È un modello alternativo al consumismo, che riduce notevolmente l'impatto che quest'ultimo provoca sull'ambiente e comporta un risparmio di soldi e lavoro.
"In Italia, i servizi di condivisione sono conosciuti dal 70% degli intervistati ed utilizzati dal 25%: circa 1 milione di individui in più dell’anno precedente. La crescita è sempre sostenuta, ma sicuramente più timida"
(Sharing Italia)
"La sharing economy in Europa vale 572 miliardi"
(Il Sole 24 Ore)
"La Sharing Economy è definita come la terza rivoluzione industriale"
(Jeremy Rifkin)
Suggerisci le forme di Consumo Collaborativo che conosci.
Contribuisci inoltre alla diffusione di questo modello economico. Diffondi la notizia agli amici, ai parenti, ai conoscenti...
Usa anche i social network: condividi questo post o un altro che tratti lo stesso tema, nella bacheca di Facebook.

Leggi: Come Risparmiare
RispondiEliminaTroverai informazioni per la condivisione, baratto e scambio di:
- Alloggi
- Reti WIFI
- Auto
- Libri / Ebook
- Banca del Tempo
- Baratto
- Biglietti (treno, aerei, autobus, traghetto, eventi calcio, concerti…)
- Film, Giochi, Musica…
Impara a fare l’Autoproduzione e prendi l’abitudine di scambiare il frutto del tuo lavoro con vicini, amici, parenti…
RispondiElimina"Gli stili di vita della decrescita promuovono la sobrietà, la sostenibilità (ecologica e sociale), la calma e le relazioni fra le persone. Valorizzano la convivialità, la cooperazione e l’altruismo a scapito dell’individualismo, della competizione e dell’egoismo; il gioco disinteressato e il piacere di godere del proprio tempo libero rispetto alla frenesia del lavoro e del fare sempre di più!"
RispondiEliminaLa sharing economy si pone come punto di riferimento di una nuova ed emergente cultura basata sulla condivisione piuttosto che competizione ed individualismo.
RispondiEliminaLa sharing economy è un fenomeno in espansione, crescente ma silenzioso di cui non sentirete molto parlare da parte dei media. Per questo motivo crediamo sia necessario informare nel miglior modo possibile riguardo alle enormi potenzialità di questa nuova cultura. L’attuale crisi economica ha reso ancora più evidente quanto il sistema sia sempre più inadeguato e quanto il denaro sia un concetto puramente virtuale non in grado di portare benessere ed uguaglianza.
Il vero cambiamento verrà dal basso, in modo lento ma inarrestabile.
Le iniziative della sharing economy si basano sulla filosofia della cooperazione fra persone consapevoli che un piccolo impegno condiviso da parte di tutti ha la capacità di generare qualcosa che nessun incentivo economico potrà mai creare. Il modello open source è sempre più usato da parte di aziende cosí come da privati cittadini grazie agli evidenti e brillanti risultati raggiunti in ogni settore.
Condividere è un gioco in cui tutti vincono!
Nasce EduOpen: 14 università pubbliche mettono online i loro corsi. Gratuiti e senza copyright
RispondiEliminaL’università italiana da oggi è online, gratuita e per tutti. E’ diventa ufficialmente attiva, infatti, la piattaforma EduOpen.eu creata da 14 atenei italiani pubblici per offrire dei corsi formativi di alta qualità a distanza, cioè i cosiddetti MOOC (Massive open online course). Tutti i corsi offerti da EduOpen sono tenuti da docenti universitari e prodotti dalle università italiane aderenti al progetto, finanziato dal ministero dell’Istruzione con 100 mila euro. Gli atenei attualmente nella piattaforma sono: l’Università Aldo Moro di Bari, il Politecnico di Bari, la Libera Università di Bolzano, l’Università di Catania, l’Università di Ferrara, l’Università di Foggia, l’Università di Genova, l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Università Bicocca di Milano, l’Università di Parma, l’Università di Perugia, l’Università del Salento, l’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Il Crowdsourcing
RispondiEliminaIl Crowdsourcing è lo sviluppo collettivo di un progetto da parte di numerose persone esterne all'entità che ha ideato il progetto stesso, proposto mediante un annuncio aperto e flessibile.
Le persone che collaborano lo fanno in genere volontariamente, rispondendo ad un invito a collaborare. Il gruppo di riferimento deve partecipare apportando lavoro, denaro, conoscenze e/o esperienza.
L'utente otterrà, a cambio della sua partecipazione, il soddisfacimento di una concreta necessità, economica, di riconoscimento sociale, di autostima, o di sviluppo di capacità personali.
Jeff Howe distingue quattro diverse strategie di crowdsourcing:
1. crowdfunding (finanziamento collettivo)
2. crowdcreation (creazione collettiva)
3. crowdvoting (votazione collettiva)
4. crowd wisdom (saggezza della folla)
Se hai un’idea per un progetto di pubblica utilità, ti invito a proporla.
Apre a Toronto la prima Biblioteca delle cose, un luogo in cui si può prendere in prestito davvero di tutto.
RispondiEliminaNello Sharing Depot, ovvero deposito della condivisione, si possono trovare tutti quegli oggetti che non abbiamo mai in casa quando servono e che magari serviranno solo un paio di volte e poi verranno dimenticati in un cassetto.
Non comprare, condividi.
RispondiEliminaAbbasso la proprietà, viva il noleggio.
Non dormire in albergo, ma a casa di amici.
Abbandona l’auto e vai in bici.
Addio supermercato, meglio i Gas (gruppi di acquisto solidale).
La pop economy, economia popolare, è il futuro.
E consente di spendere meno (e il risparmio è la prima forma di guadagno), vivendo meglio.
La prima forma di Sharing Economy, anche quella più apprezzata, si basa sull’economia del dono: un servizio o un oggetto vengono offerti in cambio di niente ma per il solo spirito di condivisione, ospitalità, interesse sociale.
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