduta capelli per chemioterapia
RispondiEliminaGli scienziati hanno osservato che somministrando una grossa dose un integratore di mela Annurca nei soggetti affetti da tumore un mese prima della chemioterapia e continuando a somministrarlo durante tutto il ciclo, i capelli in alcuni pazienti non sono caduti.
L'utilizzo per alcune settimane dell'estratto procianidinico di mela annurca nei malati di cancro, preventivamente all'avvio dei cicli di chemio e durante il trattamento, sembrerebbe ridurre o bloccare la caduta dei capelli.
Esposizione all'amianto e mesotelioma
RispondiEliminaAllego alcuni articoli per chi ha paura di ammalarsi dopo un’esposizione saltuaria:
« Hai più possibilità di vincere un terno al lotto piuttosto che di contrarre un mesotelioma. Anche l'articolo inglese di Wikipedia afferma che contrarre un tumore dopo una singola esposizione, per quanto elevata possa essere stata, è "very unlikely". Hai molte più possibilità di avere una vasta gamma di malattie, di cui immagino non ti preoccupi minimamente, ma che invece dovrebbero essere più degne d'attenzione del mesotelioma, un cancro estremamente raro fra le altre cose. »
https://www.forumsalute.it/community/forum_96_apparato_respiratorio/thrd_111411_amianto_1.html
« E' stato già sperimentato che accanto agli edifici con tetti in eternit (anche in uno stato di conservazione non buono) le fibre aerodisperse sono quasi nulle o nulle, questo perchè le fibre che si staccano dai tetti si disperdono al vento e non rimangono concentrate intorno al palazzo. »
https://www.forumsalute.it/community/forum_96_apparato_respiratorio/thrd_111411_amianto_1.html
L’esame di diagnostica più appropriato è la Tac spirale.
Esiste un esame del sangue in sperimentazione: www.biomild.org
Nuovi scenari dalla ricerca scientifica per la terapia del carcinoma polmonare, grazie alla medicina “low-dose”. Lo studio italiano: basse dosi di Interleuchina-12 stimolano la risposta dei linfociti T
Un prodotto a base di carciofo sarebbe utile nella prevenzione del mesotelioma, il cosiddetto tumore da amianto
https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/13645-carciofo-prevenzione-tumore-amianto
http://www.greenstyle.it/amianto-dal-carciofo-un-aiuto-naturale-contro-il-mesotelioma-95890.html
Nel sangue la spia che rivela il tumore del polmone
EliminaUn semplice test del sangue, la cosiddetta biopsia liquida, si è dimostrata uno strumento potenziale per individuare il tumore del polmone ad uno stadio iniziale. Un report iniziale del grande studio in atto, CCGA (Circulating Cell Free Genome Atlas), ha infatti fornito un'evidenza preliminare del fatto che un test del sangue può essere capace di scoprire il cancro al polmone nella fase iniziale.
Ecco lo studio:
Eliminahttps://www.clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT02076672
Il prodotto usato sembra questo:
https://www.aboca.com/it/prodotto/carciofo-concentrato-totale/
N-acetil L-cisteina attenua la tossicità mediata dall'ossidante indotta dalle fibre di crisotilo
Eliminahttps://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11033233/
Ricerca: sette progetti per provare a curare e prevenire il mesotelioma
Eliminahttps://www.ilmonferrato.it/articolo/6VdGDRBMQUKPPkv5kWrnrQ/ricerca-sette-progetti-per-provare-a-curare-e-prevenire-il-mesotelioma
Una mia teoria:
EliminaLeggendo questo articolo tratto da: https://www.piugustobio.it/funghi-e-amianto-potenzialita-nel-biorisanamento.html
La superficie delle fibre di amianto, e in particolare il ferro, svolge un ruolo fondamentale nella tossicità.
Esperimenti in vitro dimostrano che la rimozione del ferro riduce la pericolosità dell’amianto diminuendo il potenziale di generare radicali e di danneggiare il DNA.
Piante, batteri e funghi rilasciano potenti chelanti come siderofori e acidi policarbossilici, che catturano atomi di ferro da particelle del suolo e le portano in soluzione.
Leggendo questo ho pensato:
Visto che tra gli acidi carbossilici vi è l’EDTA (acido etilendiamminotetraacetico), un noto chelante che si lega anche al ferro…
e visto che l’EDTA è già stato usato sottoforma di aerosol come terapia respiratoria per altre patologie (visto in questo articolo https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/6146030)
La mia domanda è:
una terapia a base di aerosol con EDTA non potrebbe rimuovere il pericoloso ferro dell’amianto dai polmoni per ridurne la gravità?
- Chiesto a Google Bard:
Elimina- La tua domanda è molto interessante e meritevole di attenzione.
La teoria che la rimozione del ferro dalle fibre di amianto possa ridurre la loro tossicità è stata proposta da diversi ricercatori. In particolare, alcuni studi in vitro hanno dimostrato che l'EDTA è in grado di legare il ferro dalle fibre di amianto, riducendo la loro capacità di generare radicali liberi e danneggiare il DNA.
Una terapia a base di aerosol con EDTA potrebbe quindi essere una possibile strategia per ridurre la gravità dell'esposizione all'amianto. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per valutare l'efficacia e la sicurezza di questa terapia in modelli animali e in pazienti umani.
Ecco alcuni dei potenziali vantaggi e svantaggi di una terapia a base di aerosol con EDTA per l'amianto:
Vantaggi
• Riduzione della tossicità delle fibre di amianto
• Potenziale per ridurre il rischio di cancro e altre malattie legate all'esposizione all'amianto
• Potenziale per migliorare la qualità della vita dei pazienti esposti all'amianto
Svantaggi
• Potenziale tossicità dell'EDTA stesso
• Potenziale per interferire con la funzione respiratoria
• Necessità di ulteriori studi per valutare l'efficacia e la sicurezza
In conclusione, la terapia a base di aerosol con EDTA è una potenziale strategia per ridurre la gravità dell'esposizione all'amianto. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per valutarne l'efficacia e la sicurezza prima che possa essere utilizzata nella pratica clinica.
Ecco alcuni suggerimenti per ulteriori ricerche su questo argomento:
• Studi in vivo per valutare l'efficacia e la sicurezza della terapia a base di aerosol con EDTA
• Studi per identificare la dose e la frequenza di somministrazione ottimali di EDTA
• Studi per valutare l'effetto della terapia a base di aerosol con EDTA sulla progressione di malattie legate all'esposizione all'amianto
- Ma è già stato ipotizzato che una terapia a base di aerosol con EDTA potrebbe ridurre la gravità dell'esposizione all’amianto? Se sì, da chi?
- Sì, è già stato ipotizzato che una terapia a base di aerosol con EDTA potrebbe ridurre la gravità dell'esposizione all'amianto. In particolare, uno studio pubblicato nel 2019 sulla rivista "Toxicology and Applied Pharmacology" ha dimostrato che l'EDTA è in grado di legare il ferro dalle fibre di amianto in vitro, riducendo la loro capacità di generare radicali liberi e danneggiare il DNA.
In questo studio, i ricercatori hanno utilizzato un modello di cellule polmonari umane per testare l'effetto dell'EDTA sulle fibre di amianto. Hanno scoperto che l'EDTA era in grado di ridurre significativamente la tossicità delle fibre di amianto, diminuendo la produzione di radicali liberi e il danno al DNA.
I ricercatori hanno concluso che i loro risultati suggeriscono che l'EDTA potrebbe essere una potenziale strategia per ridurre la gravità dell'esposizione all'amianto. Tuttavia, hanno sottolineato la necessità di ulteriori studi per valutare l'efficacia e la sicurezza di questa terapia in modelli animali e in pazienti umani.
Un altro studio, pubblicato nel 2022 sulla rivista "Journal of Occupational and Environmental Medicine", ha riportato risultati simili. In questo studio, i ricercatori hanno utilizzato un modello di topi per testare l'effetto dell'EDTA sulle fibre di amianto. Hanno scoperto che l'EDTA era in grado di ridurre la quantità di fibre di amianto nei polmoni dei topi, nonché la quantità di ferro associato alle fibre.
I ricercatori hanno concluso che i loro risultati suggeriscono che l'EDTA potrebbe essere una potenziale strategia per ridurre l'accumulo di amianto nei polmoni. Tuttavia, hanno anche sottolineato la necessità di ulteriori studi per valutare l'efficacia e la sicurezza di questa terapia in pazienti umani.
In conclusione, le prove disponibili suggeriscono che l'EDTA potrebbe essere una potenziale strategia per ridurre la gravità dell'esposizione all'amianto. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per valutarne l'efficacia e la sicurezza prima che possa essere utilizzata nella pratica clinica.
- Mi indichi le fonti di questi studi?
Elimina- Certo, ecco le fonti degli studi che ho menzionato:
• Amin, M., et al. "Ethylenediaminetetraacetic acid chelates iron and reduces the toxicity of asbestos in vitro." Toxicology and Applied Pharmacology 366 (2019): 115-125.
• Wang, Y., et al. "Ethylenediaminetetraacetic acid reduces asbestos accumulation in the lungs of mice." Journal of Occupational and Environmental Medicine 64.5 (2022): 434-440.
Spero che questo sia utile.
- Sei sicuro che parlano di aerosol?
- Mi dispiace, non sono sicuro. Ho cercato gli studi in questione e ho trovato solo la menzione di EDTA che viene utilizzato per rimuovere il ferro dalle fibre di amianto. Non ho trovato alcuna menzione specifica di un aerosol.
Tuttavia, è probabile che l'EDTA sia stato somministrato come aerosol in questi studi. L'EDTA è generalmente somministrato come liquido per via orale o endovenosa, ma può anche essere somministrato come aerosol. L'aerosol è un modo efficace per somministrare farmaci ai polmoni, ed è quindi un metodo logico per somministrare EDTA per rimuovere il ferro dalle fibre di amianto.
In ogni caso, è necessario condurre ulteriori studi per valutare l'efficacia e la sicurezza di una terapia a base di aerosol con EDTA per l'amianto.
Dai risultati di un primo studio clinico su una sola paziente arrivano nuove prospettive di cura per il tumore del seno in stadio avanzato (con metastasi), ovvero usare cellule immunitarie delle pazienti come killer della malattia. La fattibilità di questo approccio terapeutico è stata dimostrata dal gruppo di Steven Rosenberg del National Institutes of Health di Bethesda in Maryland. I linfociti T della donna sono stati in grado di eliminare completamente il tumore e tutte le metastasi, offrendole una chance di cura laddove tutte le terapie convenzionali somministrate precedentemente avevano fallito.
RispondiEliminaReso noto sulla rivista Nature Medicine, è un traguardo senza precedenti. La paziente è da due anni libera da malattia. Si tratta infatti della prima applicazione di successo della immunoterapia a cellule T per il cancro del seno in fase avanzata.
Attualmente sono due gli approcci più efficaci di immunoterapia - che è l'ultima frontiera della lotta ai tumori e si basa sull'uso delle difese del corpo del paziente per sconfiggere la malattia: il primo è l'attivazione delle cellule immunitarie del paziente direttamente nel suo corpo tramite farmaci (ad esempio anticorpi specifici), il secondo è una terapia basata sull'uso diretto di cellule immunitarie. In quest'ultimo approccio i linfociti T del paziente sono isolati dal suo sangue o dal tumore stesso e poi gli oncologi selezionano solo le cellule di difesa in grado di riconoscere e attaccare la neoplasia. Questi linfociti T specifici per il tumore vengono coltivati in provetta e poi iniettati nuovamente nel corpo del paziente.
Il successo delle cure immunoterapiche varia molto in funzione del tipo di tumore che si vuole vincere. Ad oggi ad esempio le sperimentazioni cliniche basate sull'uso di farmaci immunoterapici non avevano avuto dato prova di efficacia nel trattamento del cancro al seno. Rosenberg e colleghi hanno tentato la terapia con cellule immunitarie su una paziente in fase avanzata di malattia, con metastasi che era risultata incurabile con le terapie convenzionali. Hanno isolato i suoi linfociti T, scelto quelli specifici contro il tumore attivandoli in provetta per renderli più efficaci, e li hanno infine iniettati nuovamente nel corpo della paziente. È stato un successo, le cellule T hanno eliminato il tumore e le metastasi, infatti la donna risulta libera da malattia da due anni pur non facendo più cure oncologiche.
Gli esperti hanno studiato a fondo dal punto di vista molecolare l'identità di queste cellule T killer tumorali, e sulla base di questi studi ritengono che questa terapia cellulare abbia ampie possibilità di successo anche per altre pazienti con cancro al seno, cosa che naturalmente dovrà essere confermata in nuovi studi clinici più ampi.
Arriva la pizza Pascalina, buona e previene i tumori
RispondiEliminaAl Napoli Pizza Village, sarà presentata la Pizza Pascalina, nata da un progetto dell’Istituto dei Tumori di Napoli Fondazione Pascale, che mira alla diffusione di un comportamento sano e attento ad una corretta alimentazione anche attraverso la pizza grazie allo studio di gruppo di esperti di diverse discipline e che ora mette in rete ristoratori, produttori, consumatori, e ricercatori per un unico obiettivo, di salvaguardia della salute
Farina di frumento, friarielli campani a crudo, pomodorini di Corbara o San Marzano, olive di Caiazzo, olio extra vergine d’oliva del Cilento, aglio e peperoncino, questi gli ingredienti perfetti emersa dallo studio dei ricercatori per comporre la pizza che risulta protettiva nel ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumori dell’apparato digestivo, incluso il tumore al colon.
La Pizza Pascalina, grazie ai suoi ingredienti può essere consumata come pasto principale anche due volte a settimana ed è stata inserita nella Piramide Alimentare Pascaliana, che applica i principi della dieta Mediterranea ma si basa anche sulle linee guida contro i tumori della World Cancer Research Fund e sulle evidenze scientifiche più recenti su dieta e prevenzione dei tumori.
La nuova pizza che "allunga la vita" si potrà provare al Napoli Pizza Village nello stand della pizzeria "Don Peppe", una delle 50 pizzerie presenti alla grande kermesse in arrivo a Napoli.
Peperoncino, chi lo mangia vive più a lungo e con cuore sano
EliminaChi lo consuma può vivere più a lungo e avere un rischio significativamente ridotto di morire di malattie cardiovascolari o cancro.
Studi precedenti hanno scoperto che mangiare peperoncino ha un effetto antinfiammatorio, antiossidante, antitumorale e di regolazione del glucosio nel sangue dovuto alla capsaicina, che conferisce al peperoncino l'intensità quando viene mangiato. [ANSA]
Per avere notizie aggiornate su una determinata malattia, cercala su Google News:
RispondiEliminahttps://news.google.it
Esegui inoltre la stessa ricerca, indicando però il nome della malattia in Inglese, per avere notizie aggiornate da tutto il mondo.
Fino ai primi anni 2000 negli Usa un anno di trattamento con un farmaco oncologico costava, in media, meno di 10mila dollari per paziente; dal 2005 al 2011 la cifra è salita a 30-50mila dollari. Nel 2012, dei 13 nuovi farmaci approvati dalla Fda (Food and Drug Administration) 12 costavano più di 100mila dollari per anno. In Europa la tendenza è stata più o meno la stessa.
RispondiEliminaFonte: corriere.it
Sempre più evidenze scientifiche:
RispondiEliminaLa dieta giusta può rendere più efficaci i farmaci antitumorali
http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/alimentazione/2018/07/12/giusta-dieta-puo-rendere-piu-efficaci-i-farmaci-antitumorali_d6595ab1-2d33-4ce3-bdd5-6194799cf918.html
Uno studio di otto anni del Queensland Institute of Medical Research (QIMR) ha dimostrato che un composto delle bacche dell'albero detto Blushwood (Hylandia dockrillii, della famiglia euforbiacee) può uccidere cancri della testa e del collo, oltre che melanomi.
RispondiEliminaNello studio guidato dal farmacologo Glen Boyle, una singola iniezione del farmaco sperimentale derivato dalla bacca, EBC-46, ha portato al rapido degrado di tumori in una gamma di modelli di tumori umani. Nelle sperimentazioni è stato usato da veterinari professionisti su 300 animali, fra cui gatti, cani e cavalli.
Nel 75% dei casi il tumore è scomparso e non è ritornato. «Nella maggior parte dei casi un trattamento con singola iniezione ha causato la perdita di sopravvivenza di cellule cancerose entro quattro ore, e in seguito ha distrutto i tumori», scrive Boyle sul sito del QIMR.
«Il composto agisce essenzialmente in tre maniere: uccide le cellule direttamente, fa scattare una risposta cellulare che taglia l'afflusso di sangue al tumore, e inoltre attiva il sistema immunitario dell'organismo per fare pulizia dei residui», aggiunge. Le sperimentazioni pre-cliniche suggeriscono che il farmaco può essere efficace su pazienti umani, spiega ancora lo studioso. Può tuttavia essere usato solo per tumori accessibili con iniezione diretta e non è efficace contro cancri metastatici, avverte. Potrà essere un'opzione aggiuntiva di trattamento, piuttosto che sostituire la chemioterapia o la chirurgia. La compagnia australiana di biotecnologia QBiotics, sussidiaria di EcoBiotics Ltd, ha ottenuto l'approvazione etica per iniziare sperimentazioni umane.
Il Blushwood tuttavia cresce solo in sacche dell'altipiano Atherton nel Nord Queensland, e uno degli obiettivi futuri sarà di estenderne la coltivazione in luoghi più accessibili.
Neuropatia periferica da chemio
RispondiEliminaPer contrastare la neuropatia periferica da chemio in genere viene prescritto:
- Gabapentin o Lyrica (Pregabalin)
- Neuroriparatori senza vitamina B, tipo Nicetile (L-acetilcarnitina) che potrebbe migliorare la rigenerazione del nervo danneggiato.
Curcuma è killer anti-tumore, scoperto come renderla fruibile per l'organismo
RispondiEliminaScoperto il modo per far penetrare nel corpo la curcumina, il 'killer anti-tumore' presente nella curcuma. Gli studiosi dell'Università dell'Illinois sono infatti riusciti a combinarla con il platino.
La curcumina è scarsamente solubile in acqua: fenomeno, questo, che invece è fondamentale per permettere alle sostanze di fluire all'interno del flusso sanguigno. Secondo quanto appurato dagli studiosi, la combinazione platino-curcumina arriva a uccidere le cellule tumorali frammentandone il Dna. Anche se i ricercatori hanno solo testato la somministrazione di curcumina, il contributo di questo studio al trattamento del tumore potrà avere nuovi effetti anche dalla probabilità che il metodo funzioni con altri farmaci.
"Nella terapia del cancro, una delle misure che vincola un certo numero di farmaci è la loro scarsa solubilità", ha commentato Dipanjan Pan, docente di bioingegneria all'Università dell'Illinois a Urbana-Champaign. "La fattibilità diventa importante solo quando il farmaco diventa solubile in acqua.
Quindi, indipendentemente da come viene somministrato il farmaco, per via endovenosa o orale, alla fine deve essere assorbito dagli organi del corpo", ha continuato.
http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2018/08/07/killer-anti-tumore-curcumascoperto-modo-per-penetrare-corpo_8bacb524-eabd-4f86-8e2d-b92174045400.html
La curcuma è un potente antinfiammatorio. Però vi è l'inconveniente per il nostro organismo di poterla assorbire. Si è visto però che, per migliorare questo aspetto, è ottimo associarvi un po’ di pepe nero (basta una puntina di cucchiaino) o in alternativa un grasso (ad esempio l’olio d’oliva). Va bene anche associata a frutta secca o semi oleaginosi.
EliminaSe si intende utilizzarla a scopo curativo, si potrebbe assumerlo sotto forma di integratore. Tra cui quello della Santé: Curcumina 90 cps da 450 mg
Un vaccino contro il cancro efficace nel 100% dei casi sui topi. Questo vaccino è riuscito persino a bloccare la recidiva.
RispondiEliminaIl vaccino contro il cancro è una scoperta dei ricercatori dello Scripps Research Institute che sulla rivista PNAS che hanno pubblicato il loro studio intitolato “Adjuvant effect of the novel TLR1/TLR2 agonist Diprovocim synergizes with anti–PD-L1 to eliminate melanoma in mice”.
La logica del vaccino contro il cancro è quella di stimolare il sistema immunitario contro il tumore. I ricercatori spiegano di aver realizzato un vaccino sperimentale capace di stimolare il sistema immunitario a combattere contro il cancro al punto non solo da curarlo, ma anche di evitare le recidive.
Per realizzare questo vaccino anti cancro gli esperti hanno aggiunto una molecola chiamata Diprovocim ad un vaccino così da attirare le cellule capaci di combattere il cancro proprio dove si trova il tumore. Lo studio dimostrerebbe che questo vaccino sarebbe in grado di incrementare le possibilità di cura nei casi in cui la terapia anti tumorale non dovesse funzionare da sola.
I ricercatori che hanno realizzato il vaccino contro il cancro hanno stimolato la crescita di un melanoma in un gruppo di topi a cui è stata somministrata una terapia anti cancro chiamata anti-PD-L1 e che sono stati poi suddivisi in altri tre sottogruppi: a 8 è stato aggiunto anche il Diprovocim, a 8 un altro coadiuvante chiamato allume e nulla in più ai restanti 8. I dati raccolti dai ricercatori hanno dimostrato un'efficacia del 100%, nel giro di 54 giorni, nei soggetti che hanno ricevuto anche il Diprovocim, percentuale del 25% per coloro che hanno avuto l'allume. I topi che erano stati vaccinati senza aggiunte sono morti tutti.
Non solo. Un altro aspetto sorprendente del vaccino contro il cancro è che il tumore non ricompariva nei soggetti a cui era stato somministrato il Diprovocim per quanto i ricercatori cercassero di stimolarne di nuovo la crescita: il sistema immunitario aveva di fatto imparato a prevenire le cellule tumorali, i topi erano vaccinati.
Al momento va sottolineato che il vaccino contro il cancro funziona unicamente sui topi, per gli uomini sono necessarie altre ricerche. Bisognerà attendere altri test e ricerche ancora per capire se il vaccino sia da considerarsi efficace anche per le persone.
Il 25% dei pazienti con tumore muore per malnutrizione e non per la malattia
RispondiEliminaCirca il 40% dei pazienti oncologici in Europa è malnutrito ed un quarto dei pazienti malati di cancro muore a causa della malnutrizione e non per la progressione della malattia. I dati arrivano dal primo studio europeo sulla nutrizione clinica in oncologia, condotto in Italia, Francia e Germania e che dimostra l'importanza di trattare la malnutrizione nei pazienti oncologici fin dai primi stadi della malattia.
La ricerca internazionale dimostra dunque che la nutrizione clinica è associata ad un significativo miglioramento dei pazienti e ad una miglior tolleranza della chemioterapia.
L’aglio è un tubero molto sano e ricco di proprietà che dovremmo mangiare più spesso:
RispondiElimina- fa abbassare pressione (dilata i vasi sanguigni)
- combatte i batteri e rafforza il sistema immunitario (allicina: agisce come antibiotico naturale)
- previene il cancro
- ha effetti depurativi
- abbassare i livelli di colesterolo
Ecco come mangiare aglio e godere del massimo dei suoi benefici:
- Mangiarlo crudo
- Tritarlo finemente o ben masticato. in quanto l’allicina si sprigiona maggiormente una volta tagliato il bulbo. La cosa ottimale sarebbe tritarlo, aspettare 10-15 minuti e solo dopo consumarlo.
- Consumarlo a stomaco vuoto
- Aglio fresco e biologico. Un aglio troppo vecchio non assicura la presenza degli stessi principi attivi di un aglio fresco (avete mai pensato di piantarlo in giardino o sul balcone?). Sceglietelo poi sempre di provenienza biologica.
- La giusta dose di aglio. Ogni giorno bisognerebbe consumare 2 spicchi di aglio di media grandezza. Minori quantità non sono sufficienti ad assicurare i benefici per la salute.
Rimedi contro l'alito lasciato dall'aglio:
- Un rimedio semplicissimo contro l'alito cattivo lasciato dall'aglio è la mela. Infatti questo frutto, consumato crudo, aiuta a combattere il respiro all'aglio eliminando quei componenti che conferiscono l'odore caratteristico.
- Bere una tazza di tè verde dopo un pasto a base di aglio e cipolla può ridurre temporaneamente l'odore fornendo del tempo utile ad arrivare in bagno a lavarsi i denti.
- Lavare denti e lingua e utilizzando anche il filo interdentale.
In commercio è possibile trovare anche integratori di aglio.
Nuova tecnica identifica prime cellule cancerose e le rimuove
RispondiEliminagrazie biochip 'dialisi' per eliminare cellule malate
Un biochip in grado di identificare e rimuovere le prime cellule cancerogene e che potrà permettere in futuro di filtrare il sangue del paziente per rimuoverle, come una forma di dialisi per il cancro.
La tecnica sviluppata ricercatori dell'University of New South Wales in Sydney, guidati da Majid Warkiani del Centre for Nanomedicine, è in grado di individuare e rimuovere in un piccolo campione di sangue le poche cellule che diffondono il cancro tra i miliardi di cellule sane. Il meccanismo 'centrifuga' e isola le cellule tumorali circolanti (CTC), che sono diffuse nel flusso sanguigno da un tumore solido e che possono formare tumori in altre parti del corpo. "E' come una biopsia liquida non invasiva, che può segnalare la presenza di qualsiasi tipo di cancro solido - che sia ai polmoni, al seno o all'intestino - senza dover ricorrere alla chirurgia", scrive Warkiani sul sito dell'università. Il metodo può essere usato sia per una diagnosi tempestiva, sia per monitorare la risposta del paziente ai trattamenti. Il potenziale tuttavia va molto più in là, scrive Warkiani.
Se il sistema di filtraggio potrà essere raffinato, tutto il sangue del paziente potrà essere filtrato e depurato, rimuovendo le cellule pericolose e riciclando il resto del sangue. "Sarebbe come un trattamento di dialisi per i pazienti renali. Si potrà continuare a filtrare via le cellule pericolose, prolungando la vita del paziente", dichiara lo studioso. "Potrà portare una rivoluzione nel trattamento del cancro".
Un piccolo gruppo di scienziati israeliani sta affermando che avranno la prima “cura completa” contro il cancro entro un anno. E non solo: affermano che sarà anche economica ed efficace e non avrà effetti collaterali minimi o nulli.
RispondiEliminaLa terapia, presentata al Jerusalem Post da Dan Aridor e Ilan Morad - amministratore delegato della Aebi - ha il nome di MuTaTo, da multi-target toxin e, secondo quanto riporta Forbes, “sfrutta una combinazione di peptidi mirati al targeting del cancro e una tossina che potrebbero uccidere le cellule tumorali”.
Questa cura è basata anche su un'altra tecnologia sviluppata dalla stessa società, la SoAP, che "riguarda l'introduzione di un codice di Dna per una proteina, come un anticorpo, dentro un batteriofago - un virus che infetta i batteri. La proteina viene poi visualizzata sulla superficie del fago. I ricercatori possono usare questo metodo per vagliare le interazioni con altre proteine, sequenze di Dna e piccole molecole", si legge nell'articolo. Il nuovo trattamento anti-cancro farebbe la stessa cosa, "ma con i peptidi, che sono composti di due o più amminoacidi uniti in una catena".
La differenza con le terapie precedenti sarebbe nel fatto che MuTaTo usa contemporaneamente una combinazione di più peptidi cancer-targeting, unendoli ad una forte tossina che ucciderebbe le cellule del cancro. Secondo Ilan Morad, i metodi tradizionali avrebbero fallito perché puntavano a colpire un aspetto specifico della cellula tumorale: “L’inibizione delle cellule target di solito agisce su un percorso fisiologico che finisce per alimentare il cancro. Le mutazioni dei target potrebbero rendere irrilevanti i target per la natura delle cellule tumorali in sé. Così, il farmaco che lo attacca è reso inefficace”.
Il metodo MuTaTo, invece, attacca più target alla volta: “Usando almeno tre peptidi per il targeting nella stessa struttura insieme ad una forte tossina, ci assicuriamo che il trattamento non venga inficiato da mutazione: le cellule cancerogene possono mutare per fare in modo che i recettori vengano eliminati dal cancro [...] Invece di attaccare un ricettore alla volta, noi li attacchiamo tre alla volta. Nemmeno il cancro può mutare tre ricettori contemporaneamente”. Così facendo, le cellule cancerose non hanno il tempo di iniziare il processo di disintossicazione.
Succo di Verdure di Rudolf Breuss
RispondiEliminaLe cellule del cancro non possono vivere dei soli succhi di verdura (da assumere nei 42 giorni di cura).
Consiglio vivamente la lettura del libro, che è di un centinaio di pagine, dove si troverà descritta anche la ricetta per preparare il succo di verdure e i vari decotti a base di erbe (facili da reperire).
Dieta ipoglicemica e metformina possono uccidere cellule cancro
RispondiEliminaIndividuato il meccanismo che può far morire il cancro 'di fame'. La scoperta, pubblicata sulla rivista Cancer Cell, è di un gruppo di ricercatori italiani coordinati da Saverio Minucci, direttore del Programma Nuovi Farmaci dell'Istituto Europeo di Oncologia.
Lo studio - condotto su topi e cellule umane in vitro in laboratorio - dimostra infatti che una dieta ipoglicemica e l'assunzione di metformina possono uccidere le cellule tumorali attraverso un inedito meccanismo molecolare che, se attivato, è appunto in grado di 'affamare' le cellule del tumore. La ricerca è sostenuta da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e presto, annuncia Minucci, inizierà la sperimentazione clinica sui pazienti.
I ricercatori hanno dunque evidenziato che una dieta che porti a un abbassamento della glicemia, associata alla somministrazione di metformina, innesca una reazione a catena che si rivela mortale per le cellule cancerose. La metformina è un farmaco ben noto e ampiamente utilizzato contro il diabete di tipo II.
http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2019/05/02/tumorisvelato-meccanismo-che-puo-far-morire-cancrodi-fame_7298b406-0f76-49b3-a12c-c73e77645eac.html
Si tratta di una nuova strategia per combattere il cancro attaccando il suo metabolismo alterato. I ricercatori hanno scoperto che una dieta che porti a un abbassamento della glicemia, associata alla somministrazione di metformina, innesca una reazione a catena che, coinvolgendo la proteina PP2A, porta alla morte delle cellule tumorali.
EliminaLa metformina è un farmaco ben noto e ampiamente utilizzato contro il diabete di tipo 2. Nello studio sono stati già coinvolti altri centri che avvieranno a breve studi clinici. Nella sperimentazione clinica dovrà essere confermata la tollerabilità della combinazione e inoltre, in via preliminare, si dovrà valutare l’efficacia della combinazione di una dieta ipoglicemica e metformina per fermare la progressione del tumore, in aggiunta a terapie già in uso come la chemioterapia. Studi precedenti hanno già dimostrato che i pazienti in terapia chemioterapica tollerano bene sia la riduzione glicemica, sia l'assunzione di metformina.
"Si sa da circa un secolo che il metabolismo è una delle differenze chiave fra la cellula cancerosa e quella sana – spiega Saverio Minucci – e quindi deve essere possibile uccidere le cellule malate sfruttando questa differenza. La cellula usa due processi per generare energia: la glicolisi, che si basa sulla disponibilità di glucosio, e la fosforilazione ossidativa, che può essere inibita con la metformina. Noi abbiamo pensato di attaccare il metabolismo mirando al fenomeno della "plasticità metabolica", vale a dire la strategia con cui la cellula cancerosa si adatta, passando dalla glicolisi alla fosforilazione ossidativa e viceversa, in condizioni di mancanza di nutrimento. Nel nostro studio, riducendo il tasso glicemico con la dieta e somministrando metformina, abbiamo inibito la plasticità metabolica e abbiamo fatto morire le cellule tumorali. Ma siamo andati oltre, scandagliando il meccanismo dell'effetto sinergico di dieta e metformina. Grazie a una dettagliata analisi funzionale a livello molecolare, abbiamo scoperto che ciò che fa morire la cellula tumorale è l'attivazione della proteina PP2A e del suo circuito molecolare. Questo è un dato importante non solo dal punto di vista scientifico, ma anche utile per la clinica. Ipotizziamo infatti che i pazienti che presentano una mutazione in questo circuito potrebbero non rispondere alla futura terapia con dieta e metformina".
«È noto da molto tempo che le persone con diabete hanno un rischio 2,5 volte maggiore di sviluppare alcuni tumori», ha spiegato John Termini del City of Hope National Medical Center in California e responsabile dello studio. Il suo team ha scoperto che il DNA in una persona con diabete subisce più danni e non viene riparato con la stessa frequenza o con successo quando i livelli di zucchero nel sangue sono elevati rispetto a una persona con livelli normali.
EliminaTermini e il suo team di ricercatori hanno anche scoperto che la metformina, il farmaco di prima linea nel trattamento del diabete di tipo 2, in realtà stimola il processo di riparazione del DNA danneggiato.
Le misure più importanti che qualsiasi persona con diabete di tipo 2 può adottare per ridurre il rischio di cancro sono ridurre i livelli di zucchero nel sangue e perdere peso attraverso un maggiore esercizio fisico, migliorare la propria dieta, smettere di fumare e limitare l'assunzione di alcol. «Sembra una soluzione così semplice, ma per la maggior parte delle persone è estremamente difficile mantenere il controllo glicemico», ha detto Termini. «Dal momento che l'incidenza del diabete continua ad aumentare, probabilmente avverrà lo stesso anche per i tumori».
Sul sito www.clinicaltrials.gov ci sono decine di studi clinici sul cancro con le seguenti parole chiave: metformin e carbohydrate restricted diet
EliminaDelle osservazioni recenti su pazienti in cura con metformina hanno dimostrato che il composto è in grado anche di migliorare la prognosi dei soggetti colpiti da patologie tumorali.
EliminaUno studio del 2018, che deve iniziare la fase di sperimentazione clinica, ha impiegato una combinazione di metformina unita a una dieta ipoglicemica, per inibire i due processi coi quali la cellula può generare energia (rispettivamente, la glicolisi e la fosforilazione ossidativa).
La terapia è stata testata da uno studio in vivo effettuato solo su cellule tumorali e in assenza di chemioterapia: in vivo, il trattamento non ha evidenziato tossicità nei tessuti sani, mentre c'è stata mortalità delle cellule tumorali.
Il ricercatore ha dichiarato che «si sa da circa un secolo che il metabolismo è una delle differenze chiave fra la cellula cancerosa e quella sana, e quindi deve essere possibile uccidere le cellule malate sfruttando questa differenza».
https://it.wikipedia.org/wiki/Metformina
Qualche dettaglio in questo articolo:
Eliminahttps://www.gazzetta.it/alimentazione/news/26-01-2022/dieta-ipoglicemizzante-contro-il-cancro-resetta-il-sistema-immunitario-57309.shtml
Prof. Filippo de Braud:
Eliminahttps://www.filippodebraud.it
https://www.filippodebraud.it/metabolismo-come-farmaco (video interessante)
Il miele di corbezzolo, tipico delle aree mediterranee, può essere un'arma contro il cancro del colon.
RispondiEliminaSecondo lo studio, pubblicato sul Journal of Functional Foods, "il trattamento con questo miele blocca il ciclo delle cellule del cancro regolando alcuni geni, inibisce la migrazione delle cellule, riduce la loro capacità di formare colonie e induce la loro morte programmata".
L'effetto antitumorale del miele di corbezzolo sul cancro del colon aumenta con la quantità e durata della terapia. "Nessun effetto è stato osservato invece quando il miele viene applicato sulle cellule sane - continua.
Tumore seno, la dieta tagliagrassi riduce il rischio di morte
RispondiEliminaUna dieta 'tagliagrassi' che a tavola prevede porzioni giornaliere di frutta, verdura e cereali ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di morte per cancro al seno del 21%.
Nello studio statunitense, il campione che ha seguito la dieta tagliagrassi (con un consumo di grassi ridotto al 20% sul totale dell'introito calorico giornaliero), per un periodo di 8,5 anni, ha dunque registrato una riduzione significativa del rischio di morte legato a questo tipo di tumore, rispetto al gruppo di controllo che ha invece seguito una dieta più ricca di grassi (il 32% o più sul totale delle calorie). Inoltre, tra le donne che hanno sviluppato il tumore al seno, quelle con una dieta a basso contenuto di grassi hanno fatto registrare un rischio di morte per qualsiasi causa inferiore del 15%. Lo studio ha anche evidenziato che nel gruppo con il regime dietetico più sano si è verificato l'8% in meno di tumori al seno ma tale risultato, precisano i ricercatori, non è significativo, così come la dieta bilanciata non ha avuto effetti significativi sull'insorgenza del tumore.
Anche per la presidente Asco Monica Bertagnolli, del Dana-Farber Cancer Institute di Boston, la ricerca dimostra che "una dieta più sana fa la differenza, ha solo effetti positivi e si aggiunge a un numero crescente di studi che evidenziano simili risultati per diversi tipologie di cancro".
"Si evidenzia anche un'importante riduzione del tasso di depressione". Insomma contro il cancro al seno, spiega, "il controllo nutrizionale è fondamentale e non è assolutamente un aspetto secondario: i grassi, infatti, non sono molecole inermi ma producono sostanze infiammatorie 'pro-tumore' che aiutano il cancro a proliferare".
E' dunque "paradossale - conclude Tortora - seguire terapie mirate e poi auto-danneggiarsi con un'alimentazione sbagliata".
La Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) ha dato vita alla piattaforma 'Dove mi curo', presente sul sito della stessa organizzazione.
RispondiEliminaSi tratta di una mappa che, elaborando dati ministeriali Agenas, fa emergere (in numeri assoluti) quanti interventi di chirurgia oncologica vengono effettuati, struttura per struttura.
https://www.fondazioneaiom.it/dove-mi-curo/attivita-di-chirurgia-oncologica-in-italia/
'Bruciare' un tumore in un secondo con fasci di elettroni generati via laser: la rivoluzionaria scoperta del fisico nucleare italiano Gabriele Grittani
RispondiEliminaIdeata una dieta che potrebbe ridurre la crescita dei tumori
RispondiEliminaRiducendo l'apporto di una molecola che assorbiamo con l'alimentazione - l'amminoacido metionina - si potrebbe ridurre la crescita tumorale e rendere più efficaci certi trattamenti chemioterapici (ad esempio il fluorouracile) e radioterapici.
Lo rivela uno studio sui topi pubblicato sulla rivista Nature. Condotto da Jason Locasale della Duke University School of Medicine, di Durham, lo studio suggerisce quindi una 'dieta antitumore' che favorisce l'efficacia delle terapie.
La metionina è un amminoacido essenziale presente in cibi come il petto di pollo o di tacchino, i semi di sesamo, il grana, alcuni pesci come lo stoccafisso. Il nostro corpo non può produrlo da sé, ma deve assumerlo attraverso l'alimentazione.
Gli esperti sono partiti dalla conoscenza che la metionina è un aminoacido in qualche modo coinvolto nei processi tumorali, anche se tali meccanismi non sono ancora chiari. Così hanno pensato che riducendo l'apporto di metionina nella dieta si potesse frenare la crescita del tumore. E così è stato: in diversi modelli di tumore in topolini gli esperti sono riusciti a ridurre la crescita del cancro riducendo dell'83% la metionina nella loro dieta e ancora di più accoppiando questa dieta povera di metionina a chemioterapia con fluorouracil e radioterapia.
Infine gli esperti hanno dato per tre settimane la stessa dieta povera di metionina a sei individui sani e visto che questa alimentazione induce nell'uomo le stesse reazioni metaboliche viste nei topi, quindi l'ipotesi - che resta naturalmente da verificare - è che questa dieta possa potenziare anche nell'uomo gli effetti delle terapie antitumorali.
L’assenza di gravità uccide i tumori
RispondiEliminaÈ la nuova frontiera nella cura contro il cancro, che potrà lavorare in parallelo con le terapie esistenti e migliorarne l’efficacia. Basterebbe soltanto un giorno di microgravità per far morire tra l’80 e il 90% di cellule tumorali. Ciò significa che possono essere radicalmente colpite da gravità zero.
L’ipotesi è che la gravità ridotta uccida le cellule del tumore perché impedisce loro di comunicare.
“Nello spazio le cellule del corpo cominciano a subire la condizione detta uploading meccanico – spiega lo studioso. L’assenza di gravità ha effetto su come le cellule si muovono e agiscono e compromette la loro capacità di sopravvivenza”.
Pare, insomma, che quando siamo nello spazio, ciò che accade al corpo è che le sue cellule iniziano a sentire questa condizione definita “scarico meccanico“, che influisce sul modo in cui le cellule si muovono, su come funzionano e determinano anche la loro sopravvivenza.
“La nostra ipotesi è che non possono più percepire ciò che li circonda e, quindi, le cellule entrano nello stato di apoptosi o morte cellulare”.
Aumento di peso correlato fino al 50% in più rischio cancro
RispondiEliminaGli adulti che aumentano gradualmente di peso hanno un rischio fino al 50% più alto di contrarre un cancro, rispetto a chi ha mantenuto un peso stabile durante l'età adulta.
Secondo lo studio, chi è diventato gradualmente in sovrappeso con l'età ha un rischio maggiore del 30% di contrarre uno o più di 13 tipi di cancro, mentre per chi diventa obeso l'aumento di rischio arriva al 50%. Sono classificati in sovrappeso gli adulti con un indice di massa corporea oltre 25, e obesi se l'indice è più di 30. I tipi di cancro più strettamente associati all'aumento di peso sono quelli che colpiscono l'esofago, il seno, il fegato, la cistifellea e la tiroide, oltre al cancro al pancreas, alle ovaie, al mieloma multiplo, del cardias gastrico, di cancro endometriale. "Dopo il fumo e l'esposizione al sole, i più importanti fattori di rischio di cancro sono la dieta, l'attività fisica e le dimensioni corporee", ha detto nel presentare lo studio. "Questi dati sono un forte richiamo all'importanza di mantenere un peso sano attraverso l'età adulta".
Una delle forme più pericolose di grasso è quello viscerale che si forma attorno agli organi del corpo. E non è solo la perdita di peso che lo può ridurre, ma anche l'attività fisica, ha aggiunto Milne, che ha espresso particolare preoccupazione sull'impatto delle bevande zuccherate sull'aumento di peso.
"Oltre a muoversi di più e a mantenere una dieta sana, incoraggiamo tutti a eliminare le bevande zuccherate. E' anche importante conoscere le proprie misure dell'indice di massa corporea e sapere come mantenerlo a un livello stabile", ha aggiunto.
L'obesità riduce l'efficacia dell'immunoterapia contro i tumori.
EliminaNei pazienti diabetici peggiora la sopravvivenza.
(ANSA)
Il virus ingegnerizzato CF33, una volta iniettato nell’organismo, sembra essere in grado di stimolare il sistema immunitario a riconoscere le cellure tumorali, oltre a infettare le cellule malate e distruggerle, il tutto con effetti collaterali minimi.
RispondiEliminaIl sulforafano ha tantissimi benefici e pare sia efficace anche contro il cancro.
RispondiEliminaIn natura lo si ritrova soprattutto in diverse specie vegetali, come nelle piante alla famiglia delle crucifere quali ad esempio broccoli, cavoli e cavolini di Bruxelles.
https://it.wikipedia.org/wiki/Sulforafano
I germogli di broccoli contengono più di 100 volte il sulforafano presente dei broccoli maturi
EliminaLe “bombe” di vitamina C potenziano le difese e l’immunoterapia anti-cancro
RispondiEliminaUno studio dell’Istituto di Candiolo Irccs, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Translational Medicine, dimostra che l’iniezione di mega-dosi di vitamina C potrebbe potenziare l’efficacia anti-cancro dell’immunoterapia. I promettenti risultati riaccendono i riflettori sull’uso della vitamina C come anticancro ma in maniera completamente nuova rispetto al passato e agli antipodi delle strategie «fai da te» con integratori e supplementi. Solo mega-dosi di vitamina C pari a 2000 arance al giorno, iniettate quotidianamente per via endovenosa per almeno due settimane, «risvegliano» il sistema immunitario contro i tumori e contribuiscono così a ridurne la crescita. Se somministrata assieme agli inibitori dei checkpoint, farmaci per immunoterapia oncologica promettenti ma gravati da vari effetti collaterali, la «bomba» di vitamina C potenzia l’immunoterapia e la rende più tollerabile, aprendo la strada a nuove possibilità di terapie integrate che potrebbero rallentare la progressione della malattia.
Di recente si è scoperto che la vitamina C somministrata per via orale non può essere assorbita dall’intestino a dosi tali da avere un effetto anticancro; così abbiamo deciso di testare mega-dosi iniettandole direttamente nel peritoneo di topolini affetti da diversi tumori solidi, cercando di capirne l’effetto sul cancro e sul sistema immunitario». I risultati mostrano innanzitutto che la vitamina C da sola «accende» i linfociti T e li attiva a rispondere meglio contro il tumore, che così rallenta in maniera significativa la sua crescita.
Fonte: La Stampa
Avere una buona quantità di vitamina D nell'organismo è utile sia per la prevenzione del cancro sia per la prognosi di alcuni tumori, tra cui quelli del colon e del sangue. (ANSA)
RispondiEliminaLeggi altre informazioni sulla Vitamina D.
I ricercatori affermano che livelli più elevati di vitamina D, possono aiutare a migliorare le probabilità di una persona di sopravvivere al cancro al seno.
EliminaAvere abbastanza vitamina D al momento della diagnosi è associato a migliori esiti nel percorso di guarigione dal cancro al seno.
Gli studi hanno dimostrato che livelli ematici più elevati di vitamina D sono associati a un minor rischio di cancro del colon-retto, e ha una maggiore possibilità di sopravvivere in caso di cancro al seno.
Per livelli ematici più elevati di vitamina D si intende qualsiasi livello che soddisfi o superi il cut-off clinico “sufficiente” (≥30 ng/ml). (greenMe)
Tumore al seno, semi-digiuno vegetale può aiutare cure
RispondiEliminahttps://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2020/07/15/tumore-al-seno-semi-digiuno-vegetale-puo-aiutare-cure_ce3ca7af-8227-451a-80fe-8f07814a2281.html
Omeprazolo potenzia la chemioterapia nei tumori
RispondiEliminaPartirà nel 2005 la sperimentazione clinica sull'uomo di un trattamento a base di farmaci inibitori delle pompe protoniche (omeoprazolo e simili) che, somministrato prima della chemioterapia, sarebbe in grado di rendere i tumori più sensibili alla terapia stessa.
Un trattamento a base di omeoprazolo, un farmaco che normalmente si usa per l'ulcera gastrica, se somministrato un giorno prima della chemioterapia antitumorale, potrebbe migliorare l'efficacia della cura, riducendone oltretutto il livello di tossicità. Si tratta, infatti, di un farmaco che, modulando l'acidità delle cellule tumorali, riesce a rendere sensibili ai chemioterapici i tumori ad essi resistenti. A questa conclusione sono giunti i ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità dopo aver condotto uno studio, condotto in vitro e su modelli animali, pubblicato sul Journal of National Cancer Institute. I risultati vanno confermati dalla sperimentazione clinica nell'uomo programmata per il 2005. Tra i meccanismi di resistenza ai farmaci, infatti, l'acidità svolge un ruolo di primaria importanza, essendo la gran parte dei farmaci, inclusi quelli antitumorali, facilmente neutralizzabili dall'ambiente acido". L'omeoprazolo e d altri PPI(rabeprazolo, esomeprazolo, lansoprazolo e pantoprazolo), attualmente utilizzati nel trattamento dei sintomi della malattia peptica, esplicano la loro azione antiacida inibendo le pompe (proteine della membrana della cellula) che regolano il pH cellulare. L'ambiente in cui si sviluppa un tumore maligno è acido e, quindi, potenzialmente in grado di attivare questi farmaci, i quali, innalzando il pH tumorale, riescono ad inibire il meccanismo di resistenza ai chemioterapici. I risultati
dell'indagine hanno pienamente confermato questa ipotesi: infatti, il trattamento con omeoprazolo od i suoi analoghi ha mostrato di saper rendere cellule tumorali, prima resistenti ai chemioterapici, sensibili all'azione degli stessi, soltanto, però, se il trattamento con PPI avviene 24 ore prima dell'inizio della chemio. I ricercatori hanno inizialmente sperimentato questi farmaci su linee cellulari umane (in gran parte fornite dall'Istituto Nazionale per la Cura dei Tumori di Milano), derivate da pazienti affetti da tumori di varia origine, di cui era stata appurata in precedenza la chemioresistenza. Il risultato ha mostrato che un pre- trattamento a base di PPI riusciva ad aumentare notevolmente l'effetto di alcuni agenti chemioterapici, quali cisplatino, 5-fluoracile, vinblastina e doxorubicina. Gli studi sul meccanismo responsabile di tale effetto hanno mostrato che i PPI incrementavano il pH, sia dell'ambiente extracellulare che di quello intracellulare, inducendo inoltre un aumento della permanenza del farmaco chemioterapico. Gli studi hanno compreso anche una parte in vivo, utilizzando un modello costituito da topi SCID (Severe Combined Immunodeficiency), nei quali sono state inoculate cellule tumorali umane che crescevano nel topo sotto forma di tumore cutaneo. Una volta sviluppatosi il cancro umano, ai topi è stato somministrato omeoprazolo per via orale e il giorno successivo il chemioterapico per via sistemica. I ricercatori hanno, quindi, potuto osservare che negli animali pre - trattati con omeoprazolo la crescita tumorale veniva inibita, con la conseguente formazione di un'ampia area di necrosi a livello del tessuto tumorale. I topi, inoltre, non mostravano alcun segno di tossicità, confermando, quindi, la capacità dei PPI di ridurre gli effetti collaterali, ben noti, dei chemioterapici.
Fonte: Istituto Superiore di Sanità
Link: http://progetti.iss.it/pres/comu/comu.php?id=225
Gli scienziati della Nanyang Technological University, a Singapore, hanno sviluppato delle nanoparticelle che distruggono le cellule cancerogene senza bisogno di ricorrere a farmaci. Le nanoparticelle chiamate “Nano-pPAAM” fanno in modo che le cellule tumorali si autodistruggano.
RispondiEliminaLe nanoparticelle sono rivestite con l’aminoacido L-fenilalanina, di cui le cellule tumorali necessitano per crescere. In questo modo le nanoparticelle si presentano come “un cavallo di Troia” che con l’inganno le raggiunge, iniziando successivamente a produrre sostanze chimiche, note come specie reattive dell’ossigeno (ROS), che invece uccidono le cellule tumorali.
Lo studio pubblicato dalla rivista Small ha dimostrato che Nano-pPAAM uccide circa l’80% delle cellule tumorali del seno, della pelle e dello stomaco negli esemplari esaminati, ma senza causare effetti collaterali, a differenza della classica chemioterapia.
Impiantato per la prima volta cerotto che uccide le cellule tumorali post operazione.
RispondiEliminaA realizzare la speciale membrana antitumorale (CEB-01) è stata Cebiotex. Si tratta di una specie di cerotto che viene impiantato nel punto in cui il tumore è stato rimosso e che, rilasciando un farmaco chemioterapico, riesce ad uccidere le cellule tumorali che possono essere rimaste dopo l’operazione.
La biomembrana CEB-01, che è costituita da nanofibre biocompatibili e bioassorbibili, viene impiantata immediatamente dopo la rimozione di un tumore, con il vantaggio di iniziare subito il lavoro di rimozione delle cellule tumorali eventualmente rimaste. La radioterapia e la chemioterapia, invece, vengono iniziate generalmente alcune settimane dopo l’intervento.
“la membrana CEB-01 offre un’intensa opzione di trattamento locale durante il periodo in cui non è possibile somministrare altre terapie, fino a quattro settimane dopo l’intervento chirurgico”.
Una nuova terapia affama le cellule cancerose: una finta particella di colesterolo
RispondiEliminaMettere a dieta le cellule tumorali, dando loro l'illusione di mangiare uno cibi di cui sono più ghiotti, cioè il colesterolo, può essere una nuova arma di lotta al cancro se questo 'inganno' realizzato dalla medicina può innescare la loro distruzione. Ciò che appare al cancro come una particella carica di colesterolo può essere infatti, in realtà, una nanoparticella sintetica che si lega alle cellule tumorali e che le fa morire di fame.
Sebbene la ricerca abbia esaminato le sole cellule dei linfomi, gli scienziati affermano che questo nuovo farmaco sperimentale potrebbe essere efficace anche in altri tumori che hanno un simile 'appetito' per il colesterolo, come il cancro ai reni e quello alle ovaie. Questa nuova terapia, secondo gli studiosi, potrebbe funzionare perché è stato dimostrato che il metabolismo del colesterolo è molto diverso nelle cellule tumorali target rispetto a quello che invece potrebbe fare nelle cellule normali. Ciò consentirebbe al farmaco sperimentale di attaccare e uccidere selettivamente le cellule tumorali vulnerabili lasciando illese le cellule normali. (ANSA)
Leggi anche: La “Medicina” per il Colesterolo Alto
La caffeina ha un effetto protettivo contro la crescita delle cellule di melanoma umano e potrebbe aiutare a ridurre la crescita di cellule responsabili di recidive.
RispondiEliminaLo studio è stato focalizzato sull'identificazione dei meccanismi attraverso i quali la caffeina svolge un importante ruolo protettivo contro alcuni tipi di tumori, già descritto in molti lavori in letteratura. (ANSA)
Una nuova interessante prospettiva nella lotta a questo cancro particolarmente aggressivo viene da uno studio pubblicato sul Journal of Functional Foods e nato dalla collaborazione tra ENEA, CNR e Università “Federico II” di Napoli (UNINA).
RispondiEliminaLa nuova ricerca è riuscita a dimostrare che all’interno dei vinaccioli, comunemente chiamati semi d’uva, vi sono molecole che aiutano a bloccare la crescita delle cellule maligne di questo tipo di tumore e, le stesse molecole, si rivelerebbero anche utili a rafforzare le comuni terapie antitumorali (come la chemioterapia).
Lo studio è stato fatto in particolare sui vinaccioli delle uve di Aglianico e Falanghina, entrambe tipicamente campane. Secondo quanto riportato dall’Enea, i semi di uva risultano particolarmente ricchi in proantocianine, dal forte potere antiossidante e in grado di indurre nelle cellule tumorali l’apoptosi (ossia la morte cellulare), anche laddove queste mostrino resistenza ai farmaci.
Secondo l’indagine molecolare condotta presso il Dipartimento di Agraria dell’UNINA, sarebbero soprattutto i semi di Aglianico ad essere ricchi di proantocianine piuttosto che la Falanghina. L’estratto di semi d’uva falanghina è riuscito a ridurre la vitalità delle cellule del mesotelioma del 30% dopo 24 ore, mentre quello di semi d’uva aglianico del 40%.
Tumori, una dieta può aiutare a combatterli: ecco gli alimenti che attivano le cellule "Natural Killer"
RispondiEliminaOlio extravergine d'oliva, pane integrale, frutta fresca e secca in quantità limitate e prestabilite. La dieta "ipoglicemizzante", basata su alimenti di origine vegetale attiva le cellule "killer" che combattono il tumore. É quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori in collaborazione con l'Istituto Firc di Oncologia Molecolare (Ifom) e il supporto economico di Fondazione Airc.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Discovery, ha coinvolto 101 pazienti.«Si sono attivate alcune cellule del sistema immunitario che hanno un ruolo importante nel riconoscere e uccidere le cellule tumoralì». I risultati di questo studio sono incoraggianti e dimostrano che questo tipo di regime alimentare è sicuro, fattibile e associato a un recupero di peso nella maggior parte dei pazienti oncologici trattati.
L'altra buona notizia è che ci sono i presupposti per sperimentare questo approccio terapeutico in diverse forme di tumore. Come spiega De Braud: «Il fatto che la dieta ipoglicemizzante riesca a ridurre i livelli ematici di glucosio e di fattori di crescita in maniera simile a quanto osservato in esperimenti con animali di laboratorio, costituisce il presupposto biologico per la sperimentazione di questo approccio terapeutico per diverse forme di tumore»
Nel dettaglio si tratterebbe di una dieta ciclica da osservare per 5 giorni, ogni 3-4 settimane. Gli effetti sono evidenziati dallo studio di Licia Rivoltini, direttrice l'Unità di Immunoterapia dei Tumori, che ha raccolto e analizzato i campioni di sangue dei pazienti prima e dopo i cinque giorni di dieta rilevando che questa «aumenta la presenza nel sangue di cellule immunitarie buonè come i linfociti T citotossici e le cellule Natural Killer: queste sono potenzialmente in grado di riconoscere e uccidere le cellule tumoralì». (Il Messaggero)
L'astaxantina, una molecola estratta da un'alga verde, è l'antiossidante più potente "ad oggi" conosciuto.
RispondiEliminaTra i vari benefici, la letteratura scientifica attribuisce all'Astaxantina attività anticancro.
Leggi: https://www.my-personaltrainer.it/integratori/astaxantina.html
Scegli un integratore di astaxantina che abbini anche gli omega 3.
Scoperto come il cancro del colon retto si avvale di cellule, sino ad ora sconosciute, che formano uno scudo di zuccheri per proteggersi dai radicali liberi, i quali hanno il compito di danneggiare il tumore e ostacolarne la crescita.
RispondiEliminaQueste cellule - incapaci di crescere e moltiplicarsi all'interno della massa tumorale - si caratterizzano per un elevato assorbimento di glucosio, che emerge quindi per la prima volta con un nuovo ruolo difensivo dei tumori, che si va ad aggiungere alla sua funzione, di carburante per accelerare la crescita tumorale, scoperta già in passato.
Rimuoverle, abbattendo questa protezione del tumore, potrebbe accrescere l'efficacia delle terapie.
"E' noto che il metabolismo del glucosio consente alle cellule tumorali di crescere e proliferare. Il nostro lavoro ha scoperto un nuovo ruolo del glucosio nel meccanismo di difesa nei tumori, come arma per proteggersi dai radicali liberi, molecole che danneggiano le cellule e ostacolano la crescita della neoplasia.
In particolare, la ricerca, ha identificato un nuovo tipo di cellule di difesa a protezione del tumore. Si tratta di cellule non proliferanti, incapaci cioè di crescere e moltiplicarsi all'interno del tumore, ma caratterizzate da un elevato assorbimento di glucosio.
Inaspettatamente, in queste cellule lo zucchero non viene convertito in energia, come i principali consumatori di glucosio nel cancro del colon, ma utilizzato per neutralizzare i radicali liberi che potrebbero danneggiare la struttura della cellula, compromettendone la sopravvivenza"
Andrologi, 5 cibi-scudo riducono il rischio di tumore alla prostata
RispondiEliminaGli antiossidanti presenti in diversi cibi, dal tè verde al pomodoro cotto, passando per i frutti rossi, l'uva e il melograno, possono davvero fare la differenza nella prevenzione del tumore alla prostata, aprendo un nuovo scenario anche come supporto alla terapia, riducendone la tossicità e aiutando a bloccare la progressione della malattia.
Secondo le conclusioni degli esperti che hanno analizzato e descritto a fondo la letteratura scientifica sull'argomento, le evidenze più solide riguardano alcuni cibi che contengono sostanze ad azione antiossidante e antiproliferativa, come epigallocatechine, licopene, resveratrolo e di recente il pterostilbene, con un bilancio vantaggioso tra efficacia e sicurezza.
In uno studio clinico su un gruppo di soggetti ad alto rischio di tumore alla prostata si è visto che chi assumeva regolarmente epigallocatechine derivate dal tè verde vedeva ridotto del 60% il rischio di ammalarsi rispetto a chi assumeva solo una sostanza placebo. Il rischio può ridursi fin dell'80% con un'assunzione di queste sostanze per due anni consecutivi.
Anche il licopene, contenuto in grandi quantità nel pomodoro, rappresenta un altro principio attivo largamente studiato nelle strategie di prevenzione.
Inoltre, nuovi studi hanno dimostrato la particolare efficacia del resveratrolo, contenuto soprattutto nell'uva, non solo come azione preventiva contro il tumore della prostata ma anche come supporto ai trattamenti anti-tumorali per l'altissimo potenziale antiossidante che agisce sia nello stato iniziale del cancro, attraverso fattori di blocco, sia nello stato più avanzato attraverso fattori di soppressione che ne frenano la progressione.
Tuttavia, bisogna prestare la massima attenzione ai supplementi, che devono essere prescritti dallo specialista per individuare il tipo di prodotto giusto per ciascun paziente, con le giuste modalità di utilizzo, in modo che la dose corretta non sia troppa bassa e quindi inefficace ma neppure troppo alta e quindi a rischio di effetti collaterali. (ANSA)
L'età avanzata e il fumo sono i fattori di rischio che più incidono sullo sviluppo di qualsiasi tipo di cancro.
RispondiEliminaIl rischio di qualsiasi cancro era più forte per i fumatori rispetto ai non fumatori: in particolare, il fumo aumentava il rischio di tumore del 63% tra gli uomini e del 55% tra le donne. Negli uomini, gli altri fattori che più aumentavano le probabilità di ammalarsi di cancro erano anche l'assunzione di alcol, una storia familiare di cancro, il consumo di carne rossa e l'inattività fisica.
Nelle donne l'indice di massa corporea, il diabete di tipo 2, aver subito un'isterectomia o la legatura delle tube, la storia familiare di cancro, l'ipertensione e l'inattività fisica. (ANSA)
Per 3 settimane tra la diagnosi e la chirurgia del cancro al seno, ogni donna ha ricevuto NAC (N-Acetilcisteina). Il farmaco è stato somministrato per via endovenosa con una dose di 150 milligrammi per chilogrammo una volta alla settimana. Nei giorni in cui i soggetti non hanno ricevuto NAC per via endovenosa, hanno ricevuto una dose orale due volte al giorno di 600 milligrammi.
RispondiEliminaI risultati sono incoraggianti
Le biopsie del tumore del cancro al seno di ciascuna donna sono state analizzate per i livelli di tre biomarker di aggressività del cancro: MCT4, CAV1 e Ki67.
Lo studio ha rivelato che i livelli di Ki67 nei tumori si erano ridotti del 25%, mentre i livelli di MCT4 si erano ridotti dell’80%, una percentuale molto alta.
Questi risultati indicano che il trattamento con NAC potrebbe essere un modo economico e non tossico per fermare la crescita e la divisione delle cellule tumorali.
https://oncolife.it/novita-dalla-ricerca/la-crescita-delle-cellule-tumorali-potrebbe-fermarsi-con-il-raffreddore-e-l-influenza/
Dai vaccini fatti da bimbi una nuova via contro i tumori
RispondiEliminaStudio italiano, si sfrutta la memoria immunitaria per risvegliare immunità
Per smascherare e colpire le cellule tumorali, abilissime nel 'nascondersi' al sistema immunitario, arriva un nuovo approccio: si punta ad utilizzare la memoria che l'organismo ha delle precedenti vaccinazioni, fatte quando si era bambini.
Il meccanismo è semplice: si inietta nel tumore un antigene legato ad un vaccino già fatto, in questo modo il sistema immunitario lo riconosce ed attacca le cellule neoplastiche 'portate allo scoperto'.
E' l'immunoterapia del futuro, suggerita da uno studio condotto dall'Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova, Università del Piemonte Orientale, Università di Genova e Istituto di Tecnologie Biomediche del Cnr di Segrate.
La radioterapia può curare metastasi come la chirurgia.
RispondiEliminahttps://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2023/06/03/ansa-box/rivalutata-la-radio-cura-le-metastasi-come-il-bisturi_64d5aaf1-6660-4da7-ae6b-20f22582264a.html
Al Rizzoli di Bologna si 'fermano' le metastasi con l'AngioTac
RispondiEliminaCon l'ausilio dell'AngioTac possiamo trattare agendo sui vasi sanguigni che li alimentano embolizzandoli. E ci sono ulteriori possibilità di utilizzo, come la "crioterapia a masse per cui la cui sola soluzione era l'intervento chirurgico e che ora, invece, possiamo gestire in radiologia con un ricovero in Day Hospital.
La tecnologia è già stata utilizzata in un primo paziente che presentava una dolorosa metastasi ossea al bacino: sono stati indagati i vasi sanguigni individuando quelli che alimentavano la metastasi e sono stati "tappati". (ANSA)
Uno studio pubblicato nel 2022 sulla rivista "Nature Medicine" (Dostarlimab in patients with unresectable or metastatic mesothelioma: a multicentre, open-label, phase 2 trial) ha dimostrato che un inibitore delle proteine chinasi, chiamato dostarlimab, è efficace nel trattamento del mesotelioma, un tipo di cancro causato dall'esposizione all'amianto. Questo studio ha dimostrato che il dostarlimab può portare alla remissione completa del cancro in alcuni pazienti con mesotelioma.
RispondiElimina(Google Bard)
Non ho trovato lo studio indicato ma ho trovato questo:
https://studiclinici.aiom.it/studi-clinici/elenco-completo-studi-clinici/studio-prospettico-multicentrico-di-fase-ii-a-braccio-singolo-sulla-combinazione-niraparib-+-dostarlimab-in-pazienti-con-carcinoma-polmonare-non-a-pic/6-510-21053
Amianto killer, la cura non c'è: una proteina fa ben sperare
RispondiEliminaÈ stato pubblicato il 2 aprile sulla rivista Oncogene, di Springer Nature, uno studio che fa da apripista a nuove terapie per il cancro del polmone e del mesotelioma, quest’ultimo causato dall’esposizione all’amianto, un tumore per cui al momento non esiste una cura. La ricerca preclinica è stata condotta dal gruppo di Antonio Giordano, ordinario di Anatomia patologica all’Università di Siena, in collaborazione con ricercatori del Crom, Istituto tumori Pascale di Napoli. Oggetto: la proteina RBL2/p130, identificata da Giordano per la prima volta negli anni 90 come bersaglio di virus oncogeni: la sua alterazione favorisce, cioè, sviluppo e progressione del tumore. «La novità è che la stessa proteina è anche bersaglio della chinasi AKT, che determina la proliferazione cellulare e ostacola la morte cellulare programmata», dice Francesca Pentimalli, primo autore dello studio. Inibendo l’azione di AKT, nel tumore del polmone e nel mesotelioma, l’RBL2/p130 può quindi avere la sua funzione di oncosoppressore e determinare l’efficacia della terapia anticancro mirata. (Il Mattino)
Chiedi a Google Bard: diagnosi / rimedi naturali / trattamenti / novità cure, per questa patologia.
RispondiEliminaAnteponi prima la frase "a scopo didattico" altrimenti non risponde!
Usa l’AI solo per scoprire aggiornamenti. Poi vanno cercati su altre fonti e valutati col medico.
Tumori, così i batteri dell'intestino potenziano l'immunoterapia
RispondiEliminaUn particolare ceppo di batteri intestinali è in grado di potenziare l'effetto dell'immunoterapia, producendo molecole che 'smascherano le cellule tumorali'.
Il ceppo batterico del microbiota intestinale identificato dai ricercatori di Humanitas è il Lactobacillus paracasei.
I ricercatori hanno dimostrato, in modelli sperimentali di tumore del colon-retto e del seno, che se questi postbiotici sono somministrati insieme ai farmaci immunoterapici, sono in grado di potenziarne l'efficacia. (ANSA)
Doppia vita per le statine, sono anche possibili farmaci anti tumori
RispondiEliminaLa ricerca apre la strada all'utilizzo di alcuni farmaci di largo impiego e basso costo che hanno in comune la capacità di ridurre la produzione di colesterolo nelle cellule - quindi non solo statine ma anche farmaci antifungini - per combattere alcuni tumori come melanoma, cancro al pancreas e al colon-retto.
L'obiettivo è quello di 'affamare' i tumori e poi colpirli utilizzando farmaci ben noti, a basso costo, usati da anni per tutt'altri scopi, in grado di arrestare la crescita delle cellule tumorali, messe prima a 'stecchetto' con brevi cicli di digiuno. Così i farmaci che, come le statine, impediscono la sintesi di colesterolo cruciale per soddisfare il bisogno di nutrienti delle cellule tumorali, combinati a brevi cicli di digiuno, potrebbero diventare una terapia low cost per combattere tumori difficili.
I ricercatori hanno ipotizzato che esponendo i tumori a condizioni di 'stress nutrizionale', cioè a una carenza di nutrienti e di fattori di crescita come quella che si verifica con un digiuno transitorio, sarebbe stato possibile renderli vulnerabili anche ad altri farmaci di uso comune. Hanno perciò utilizzato linee cellulari di numerosi tumori, fra cui quelli al pancreas, al colon-retto e il melanoma, e dopo averle esposte a condizioni che mimano il digiuno hanno condotto uno screening di centinaia di farmaci di uso comune. "I risultati mostrano che farmaci che riducono la sintesi di colesterolo, tra cui le statine, diventano capaci di arrestare la crescita di vari tipi di neoplasie quando combinati con brevi cicli di digiuno settimanale. Il digiuno riduce la capacità delle cellule tumorali di sintetizzare il proprio colesterolo e inoltre le induce ad espellere il colesterolo che contengono. In questa situazione, esporre i tumori a farmaci che riducono ulteriormente la produzione di colesterolo fa sì che le cellule maligne sperimentino un'improvvisa forte carenza di questo lipide, cruciale per vari aspetti del loro metabolismo e della loro crescita, e che perciò non siano più in grado di crescere. I nostri dati confermano la possibilità di utilizzare dunque le statine come antitumorali in associazione al digiuno". (ANSA)
Stress e ansia rafforzano i tumori e indeboliscono le cure
RispondiEliminaLo stress può favorire la crescita e la resilienza del tumore, sia attraverso la produzione di una serie di ormoni (come il cortisolo) che lo 'nutrono', sia promuovendo la creazione di un microambiente vantaggioso per la proliferazione di metastasi e sia 'indebolendo' e 'corrompendo' le cellule del sistema immunitario. Il supporto psicologico dall'inizio del percorso di cura può dunque avere una triplice funzione: da un lato può migliorare la qualità della vita del paziente, dall'altro può ridurre il 'nutrimento' del tumore e dall'altro ancora sostenere e tutelare la risposta ai trattamenti immunoterapici. (ANSA)
La nuova frontiera dei farmaci epigenetici: al via uno studio italiano contro il cancro
RispondiEliminaA Siena si continua a battere la via dell'epigenetica per rendere i tumori più visibili da parte del sistema immunitario. E, quindi, per rendere l'immunoterapia più efficace.
Pioniere di questa strategia è il gruppo della Fondazione NIBIT e del Centro di Immuno-Oncologia (CIO) al Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, entrambi diretti dall'oncologo Michele Maio. Parte infatti nella città toscana un nuovo studio: è prevista per oggi la prima somministrazione, al primo paziente, del primo trattamento che combina due immunoterapie (ipilimumab e nivolumab, già disponibili) con un nuovo farmaco orale epigenetico (ASTX727).
Lo studio, chiamato NIBIT-ML1 e sostenuto da Fondazione Airc, sarà svolto in collaborazione con altri 5 centri di ricerca italiani (INT Milano, IST Genova, Università di Firenze, Napoli e Sassari) e riguarderà pazienti con melanoma o tumore al polmone avanzato che non rispondono all'immunoterapia.
I farmaci immunoterapici (gli inibitori di checkpoint immunitario) hanno rivoluzionato il trattamento di molti tumori, in particolare (ma non solo) il melanoma, il tumore del polmone e il tumore del rene. Circa la metà dei pazienti, però, non risponde a questa strategia e per questo si stanno testando diverse strategie che possano rendere il tumore più immunogenico, e cioè "visibile" per il sistema immunitario. Una di queste strategie riguarda i cosiddetti farmaci epigenetici, che sono in grado, cioè, di apportare delle modifiche chimiche al Dna e modulare l'espressione dei geni.
Grazie alla ricerca della Fondazione NIBIT è stato scoperto che i farmaci epigenetici possono agire come immunomodulanti. Da qui il razionale scientifico e il primo studio clinico di fase 1, i cui risultati erano stati presentati al congresso dell'Asco nel 2019. Il nuovo studio valuterà la tripla combinazione.
Dieta e farmaci sono una possibile arma contro la leucemia linfatica
RispondiEliminaCombinando il digiuno ciclico (o la dieta cosiddetta 'mima-digiuno') con farmaci mirati si potrà contrastare la leucemia linfatica cronica (Llc), la forma di leucemia più diffusa nei Paesi occidentali (15-20% di tutti i casi di leucemia) con 1-2 nuovi casi l'anno ogni 100.000 individui.
"La leucemia linfatica cronica è una malattia complessa - premette Longo - con forme indolenti e aggressive che richiedono approcci terapeutici distinti". La forma indolente ha una progressione lenta, per la quale i medici spesso seguono una strategia di watch and wait ("osservare e attendere"), che consente di monitorare l'evoluzione clinica dei pazienti, iniziando trattamenti farmacologici solo in caso di segni di peggioramento.
"In questo studio - spiega Longo - grazie al lavoro condotto da Franca Raucci e Claudio Vernieri, abbiamo osservato, in esperimenti con topi con leucemia, che la dieta mima digiuno può neutralizzare in parte i linfociti tumorali". "Inoltre - precisa Vernieri - sono stati esaminati gli effetti di otto cicli consecutivi di dieta mima digiuno in due pazienti con Llc. Abbiamo osservato che, dopo 5-6 anni di approccio watch and wait, per nessuno dei due è stato necessario iniziare un trattamento farmacologico. Si tratta di un risultato preliminare ma promettente".
Infine negli studi su animali si è visto che combinando cicli di dieta mima digiuno o di digiuno con due farmaci mirati, si ottiene un forte potenziamento dell'effetto dei cicli di dieta contro la patologia. Questa combinazione sembra agire attivando l'apoptosi, ovvero la morte cellulare programmata, aumentando significativamente la sopravvivenza dei topi con Llc. (ANSA)
La vitamina D potrebbe aumentare la resistenza al cancro
RispondiEliminaI ricercatori hanno scoperto che i topi di laboratorio alimentati con una dieta ricca di vitamina D avevano una migliore resistenza immunitaria ai tumori trapiantati sperimentalmente nel loro corpo e rispondevano meglio al trattamento con immunoterapia.
Per indagare ulteriormente, i ricercatori hanno analizzato un set di dati provenienti da 1,5 milioni di persone in Danimarca, che ha evidenziato un legame tra livelli più bassi di vitamina D e un rischio più elevato di cancro.
Un'analisi separata di una popolazione di pazienti oncologici ha anche suggerito che le persone con livelli più alti di vitamina D hanno chance maggiori di rispondere bene ai trattamenti immunoterapici contro il cancro. (ANSA)
Tumore della prostata, dieta verde rallenta la malattia
RispondiEliminaUn'alimentazione a base vegetale - che non esclude carne e pesce ma che è in larga parte composta da alimenti vegetali - può aiutare a frenare la progressione del tumore della prostata.
Il team ha valutato il decorso della malattia in circa 2 mila uomini con una diagnosi di tumore alla prostata agli stadi iniziali. In quanti seguivano in maniera più assidua questo modello alimentare si registrava una riduzione del rischio di progressione del 47% rispetto a chi era più lontano da questo tipo di alimentazione. I meccanismi attraverso cui una dieta ad alto contenuto di vegetali può esercitare un effetto positivo sono molteplici, spiegano i ricercatori. Frutta e verdura sono ricchi di composti, con azione antiossidante e antinfiammatoria, che proteggono dal tumore, così come di fibre. Al contrario, gli alimenti di origine animale sono legati a un aumento del rischio di insorgenza di tumori e di recidive. (ANSA)
Tumori, il consumo regolare d'olio d'oliva riduce la mortalità
RispondiEliminaIl consumo regolare di olio d'oliva riduce la mortalità, non solo per le malattie cardiovascolari, ma anche per il tumore.
Il dato più interessante è che, rispetto a un consumo inferiore a un cucchiaio e mezzo, il consumo quotidiano di olio di oliva in quantità uguali o superiori a 3 cucchiai da tavola è associato ad analoga riduzione (23%) del rischio di mortalità per tumore".
(ANSA)
La dieta incide sul 40% tumori e il 50% dei pazienti chiede consigli
RispondiEliminaLa dieta incide su circa il 40% dei tumori e l'alimentazione in relazione al cancro è un argomento sempre più sentito, infatti oggi più del 50% dei pazienti, dopo la diagnosi di tumore, chiede cosa può fare per favorire la guarigione, specie in relazione alla dieta.
Lo spiega Alessandra Longhi, oncologa dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna in occasione di un incontro su "Alimentazione e tumori", presso la Casa della cultura di Calderara di Reno, organizzato da "Incontri di scienza e di vita a Calderara".
Centrale per la prevenzione del cancro, nonché anche per ridurre il rischio di recidive dopo un primo tumore, è mantenere un peso corporeo sano e fare esercizio.
Per quanto riguarda la dieta è importante prediligere i cereali integrali, le verdure, la frutta, evitando i cibi ipercalorici, le bevande zuccherate, i cibi ricchi di sale, gli insaccati, le bevande alcoliche che incidono ad esempio sul tumore al seno.
Diversi studi mostrano l'influenza della dieta sul cancro e sul rischio di recidive. La dieta, inoltre, deve essere ricca di fibre e povera di grassi e proteine di origine animale, povera di zuccheri e cibi che aumentano la glicemia. Gli zuccheri, spiega Longhi, favoriscono la presenza di un fattore di crescita - il fattore insulino-simile, che stimola la crescita tumorale; inoltre i tumori consumano tantissimo zucchero, quindi una dieta ricca di zuccheri ne aiuta la crescita. Uno studio ha dimostrato che più la glicemia è bassa, minore è il rischio di cancro al seno.
Anche il rischio di recidive è più alto per chi beve bibite zuccherate. Il diabete, quindi, è a sua volta un fattore di rischio per il cancro. Il fattore di crescita insulino-simile può essere ridotto mangiando meno, mentre la sua concentrazione aumenta nelle diete ricche di proteine di origine animale.
Infatti il latte è sconsigliato nei pazienti oncologici. Non a caso il consumo di latte aumenta il rischio di tumore della prostata e dell'endometrio. Anche carni rosse ricche di grassi saturi sono collegate al rischio di cancro di prostata e seno, in quanto esercitano una azione pro-cancerogena. Infatti, sottolinea l'oncologa, vegani e vegetariani sono meno a rischio tumori. Il 40% dei tumori, inoltre, è in relazione all'obesità.
L'alimentazione sana, conclude, è quindi un fattore fondamentale nella prevenzione del cancro, così come lo è per la prevenzione di malattie metaboliche e cardiovascolari. (ANSA)
Tumori, l'attività fisica mirata migliora efficacia trattamenti
RispondiEliminaUn'attività fisica 'di precisione' può potenziare l'efficacia di un trattamento farmacologico, chemio o radioterapico e agire anche in prevenzione.
Lo conferma la Ropi (Rete Oncologica Pazienti Italia), nel suo nuovo quaderno Attività fisica e tumori. Il volume, scaricabile gratis sul sito reteoncologicaropi.it, spiega che programmi di attività di tipo aerobico e di intensità lieve-moderata hanno effetti positivi anche sulla psiche e favorirebbero l'aumento di cellule natural killer, riducendo la concentrazione di estrogeni corresponsabili dello sviluppo di alcuni tumori ormonodipendenti (mammella, utero e prostata). (ANSA)
I disturbi psichici, come la depressione, peggiorano l'andamento delle altre patologie del corpo e aumentano il rischio di decesso.
RispondiEliminaIn particolare, nei pazienti con cancro, se è presenta anche la depressione grave, il rischio di morte è fino all'86% più alto rispetto a chi non soffre di disturbo mentale.
Per le altre malattie 'somatiche' le probabilità si alzano del 77%.
"La depressione non va considerata unicamente una patologia mentale ma un disturbo che coinvolge molti organi e apparati, che determina un incremento degli ormoni dello stress e una riduzione dell'attività immunitaria attraverso molti meccanismi biologici, inclusi fenomeni infiammatori a livello cerebrale" (ANSA)
L'attività fisica riduce i danni della chemio al sistema nervoso
RispondiEliminaI pazienti in cura hanno effettuato per tutta la durata del trattamento due sedute a settimana di esercizi incentrati principalmente sull'equilibrio, eseguiti su una superficie instabile o su una pedana vibrante.
Nel gruppo di controllo, ha sofferto di neuropatia il 70,6% dei pazienti, mentre nei due gruppi che hanno effettuato i programmi di esercizi le percentuali sono state rispettivamente del 30% e del 41,2%. (ANSA)
I farmaci anti-obesità possono aiutare a prevenire il cancro in persone con diabete e obese
RispondiEliminaI pazienti con diabete di tipo 2 che assumono i farmaci analoghi di GLP-1, da tempo sotto i riflettori per il loro impiego per la perdita di peso, hanno un minor rischio di sviluppare 10 tipi di tumore connessi all'obesità rispetto alle persone in trattamento con insulina o altri farmaci antidiabetici.
I ricercatori hanno riscontrato che i pazienti che assumevano i farmaci analoghi di GLP-1, rispetto a quelli in cura con l'insulina, avevano un rischio più basso di tumore della colecisti (-65%), di meningioma (-63%), cancro del pancreas e del fegato (-59%), cancro dell'ovaio (-48%), del colon-retto (-46%), mieloma multiplo (-41%), tumore dell'esofago (-40%), dell'endometrio (-26%), del rene (-24%). È stato però osservato un lieve aumento di tumori della tiroide.
Inoltre, "dato che il diabete di tipo 2, il sovrappeso o l'obesità hanno un impatto negativo sui pazienti durante la terapia antitumorale" i ricercatori ipotizzano che i farmaci analoghi di GLP-1 possano essere utili per migliorare l'efficacia delle terapie antitumorali e per ritardare le recidive. (ANSA)
Articolo “La Stampa” del 1 agosto 1991 (in prima pagina):
RispondiEliminaVince una battaglia il Nobel Pauling, che prende ogni giorno pillole equivalenti a 260 aranciate
L'elisir di lunga vita si chiama Vitamina C
Conferme in Usa: è utile a prevenire i tumori (non a curarli)
Per anni, chiunque teorizzasse l'efficacia della vitamina C contro malattie ben più gravi del raffreddore, come il cancro e l'Aids, è stato irriso e scoraggiato. Anche se si chiamava Linus Pauling, con i suoi due premi Nobel (per la chimica nel '54 e per la pace nel '62) e la sua straordinaria longevità: ogni giorno, anche ora che ha novant'anni, Pauling assume 18 grammi di acido ascorbico allo stato puro, l'equivalente di 260 bicchieri di succo d'arancia, trecento volte la dose prescritta dalla scienza ufficiale.
E se gli eretici avessero invece ragione? Gladys Block, epidemiologo del National Cancer Institute ora passato all'Università della California, ha reso noti i risultati di lunghi studi condotti su cavie e su culture di cellule: tutti confermano le qualità antiossidanti della vitamina C e la sua capacità di neutralizzare l'azione distruttiva dei radicali liberi, potenziare le capacità immunitarie dell'organismo e rallentare la diffusione delle metastasi. La tesi dell'efficacia anticancro dell'acido ascorbico, sebbene minimizzata da una parte della medicina ufficiale, ha sempre avuto paladini molto autorevoli. Oltre a Pauling, un altro Nobel degli Anni 50, il biochimico tedesco Hans Adolf Krebs, caldeggiava sul «Cancer New Journal» i germogli di cereale integrale, ricchissimi di ogni vitamina, compresa la C. In Olanda da quasi mezzo secolo si pratica una terapia antitumorale di tipo dietetico, la Moerman-Terapia, che sembra dare risultati interessanti. E la «curva del cancro» nel decennio 1940-1950 dimostra che le restrizioni alimentari degli anni di guerra portarono una diminuzione dei tumori: dal 1942, con la riduzione di pane bianco, zucchero, margarina, carne e l'aumento di frutta e verdura, la curva precipita bruscamente, raggiungendo il punto più basso nel '45. Nei cinque anni successivi, finite le restrizioni della guerra, la curva riprende a salire: i danni del benessere sono immediati, la sostituzione della verdura con la carne ha un chiaro effetto cancerogeno. Nemmeno i nuovi dati americani resi noti in questi giorni, però, chiuderanno definitiva mente la diatriba sulla vitamina C. Linus Pauling è riconosciuto da tutti come un'autorità, ma non nel campo dei tumori. E' infatti un biochimico, senza alcuna esperienza clinica. E tutta la vita si è divertito a scandalizzare i colleghi con paradossi ed eresie, sapendo benissimo che la sua autorevolezza non andava al di là della conformazione delle proteine.
In questi decenni sono stati fatti moltissimi esperimenti con la vitamina C, somministrata ad alte dosi a pazienti affetti da tumore maligno. Non c'è stata nessuna prova clinica che essa abbia efficacia terapeutica. Ben diverso è il caso della prevenzione: è possibile, dicono gli scettici, ma tutta da dimostrare. L'acido ascorbico ha certamente un effetto antiossidante, cioè è capace di neutralizzare quelle reazioni chimiche interne all'organismo che, danneggiando il Dna, causano mutazioni nei geni e inducono i tumori.
In teoria, quindi, i cibi freschi ricchi di vitamina C soprattutto agrumi, broccoli, cavoli, ravanelli, peperoni dovrebbero avere effetti protettivi. Ma finché uno studio epidemiologico a lungo termine non lo dimostrerà, la medicina ufficiale potrà continuare a manifestarsi perplessa. Anche se gli eretici pullulano, vispi e longevi.
Marina Verna
A 14 anni ha creato un sapone per la cura del melanoma
RispondiElimina«L'ho fatto fondendo un semplice sapone medicinale con acido salicilico, acido glicolico e tretinoina in proporzioni di 50/30/20 - spiega - sono tutti agenti cheratolitici che lentamente riattivano le cellule dentritiche». Gli agenti cheratolitici hanno un effetto esfoliante perché sono capaci di sciogliere lo strato corneo dell'epidermide. Le cellule dendritiche fanno parte del sistema immunitario e hanno il ruolo di "sentinelle": se avvertono la presenza di un patogeno richiamano i linfociti specifici contro quell'antigene.
Tumori, un pizzico di sale potrebbe potenziare le immunoterapie
RispondiEliminaIl comune sale da cucina (NaCl), noto anche come cloruro di sodio, potrebbe potenziare le immunoterapie contro il cancro.
Secondo i dati di una nuova ricerca, pubblicati sulla rivista Nature Immunology, l'aggiunta di una quantità specifica di sale potrebbe avere un'utilità inaspettata nella preparazione delle terapie cellulari contro il cancro, come le CAR-T o le TCR, in cui i linfociti di un paziente vengono prelevati, modificati in modo che riconoscano meglio le cellule tumorali e poi infusi nuovamente nel paziente stesso.
Condotto presso l'IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, lo studio mostra che, se il sale è somministrato ai linfociti T in coltura prima dell'infusione nel paziente, si può aumentarne l'azione terapeutica.
Ulteriori studi hanno rivelato che livelli di sodio più elevati nel sangue sono associati a una migliore risposta all'immunoterapia del cancro, inclusa quella con i cosiddetti inibitori dei checkpoint. Seppur preliminari, i risultati suggeriscono che si possa aumentare l'azione anti-tumorale dei linfociti. (ANSA)
Vaccini terapeutici a mRNA per il cancro:
RispondiEliminahttps://www.iene.mediaset.it/video/pecoraro-un-vaccino-per-guarire-dal-tumore_1346047.shtml
La nocciola un possibile antitumorale, studio sulle cellule del fegato
RispondiEliminaUno studio su cellule del fegato condotto da ricercatori dell'Enea rivela il potenziale antitumorale delle nocciole.
Grazie alla presenza di biomolecole attive in grado di uccidere cellule tumorali in vitro, l'estratto favorisce infatti il ripristino delle nomali condizioni di crescita del tessuto del fegato.
I risultati mostrano che l'estratto di nocciola tradizionale del viterbese (la Tonda Gentile Romana), è in grado di stimolare in modo significativo il livello intracellulare delle due molecole di microRna nelle cellule tumorali di fegato, inibendone la proliferazione e causandone la successiva morte in vitro. "Il prossimo passo sarà identificare le biomolecole responsabili di tale effetto citotossico contro le cellule tumorali", riferisce. Sono già stati individuati possibili candidati, ovvero alcune sostanze derivanti dall'acido caffeico e dalle catechine, di cui l'estratto di nocciola è ricco. (ANSA)
I grassi buoni difendono dal cancro
RispondiEliminaI grassi buoni, ovvero gli acidi grassi Omega-3 e Omega-6 presenti nel pesce grasso (ad esempio il salmone) e nella frutta secca, ad esempio, possono anche aiutare a prevenire diversi tipi di cancro.
I partecipanti con livelli più alti di Omega-3 mostravano tassi ridotti di cancro al colon, allo stomaco e ai polmoni, oltre a una minore incidenza di altri tumori del tratto digestivo. Elevati livelli di Omega-6 sono stati collegati a tassi inferiori di 14 diversi tipi di cancro, tra cui tumori del cervello, melanoma maligno e tumore alla vescica. (ANSA)
Adroterapia
RispondiEliminaGaetano Pecoraro (Le Iene) ci porta in un centro di ricerca vicino Pavia, il CNAO, dove vengono curati i tumori più inaccessibili con una nuova forma di radioterapia. Dove grazie all'uso di particelle atomiche è possibile operare i tumori senza dover usare i bisturi.
https://fondazionecnao.it/accesso-alla-terapia
Super-occhio contro i tumori, vede e colpisce in 6 secondi
RispondiEliminaLa nuova arma si chiama Hypersight ed è disponibile, unico caso in Italia, nel Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata dell'Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Integra e potenzia Ethos, macchina di radioterapia guidata da intelligenza artificiale, già in uso dal 2022, e definita 'adattiva', cioè in grado di ricalcolare a ogni seduta un nuovo piano di cura, in tempo reale, in base alle variazioni della massa tumorale e a quelle anatomiche che possono verificarsi durante il trattamento.
Inoltre, si riducono durata e numero di sedute, abbattendo le liste di attesa e i costi indiretti dei pazienti e dei familiari verso l'ospedale, soprattutto per chi proviene da altre regioni. Questa tecnologia rende possibile trattare molti tumori solidi, in fase iniziale o metastatica, come quello della prostata, del polmone, del pancreas e del fegato in media in 5 sedute, indolori e di pochi minuti. (ANSA)
Tumore del pancreas, scoperti nuovi inibitori di un meccanismo cruciale per lo sviluppo della malattia
RispondiEliminahttps://medicoepaziente.it/2024/tumore-del-pancreas-scoperti-nuovi-inibitori-di-un-meccanismo-cruciale-per-lo-sviluppo-della-malattia/
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0753332224008758
Melanoma, la glicemia alta dimezza la sopravvivenza
RispondiEliminaIn pazienti non diabetici. Dieta può influenzare cure
https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/focus_tumore/2025/06/01/melanoma-la-glicemia-alta-dimezza-la-sopravvivenza_fbf41d48-b452-4e42-b761-7c7049ce5c13.html
Ancora una volta confermato ruolo dell’alimentazione come cura