Le infiammazioni sono uno dei problemi più fastidiosi e per di più i farmaci per combatterli comportano danni all’organismo.
Suggerisci in questo post tutti gli Antinfiammatori Naturali che conosci.
NB: Questo post è solo un’informativa. In caso di problemi di salute bisogna sempre rivolgersi ai medici e vanno sempre fatte le cure mediche ufficiali. Magari qualche rimedio naturale presente tra i commenti potrà essere integrato alla terapia ufficiale, sotto la propria responsabilità.
NB2: Indica solo rimedi naturali che hai provato diverse volte e hanno funzionato efficacemente. E’ vietato indicare farmaci.
La curcuma si è dimostrata un potente antinfiammatorio senza effetti collaterali. Qualcuno assimila l’effetto della curcuma a quello dell’aspirina.
RispondiEliminaEd è anche considerata uno dei più completi antiossidanti.
E’ praticamente inutile se non si tiene presente il fatto che la curcuma è solubile unicamente in grassi, come oli e burri e non in acqua, e che quindi senza di questi la maggior parte della curcumina viene eliminata dal nostro corpo.
Ecco un centrifugato antiinfiammatorio, detossinante e digestivo. Io ho utilizzato la centrifuga, ma se vi piace, va bene anche un frullato.
Ingredienti:
un piccolo ananas
un pezzo di rizoma di curcuma fresco
un cucchiaino di miele
un cucchiaio di olio di cocco o d'oliva spremuti a freddo
la punta di un cucchiaino di pepe appena macinato
Io ho semplicemente pelato i rizomi di curcuma, sbucciato l'ananas e centrifugato entrambi, prima di aggiungere il resto degli ingredienti e mischiando bene. Se non trovate la curcuma fresca, portate ad ebollizione un cucchiaio di polvere di curcuma con un po' d'acqua ed una volta intiepidita aggiungetela al centrifugato, oppure ad un frullato fatto con gli stessi ingredienti. Il sapore finale è ottimo, e con il resto della curcuma fresca ho prodotto una tintura che aggiungo a gocce a piatti e bevande al posto della polvere. E' anche un potente colorante!
Come già si è detto la curcuma è un potente antinfiammatorio.
EliminaPerò vi è l'inconveniente per il nostro organismo di poterla assorbire. Si è visto però che, per migliorare questo aspetto, è ottimo associarvi un po’ di pepe nero (basta una puntina di cucchiaino) o in alternativa un grasso (ad esempio l’olio d’oliva).
Se si intende utilizzarla a scopo curativo, si potrebbe assumerlo sotto forma di integratore. Tra cui quello della Santé: Curcumina 90 cps da 450 mg
Va bene anche associata a frutta secca o semi oleaginosi
EliminaAlla cannella vengono riconosciute proprietà antinfiammatorie e antibatteriche. Per preparare una buona tisana alla cannella, bollire una tazza di acqua, aggiungere una stecca di cannella, coprire, far riposare per qualche minuto e dolcificare con miele.
RispondiEliminaIl ribes nero è una pianta con diverse proprietà terapeutiche. Il gemmoderivato di ribes nero ha proprietà antinfiammatorie che vengono paragonate a quelle del cortisone.
RispondiEliminaL'artiglio del diavolo è una pianta, che ha proprietà analgesiche e anti-infiammatorie.
RispondiEliminaSi trova in commercio sotto forma di tintura madre, capsule o compresse. La sua assunzione deve essere effettuata sotto stretto controllo medico e in generale il trattamento non deve essere troppo lungo, al massimo 1 o 2 settimane.
La pianta Moringa è ben noto per i suoi effetti terapeutici sia in medicina moderna e la pratica tradizionale. Formalmente conosciuta come Moringa oleifera, questa pianta versatile e nutriente è attualmente oggetto di intenso studio dalla classe medica per determinare la sua utilità nel trattamento e nella prevenzione di una varietà di malattie. Uno degli usi più promettenti per moringa estratto è nel trattamento di vari tipi di infiammazione acuta e cronica.
RispondiEliminaMoringa oleifera è un albero naturale puro che è stato usato come cibo e come medicina, lungo la storia, questo significa che è molto più sicuro da usare rispetto FANS ma con simile efficacia e minore tossicità.
10 alimenti che possono provocare infiammazione
RispondiEliminaVi sono alimenti che possono essere in grado di causare infiammazione o di peggiorarla se essa fosse già presente nel nostro organismo.
1) Patatine fritte e cibo da fast food
In questa categoria non viene fatto rientrare soltanto il classico hamburger con patatine, ma anche tutti gli alimenti confezionati e di preparazione industriale, ricchi di zuccheri, additivi alimentari, dolcificanti artificiali e oli di dubbia provenienza. Gli alimenti fritti, in particolare, insieme agli alcolici, vengono imputati come in grado di causare irritazioni e peggiorare l'artrite.
2) Grassi idrogenati e grassi trans
Grassi idrogenati e grassi trans possono essere presenti nella margarina, nello strutto, nei grassi utilizzati in pasticceria e negli alimenti realizzati impiegando tali ingredienti, con riferimento ai prodotti da forno sia dolci che salati, soprattutto se lavorati industrialmente.
3) Carne
La carne, con riferimento sia alla carne rossa che al pollame, tende a provocare infiammazione, per questo motivo non dovrebbe mai costituire l'alimento fondamentale dei propri pasti. A suo parere, una dieta basata completamente su cibi vegetali tende ad essere molto meno ricca di sostanze in grado di causare infiammazione rispetto ad una dieta che preveda il consumo di carne.
4) Zucchero bianco e bibite gassate
Zucchero bianco e dolci, incluse bibite gassate e succhi di frutta zuccherati dovrebbero essere considerati tra gli alimenti maggiormente in grado di causare infiammazione e dipendenza nell'organismo.
5) Dolcificanti artificiali
6) Sale da cucina e sale iodato
Entrambe le tipologie di sale raffinato andrebbero sostituite a parere dell'esperta con del sale marino integrale, che accanto al cloruro di sodio presenta minerali come potassio, calcio e magnesio, che rendono la sua composizione maggiormente equilibrata.
7) Additivi alimentari
Coloranti, conservanti, solfiti e altri additivi alimentari sono presenti in numerosi alimenti confezionati, compresi svariati prodotti destinati ai bambini. Anch'essi sono purtroppo considerati causa di infiammazione e andrebbero dunque evitati il più possibile.
8) Latticini
Formaggi, yogurt, gelati, burro ed ogni latticino in generale è considerato come una potenziale fonte di infiammazione per l'organismo, con particolare riferimento alle modalità di produzione di tali alimenti, che al giorno d'oggi non possono che presentare tracce di ormoni, antibiotici e altre sostanze potenzialmente nocive per il nostro organismo.
9) Glutine
Il glutine è presente, oltre che nel grano, in numerosi cereali, tra i quali possiamo individuare orzo, avena, kamut e farro. Per limitare il consumo di alimenti contenenti glutine, tali cereali possono essere sostituiti dal ricorso ad alimenti come riso, quinoa, grano saraceno e miglio, che ne sono privi.
10) Alcol
L'alcol è ricco di zuccheri e considerato come un peso eccessivo per il nostro fegato. E' causa di infiammazione e dovrebbe essere eliminato completamente dalla propria alimentazione oppure consumato con molta moderazione.
Secondo la dottoressa Cook, una dieta basata completamente su cibi vegetali tende ad essere molto meno ricca di sostanze in grado di causare infiammazione, rispetto ad una dieta che preveda il consumo di carne.
RispondiEliminaLeggi: Alimentazione Vegana
Cibi con molecole attive vegetali come frutta e verdura possono prevenire o attenuare le malattie croniche infiammatorie.
EliminaLa camomilla ha azione antinfiammatoria.
RispondiEliminaCon i fiori di camomilla e un cucchiaino di miele si prepara un’ottima tisana che calma anche il sistema nervoso.
Camomilla con Zenzero (antinfiammatorio e antidolorifico)
EliminaMetti un cucchiaino raso di polvere di zenzero (o meglio grattugia della radice fresca di zenzero) nell'acqua e fai bollire (bisogna far bollire a lungo lo zenzero per far uscire tutti i principi attivi). Versa nella tazza con un filtro di camomilla e lascia per 5 minuti in infusione prima di bere.
Aloe Arborescens
RispondiEliminaQuesta pianta originaria del centro America è sempre stata utilizzata dalle popolazioni indigene per le sue proprietà benefiche: questi la usavano soprattutto per proteggersi dai raggi solari per i suoi poteri lenitivi, idratanti e protettivi.
Ma le proprietà dell'Aloe Arborescens non si limitano a queste; oggi sappiamo che l'estratto di foglie contiene:
• 20 minerali, inclusi calcio, cromo, ferro, fosforo, magnesio, manganese, potassio, sodio, zinco;
• 18 amminoacidi sui 20 necessari all'uomo;
• 12 vitamine, incluse A, C, D, E e quelle del gruppo B;
• Aiuta nello sviluppo delle naturali difese immunitarie dell'organismo;
Alcuni studi tuttora in corso ne stanno attestando anche proprietà antitumorali.
Preparato di Aloe Arborescens - La ricetta di Padre Romano Zago:
INGREDIENTI:
Mezzo chilo di miele d'api (miele biologico di acacia)
40-50 ml (circa 6 cucchiai) di distillato (Grappa, Cognac, whisky, etc.)
350/400 grammi di foglie di Aloe Arborescens.
COME SI PREPARA?
La risposta la fornisce lo stesso Padre: “Togliere le spine dai bordi del le foglie e la polvere depositatasi, utilizzando uno straccio asciutto o una spugna. Tagliare a pezzi le foglie (senza togliere la buccia) e metterle nel frullatore assieme al miele e al distillato prescelto. Frullare bene e il preparato è pronto per il consumo. Non va filtrato, né cotto, ma solo conservato con cura in frigorifero all'interno di un barattolo scuro, ben chiuso”.
Le dosi che il padre consiglia prevedono l'assunzione di un cucchiaio da tavola una mezz'ora prima di ciascuno dei tre pasti principali. Il prodotto va agitato bene prima dell'uso. Concluso il primo barattolo, è il caso di sottoporsi ad una visita medica per capire lo stato della malattia. In base al responso, dopo una pausa di alcuni giorni, si potrà ripetere il ciclo di cura, fino all' eliminazione del male.
L'aloe utilizzata deve essere una pianta matura, quindi di almeno quattro anni, ed è importante che anche il miele sia di ottima qualità e soprattutto naturale, proprio a causa della sua caratteristica di “trasportatore” delle sostanze benefiche contenute nell'aloe.
Quanto alle reazioni che la somministrazione dell'aloe può dare, Padre Romano Zago precisa che esse non devono spaventare. Rappresentano infatti l’espulsione, la liberazione completa da parte dell'organismo delle sostanze impure, e soprattutto, quando si verificano, hanno una durata limitata, da uno a tre giorni al massimo.
In chi assume la bevanda a base di aloe si possono dunque verificare eruzioni cutanee, oppure diarrea o nei casi più accentuati, conati di vomito: ma il tutto, secondo Padre Romano, indica che si è sulla buona strada, e che gli sforzi fatti iniziano a dare i propri frutti. Tutti possono assumere il preparato, anche se esso è sconsigliato soltanto alle donne in stato di gravidanza, per la loro particolare condizione.
[CONTINUA]
Aloe arborescens - 6-8 cm - 4 Piante!
EliminaEsistono anche integratori di Aloe Vera
EliminaCome coltivare l’Aloe Arborescens:
RispondiEliminaLe temperature ideali, per una buona crescita della pianta, sono intorno ai 20-24°C.
l’Aloe Arborescens è quella che si adatta meglio alle nostre temperature. Riesce a resistere bene alle gelate notturne, superando senza problemi temperature anche di qualche grado sotto lo zero.
L’Aloe Arborescens può essere coltivata tranquillamente a terra, sul vostro giardino, se abitate al Sud Italia, o nelle zone costiere del Centro-Nord, dove le temperature invernali non sono molto rigide. Nelle regioni del Nord e in generale nelle zone montane, è invece consigliata una coltivazione su vaso, in modo da poter portare la pianta al riparo durante i mesi più freddi.
Sia a terra, che in vaso, l’Aloe Arborescens ama l’esposizione in pieno sole. Studi scientifici dimostrano che la quantità di gel, la grandezza della pianta e la lunghezza delle foglie sono direttamente proporzionali alla quantità di luce solare ricevute dalla pianta nell’arco della sua vita.
L’Aloe Arborescens, similmente a molte altre succulente, tollera molto bene la siccità, mentre non tollera in alcun modo i ristagni idrici.
Per cui sconsiglio sempre l’uso del sottovaso.
Infatti nei loro habitat naturali le Aloe crescono sempre nei pendii ben drenati e difficilmente a fondo valle, o nei luoghi dove potrebbero esserci dei ristagni d’acqua.
Nei periodi più caldi dell’estate l’Aloe Arborescens va annaffiata con una certa costanza, anche 1-2 volte a settimana, avendo cura di non bagnare le foglie. In questo modo si evita che l’acqua possa depositarsi tra una foglia e l’altra, con il pericolo della formazione di pericolosi marciumi.
Al sopraggiungere dell’autunno e ancora di più dell’inverno le annaffiature dell’Aloe vanno via via diminuite, fino alla totale sospensione per tutto l’inverno. Con la primavera si riprendono gradatamente le annaffiature.
Qualora l’Aloe Arborescens venga coltivata per scopi terapeutici è bene non irrigare 7-8 giorni prima della raccolta affinchè i principi attivi siano più concentrati.
L’Aloe Arborescens predilige un terreno ben drenato, dove l’acqua possa scorrere senza creare ristagni. Sono piante che non hanno particolari esigenze in fatto di terreni.
L’ideale è un terreno misto con tre parti di sabbia di fiume e uno di terriccio universale, più l’aggiunta di materiale drenante, come pietra pomice, o lapillo vulcanico.
In fondo al vaso, o alla buca del terreno qual’ora vogliate piantare l’Aloe in terra, abbiate sempre cura di depositare due dita di argilla espansa, o di pezzi di coccio, o della normalissima ghiaia. E’ un modo semplice per migliorare il drenaggio dell’acqua ed evitare i marciumi radicali di cui vi parlavo.
Il rinvaso dell’Aloe Arborescens va effettuato ogni anno, in primavera, aumentando via via le dimensioni del vaso.
Non avendo un apparato radicale molto profondo, è meglio optare per un vaso più largo che profondo e con adeguati fori di drenaggio visto che, come ho già più volte ripetuto, l’Aloe non ama assolutamente i ristagni idrici
L’Aloe Arborescens non necessita di concimazioni. In ogni caso, se proprio la si vuole concimare, questa operazione va fatta una volta al mese, a partire dall’inizio della primavera, fino alla fine del periodo estivo.
Dato che utilizzeremo le foglie per la preparazione del frullato anti-cancro di Padre Romano Zago, sconsiglio totalmente l’utilizzo di fertilizzanti chimici. Molto meglio optare per preparati naturali fatti in casa, come il comune macerato di ortica, o di equiseto, che apportano sostanze nutrienti come azoto, potassio e fosforo, senza intaccare il terreno con sostanze tossiche, sia per la pianta che per l’uomo.
[CONTINUA]
L’Aloe non si pota. Basta semplicemente eliminate le foglie basali che nel tempo si disseccano, per evitare che diventino veicolo di malattie parassitarie.
RispondiEliminaE’ molto importante che l’attrezzo utilizzato per il taglio, sia pulito e disinfettato su fiamma, per evitare di infettare i tessuti interni.
L’Aloe Arborescens, ma anche le altre specie di Aloe, di possono riprodurre per seme, o per talea (polloni, o più semplicemente “figlioletti”). Essendo piante autosterili, vale a dire che i fiori maschili e femminili della stessa pianta non possono incrociarsi tra loro o con piante della stessa varietà, occorrono piante di diverse varietà di Aloe per poter ottenere dei semi fertili.
La moltiplicazione dell’Aloe tramite talea è certamente il modo più semplice e più veloce. La talea non è altro che un “ramo”, che va staccato dalla pianta madre con un talgio netto, o semplicemente sradicandolo con le mani, se la talea non è molto grande.
E’ un operazione da fare in primavera. Si prelevano dalla base della pianta di Aloe Arborescens i polloni che normalmente si formano. Vanno recisi con un coltello affilato, pulito e disinfettato e lasciati in un luogo ombreggiato e arieggiato per una settimana per favorire la fuoriuscita del lattice che impedirebbe la radicazione.
Dopo di che è sufficiente piantare la talea in un terreno formato da sabbia di fiume e un po’ di terriccio (il rapporto 3:1 è ottimale). La talea di Aloe Arborescens non necessita di polvere radicale. E’ una pianta che radica con estrema facilità, una volta posta a terra basterà aspettare, bagnando il terreno il meno possibile. Il tempo di radicamento varia da 2-3 a diversi mesi, a seconda delle condizioni climatiche.
Non appena avranno attecchito può essere rinvasata e trattata come le piante adulte di aloe.
Parassiti e Malattie
• Foglie con perdita di screziature
Se le foglie di aloe presentano questo sintomo e diventano completamente verdi, vuol dire che l’illuminazione è scarsa.
Rimedi: bisogna spostare la pianta in un luogo più luminoso.
• Foglie che iniziano ad ingiallire, appaiono macchiettate di giallo e marrone
Successivamente a queste manifestazioni le foglie si accartocciano, assumono un aspetto quasi polverulento e cadono. Osservando attentamente si notano anche delle sottili ragnatele soprattutto nella pagina inferiore delle foglie. Con questa sintomatologia siamo molto probabilmente in presenza di un attacco di ragnetto rosso, un acaro molto fastidioso e dannoso.
Rimedi: aumentare la frequenza delle nebulizzazioni alla chioma (la mancanza di umidità favorisce la loro prolificazione) ed eventualmente utilizzare insetticidi naturali fatti in casa (mai chimici) a base di aglio, o utilizzando il sempre efficace olio di neem. E’ un olio estratto a freddo dalla macinazione dei semi della pianta di Neem, con proprietà antivirali, antibatteriche, antiparassitarie, antisettiche ed antifungine e repulsive nei confronti di molti tipi di insetti e parassiti, tra cui anche il ragnetto rosso.
Infine, se la pianta di Aloe non è particolarmente grande, si può anche provare a pulire le foglie per eliminare meccanicamente il parassita usando un batuffolo di cotone bagnato e insaponato. Dopo di che l’aloe va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone.
Dove acquistare le piante?
E’ possibile acquistare le piante di Aloe Arborescens nei vivai e nei garden center. E’ importante che la pianta abbia almeno 5 anni d’età e che sia stata coltivata biologicamente.
Grazie ad internet la pianta è possibile acquistare la pianta con un click, comodamente da casa vostra.
Ecco alcuni punti vendita consigliati:
http://www.e-plants.it/aloe-arborescens.html
Fonti:
http://www.aloedipadreromanozago.it/index.php/padre-romano-zago.html
http://www.aloedipadrezago.it/come-coltivare-aloe-arborescens/
Un nuovo studio che ha comparato l’efficacia dello zenzero con i più comuni antidolorifici somministrati dai medici come l’ibuprofene e il cortisone ha dimostrato che questa spezia è molto più efficace dell’ibuprofene e ha la stessa efficacia del cortisone, con una differenza sostanziale: lo zenzero non produce i pesanti effetti collaterali dei farmaci chimici, ma anzi apporta benefici anche ad altri livelli.
RispondiEliminaLo studio pubblicato sulla rivista medica Arthritis rivela che lo zenzero contiene dei composti in grado di inibire la produzione di citochine, le molecole che causano infiammazione e quindi dolore.
Questa capacità curativa è assente nell’ibuprofene (principio attivo di molti farmaci comuni) mentre invece è presente nel cortisone. I ricercatori hanno sottolineato che lo zenzero è migliore però anche del cortisone perché quest’ultimo può causare gonfiore, debolezza muscolare, aritmia cardiaca, pressione alta, ansia e problemi di insonnia.
La quantità utilizzata nello studio del dottor Srivastava è stata di 5 grammi di zenzero fresco o 1 cucchiaino di zenzero in polvere, in dosi divise durante la giornata.
COME PER ASSORBIRE I BENEFICI EFFETTI ANTIDOLORIFICI DELLO ZENZERO
- Aggiungere lo zenzero fresco tritato o lo zenzero in polvere nelle zuppe, stufati, fritti (al posto dell’aglio) e altre ricette. Lo zenzero è delizioso in molti piatti sia salati che dolci.
- Se hai una centrifuga o un estrattore puoi fare dei succhi di zenzero fresco, un concentrato di benessere che si abbina bene con altre verdure e frutta, come carote o mele.
- Capsule di Zenzero sono un modo semplice di assimilazione per chi è spesso fuori casa. Segui le indicazioni sulla confezione.
- La Tisana di Zenzero fresco è un altro ottimo modo per assorbire tutte le proprietà dello zenzero. Tuttavia bisogna far bollire a lungo lo zenzero per far uscire tutti i principi attivi. Infatti è consigliato: prendi una radice di 5-6 centimetri ben lavata e tagliata a pezzettini, aggiungila ad un litro di acqua e fai bollire a fuoco bassa per 45 minuti o un’ora.
- La Tintura di Zenzero permette di assorbire facilmente i principi attivi resi disponibili dalla macerazione idroalcolica. Una dose tipica è di 30 gocce tre volte al giorno.
Il Golden Milk o “latte d’oro”, è una bevanda a base di latte e curcuma, che fa tanto bene alla salute.
RispondiEliminaIl suo segreto sta principalmente in una sostanza, la curcumina, che apporta numerosi benefici poiché disintossicante, cicatrizzante, antisettica, antinfiammatoria e antiossidante.
In generale, secondo la medicina Ayurvedica, la curcuma migliora le funzionalità digestive, intestinali ed epatiche, riduce il colesterolo, stimola le difese immunitarie, migliora la circolazione sanguigna, rinforza l’apparato muscolo-scheletrico, contrasta i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento precoce e, da potente antinfiammatorio.
Ecco la ricetta originale:
Il Golden Milk si prepara in due parti ( “tazza” è la traduzione letterale del termine “cup”, unità di misura che equivale a circa 240ml):
1) Preparare un impasto giallo-dorato a base di curcuma prendendo 1/4 di tazza di polvere di curcuma, 1/2 tazza d’acqua pura e bollire il tutto in un pentolino fino a che non si formi un impasto denso. Quest’impasto sarà usato per i 40 giorni successivi, per cui va riposto in un barattolo nel frigorifero.
2) Dopo aver fatto l’impasto, una volta al giorno e per 40 giorni, per ogni tazza di “Golden Milk” che si vuole, mescolare insieme 1 tazza di latte non pastorizzato (ANCHE LATTE VEGETALE), un cucchiaino da the di olio di mandorle o di qualsiasi olio vegetale, 1/4 di cucchiaino da the dell’impasto di curcuma preparato prima, e miele a piacere. Mentre si mescola a bassa temperatura, portare il latte ad ebollizione. La miscela può essere poi frullata in un frullatore elettrico per avere una bella bevanda spumosa. Servire quindi con sopra una piccola spruzzata di cannella.
Una tazza al giorno di Golden Milk, meglio se consumata la mattina a digiuno, non è solo un toccasana per il nostro apparato muscolo, ma anche una formula di giovinezza.
Alla pasta di curcuma, aggiungi anche 1/2 cucchiaino di pepe nero macinato, per migliorarne ulteriormente l'assorbibilità.
EliminaOmega 3: antinfiammatori universali
RispondiEliminaGli acidi grassi Omega 3 e 6 non sono uguali. Gli Omega 6 servono in particolare a produrre degli eicosanoidi (principalmente prostaglandine e leucotrieni), una sorta di "messaggeri" cellulari con effetti vasocostrittori e pro-infiammatori. Gli Omega 3, invece, provocano la liberazione di sostanze antinfiammatorie. Gli enzimi utilizzati dagli Omega 3 e dagli Omega 6 sono gli stessi, quindi questi due acidi grassi sono quindi in competizione.
La presenza di un eccesso di Omega 6 (facilmente presenti negli alimenti) "soffoca" i benefici degli Omega 3. Per questo motivo, per una regolazione favorevole delle risposte infiammatorie e immunitarie, è raccomandato un rapporto Omega 6 su Omega 3 idealmente pari a 5. Siamo quasi tutti lontani da questo rapporto ideale, poiché consumiamo oggi almeno 15 volte più Omega 6 che Omega 3...
Gli Omega 3 sono contenuti soprattutto in alcuni tipi di pesci provenienti dai mari freddi, come salmone, sgombro, pesce spada, acciuga, trota, merluzzo, sardine… Poi c’è l'olio di lino che è in assoluto la fonte vegetale più ricca di Omega 3.
Gli omega 3 sono acidi grassi molto delicati che si degradano facilmente con il calore, quindi per preservarli il più possibile è importante cuocere molto poco gli alimenti che li contengono. Mentre per l’olio è consigliato usarlo a crudo.
Come spiegavo è difficile mantenere il rapporto ideale tra omega 6 e omega 3, quindi si potrebbero utilizzare degli integratori se non si consuma abbastanza pesce con la propria dieta (sono consigliate tre/quattro porzioni settimanali).
Un buon integratore di omega 3 deve essere ricco di EPA e DHA. L'ottimale assorbimento e conservazione degli integratori di omega 3 si ottiene tramite l'aggiunta di vitamina E. Le dosi consigliate variano generalmente dai 500 mg ai 1500 mg/die (ricordiamo che il fabbisogno quotidiano è compreso tra 1500 e 3000 milligrammi).
In realtà il pesce contiene poco omega 3 e inoltre in cottura ne viene anche perso. Le sarde ne hanno di più: solo 4g su 100g di prodotto. Le fonti maggiori sono quelle vegetali (g / 100 g):
EliminaOlio di lino 57
Semi di chia 22
Semi di lino 17
Semi di canapa 6.9
Noci 6.2
Rosmarino 6.2
Semi di zucca 5.0
Origano secco 4.2
Basilico secco 2.0
Fagioli di soia secchi 1.3
Salvia secca 1.2
Fagioli secchi 0.5
Portulaca 0.4
Semi di Lino
Elimina- Non assumere i semi di lino interi, perché il nostro corpo non sarebbe in grado di assimilarli e li espellerebbe così come sono.
Per questo motivo è necessario tritarli in modo da sminuzzarli prima di mangiarli. Così il nostro corpo potrà assimilare le preziose sostanze nutritive che contengono.
Dato che gli acidi grassi omega 3 si deteriorano facilmente, il suggerimento è di tritare o macinare i semi di lino al momento.
Può essere utile avere a disposizione un piccolo tritatutto o un macinacaffè elettrico per eseguire rapidamente questa semplice operazione.
- L’ideale sarebbe dunque assumere da 3 a 6 cucchiaini di semi di lino al giorno, sempre tritati e crudi.
- Potete aggiungerli alle macedonie, alle verdure…
Consiglio:
EliminaMacina semi di lino - Bisetti
La respirazione diaframmatica permette una maggiore ossigenazione dei tessuti e di conseguenza pare che abbia un effetto antinfiammatorio.
RispondiEliminaPer imparare la respirazione diaframmatica, metti una mano sulla pancia e l’altra sul petto e cerca di portare l’aria che inspiri verso la prima (pancia) mantenendo ferma la seconda (petto).
Riuscendo a gonfiare la pancia sappiate che state utilizzando il diaframma; il fatto di riuscire anche a mantenere ferma la mano sul petto significa anche che nella vostra respirazione non coinvolge più i muscoli del petto. Inspira col naso ed espira con la bocca.
Per facilitarvi provatelo prima distesi a letto (eseguite almeno 20 respirazioni) e poi in piedi, magari davanti a uno specchio.
Seguire uno Stile di Vita Sano aiuta a prevenire e a ridurre le infiammazioni.
RispondiEliminaInoltre leggi, scarica, stampa e diffondi il Vademecum della Salute e della Vera Medicina, con gli stili di vita delle persone ultracentenarie.
Spezie ed erbe aromatiche
RispondiEliminaVia libera in cucina all’uso di rosmarino, salvia, timo, origano, menta, curry, zenzero, cannella, tenendo presente che la spezia antinfiammatoria per eccellenza è la curcuma.
Prendi l'abitudine di sostituirle al posto del sale.
limitare il più possibile l'uso di sale da cucina perché il cloruro di sodio attiva alcune cellule infiammatorie come i linfociti Th-17 coinvolti nel processo infiammatorio.
EliminaAcqua
RispondiEliminaL’acqua spegne il fuoco, si sa. L’idratazione dell’organismo è indispensabile per il lavaggio delle tossine che causano infiammazione. Ogni giorno è consigliato bere da 1,2 a 2 litri di acqua, in base alla stagione, al tipo di attività fisica svolta, alla quantità di liquidi assunti quotidianamente attraverso il consumo di frutta e verdura.
Se le infiammazioni generano dolore, segui TUTTI i consigli del post: La “Medicina” per il Dolore Acuto e Cronico.
RispondiEliminaL’ansia è pro-infiammatoria. La riduzione dell’ansia può favorire la guarigione e ridurre la risposta infiammatoria.
RispondiEliminaDai uno sguardo a questi link:
- Consigli contro l’Ansia
- Tecniche di rilassamento (tra cui il Training Autogeno e la Meditazione)
- E' la lentezza il segreto della felicità
- La “Medicina” per il Buon Umore (come integrare la serotonina naturalmente)
- Downshifting - Lavorare di meno e Vivere di più
Sempre più studi, anche se non tutti di buona fattura, riconoscono un potenziale effetto benefico della meditazione, dello yoga e delle arti marziali nella biologia dell’infiammazione e del sistema immunitario.
EliminaAlcuni lavori hanno riscontrato che i meditatori hanno più bassi livelli plasmatici di citochine infiammatorie e una ridotta risposta infiammatoria a stimoli irritativi, quali l’applicazione di una crema alla capsaicina sulla pelle.
Uno studio che ha confrontato un gruppo di meditatori esperti misurando l’espressione genica dopo otto ore di meditazione con un gruppo di controllo reduce da otto ore di rilassamento ha riscontrato differenze importanti nella regolazione del genoma. Alcuni geni dell’infiammazione, gli stessi su cui si agisce con farmaci antinfiammatori, erano per esempio disattivati nei globuli bianchi dei meditatori.
Tratto da “La Grande Via” di Franco Berrino e Luigi Fontana
Uno studio su meditatori esperti confrontati con persone che non avevano mai meditato ha mostrato che 8 ore di meditazione mindfulness, confrontate con 8 ore di attività ricreative, modificano l’acetilazione degli istoni e riducono l’espressione di geni dell’infiammazione (COX 2 e RIPK 2).
EliminaUn altro studio ha confrontato 45 persone che avevano praticato 12 minuti al giorno di meditazione Kirtan Kriya per 8 settimane con 39 persone che ascoltavano musica rilassante riscontrando, nei meditatori, 19 geni sovraespressi (fra cui IRF1, antinfiammatorio) e 49 geni inibiti (fra cui NF-KB e varie citochine infiammatorie).
16 praticanti di yoga Iyengar per 12 settimane hanno visto ridursi l’espressione di NF-KB e aumentare l’espressione dei recettori per il cortisolo (ormone antinfiammatorio) rispetto a un gruppo di controllo di 15 persone che nello stesso periodo seguiva lezioni di educazione sanitaria.
La pratica dello yoga, nel volgere di poche settimane, modifica l’espressione di molte decine di geni, riducendo in particolare l’attività dei geni dell’infiammazione e aumentando l’attività di geni che codificano le proteine che ci difendono dallo stress ossidativo.
Tratto da: Ventuno giorni per rinascere - Il percorso che ringiovanisce corpo e mente - di Franco Berrino
Un esempio di piano alimentare antinfiammatorio dovrà apportare giornalmente:
RispondiElimina✓ 5 porzioni tra frutta e verdura con elevato potere antiossidante (es. frutti di bosco, prugne rosse, spinaci, broccoli...)
✓ 2 porzioni di bevande calde come caffè, te e cioccolata
✓ 1 porzione di 200 ml di un drink come spremuta d'arancia, mix di succhi (arancia, carota, limone) etc.
✓ 1-2 bicchieri di vino rosso
✓ Olio extra vergine d'oliva
Palmitoiletanolamide (PEA) è una sostanza prodotta dal corpo umano, con proprietà analgesiche ed antinfiammatorie.
RispondiEliminaPEA in sostanza ha una funzione di protezione delle cellule, ripristina il loro l’equilibrio, le ripara da eventuali danni, riduce il dolore cronico e le infiammazioni.
PEA è disponibile come integratore alimentare in varie forme: Pelvilen, Normast, PeaVera, PeaPure, Palmidrol...
Ad esempio:
Pelvilen Dual Act. Assumere per 2 mesi una bustina sublinguale 2 volte al giorno dopo i pasti.
Trascorsi i 2 mesi sostituirlo con Pelvilen forte. Assumere 1 compressa 2 volte al giorno dopo i pasti.
Il succo di melograno ha ottime proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
RispondiEliminaAlla rabbia (ira) persistente è associata una risposta infiammatoria prolungata da parte dell’organismo, con il probabile sviluppo di ulteriori sintomi somatici.
RispondiEliminaLeggi: Consigli contro la Rabbia (Ira)
Secondo uno studio dell'università di Yale il cibo (in particolare la zuppa di pollo) è di aiuto nel caso di un'influenza, un raffreddore o un'altra infezione virale.
RispondiEliminaInvece per le infezioni batteriche, il digiuno è una scelta migliore che aumenta le probabilità di guarigione.
Al posto del digiuno assoluto, potresti provare la Dieta Mima-Digiuno.
Nel caso di infezione batterica c'è una grande produzione di radicali liberi, molecole molto dannose per l'organismo, che è contrastata dal digiuno.
I virus non danno invece questo effetto e quindi il corpo 'richiede' cibo per riguadagnare forza e combattere l'infezione.
Crema di Magnesio
RispondiEliminaL’applicazione transdermica del magnesio, ovvero l’assorbimento attraverso la pelle, è in grado di:
• Disintossicare le cellule
• Diminuire l’infiammazione (ottimo per artrite)
• Abbassare la pressione alta
• Sciogliere i dolori e contratture muscolari
• Rafforzare ossa e cartilagini
• Migliorare le funzioni cognitive
• Far passare mal di testa ed emicrania
• Migliora il sonno
• Rafforza il cuore
• Allontana lo stress e l’ansia
• Ringiovanisce la pelle
La carenza di magnesio è un epidemia globale per tre motivi principalmente:
• Zucchero e farine raffinate “bruciano” magnesio per essere digerite
• Stress, ormai diffusissimo, “brucia” le scorte di magnesio
• Frutta e verdura sono ogni stagione più povere di magnesio a causa dell’agricoltura intensiva che usa fertilizzanti chimici e non effettua la rotazione dei terreni
L’assorbimento di integratori di magnesio via orale è un ottimo modo per sopperire a questa mancanza, ma se vogliamo agire in parti specifiche del corpo o attraverso la via orale non abbiamo avuto grandi miglioramenti allora la vita cutanea è la soluzione migliore perché l’assorbimento è assicurato. Infatti se il nostro intestino è intasato avremmo problemi ad assorbire il magnesio, mentre spalmandolo sulla pelle sarà assorbito.
Il Dr. Mark Sircus in uno studio sull’applicazione transdermica di una soluzione di cloruro di magnesio al 31%, ha trovato che dopo il trattamento di 12 settimane, l’89% dei soggetti ha aumentato i livelli di magnesio cellulare, con un aumento medio del 59,7%! Secondo il medico americano, risultati equivalenti si ottengono tra i 9 ei 24 mesi attraverso gli integratori orali, quindi il risultato è abbastanza impressionante!
Inoltre, i pazienti hanno mostrato un miglioramento del loro rapporto calcio / magnesio; e il 78% ha dimostrato significativa evidenza di disintossicazione di metalli pesanti durante il trattamento.
Inoltre chi ha dolori, infiammazioni, problemi alle articolazioni, artrite o anche dolori post-allenamento dovrebbe sfruttare assolutamente l’applicazione topica di magnesio per avere dei risultati immediati. E’ infatti il modo più efficiente per fornire il minerale essenziale nel luogo del dolore, in modo che possa rapidamente alleviare i dolori muscolari, crampi e la stanchezza; ridurre l’infiammazione; e favorire la rigenerazione dei tessuti.
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Come fare la Crema di Magnesio
RispondiEliminaIngredienti
1/2 tazza di cloruro di magnesio
3 cucchiai di acqua bollente
1/4 tazza di olio di cocco vergine biologico
2 cucchiai di cera emulsionante oppure di cera d’api
3 cucchiai di burro di karité
10-20 gocce di olio essenziale a scelta (opzionale)
Mescolare i fiocchi di magnesio con l’acqua bollente fino a completa dissoluzione. Lasciare raffreddare.
A bagnomaria (o una pentola più piccola all’interno di una grande pentola piena a metà di acqua calda), mescolare l’olio di cocco, la cera e il burro di karité a fuoco medio-basso fino a quando sono perfettamente amalgamati. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare a temperatura ambiente.
Versare sia il composto oleoso che il magnesio liquido in una ciotola. Lentamente mescolare delicatamente con un frullatore ad immersione. Se si vuole mettere degli oli essenziali, aggiungerli alla miscela ora.
Una volta amalgamato, lasciare la crema a raffreddare per qualche ora e poi mescolare ancora fino a raggiungere uno spessore e consistenza cremosa.
Poiché questa lozione non contiene conservanti, è meglio conservarla in frigorifero o in altro luogo fresco e buio per un massimo di due mesi.
Modo d’uso
Inizia lentamente con questa crema applicando non più di un cucchiaino al giorno applicato dove preferisci
• sulle ovaie se hai problemi mestruali
• sui muscoli doloranti
• sulle articolazioni infiammate
• sullo stomaco per dormire meglio
• sulla parte bassa della schiena per i reni
• sul nervo sciatico in caso di sciatalgia
• sul viso per un effetto ringiovanente
• sul collo e le spalle in caso di cervicale
• sui piedi e mani qualora fossero doloranti
Lascia che assorbire la crema sulla pelle per almeno 20 o 30 minuti dato che la terapia transdermica di magnesio richiede questo periodo di tempo per l’assorbimento.
Una volta che il tuo corpo si è adattato a un afflusso di magnesio supplementare puoi aumentare la dose giornaliera. Se i disturbi scompaiono puoi mantenere la dose di 1 cucchiaino al giorno o ogni 2-3 giorni come mantenimento.
Il costo di questa crema è praticamente irrisorio e una volta presi gli ingredienti possiamo farne a volontà ogni volta che ne abbiamo bisogno.
La Dieta Mima-Digiuno (DMD) consente anche una riduzione del 50% del CPR (livello infiammazione del corpo).
RispondiEliminaLa malva (Malva sylvestris) è una pianta con proprietà emollienti e antinfiammatorie.
RispondiEliminaDecotto: 1 cucchiaio raso foglie e fiori di malva, 1 tazza d’acqua
Versare le foglie e i fiori nell’acqua fredda. Accendere il fuoco e portare a ebollizione. Far bollire ancora qualche minuto, spegnere il fuoco, coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berlo al momento del bisogno.
Il digiuno terapeutico pare sia molto efficace per ogni tipo di patologia.
RispondiEliminaSe non riesci a stare a stomaco vuoto, quando hai un problema di salute, prova almeno una dieta alcalina crudista che è più sopportabile rispetto al digiuno:
- adotta una dieta 100% alimenti alcalinizzanti, inclusa acqua alcalina
- digiuna almeno una volta a settimana, bevendo acqua alcalina e succhi, preparati da te, di frutta e di ortaggi (specie quelli verdi)
- abbina anche tante preghiere e molta meditazione per ritrovare nuovamente il tuo equilibrio
- successivamente adotta comunque una dieta 80% alimenti alcalinizzanti e 20% acidificanti
Per approfondire:
- Digiuno Terapeutico
- Dieta Alcalina Crudista
NB Prima di adottare uno di questi regimi dietetici, dovrai consultare un medico.
Per ridurre lo stato infiammatorio cronico subclinico che favorisce queste patologie è utile ridurre l'introito di calorie totali, riducendo in particolare i cibi che favoriscono l'infiammazione.
EliminaUn breve periodo di digiuno era prescritto comunemente dai medici delle generazioni pretecnologiche per contrastare l'infiammazione.
Rame Colloidale
RispondiEliminaIl rame è utile per alleviare artrite, artrosi, reumatismi e disturbi infiammatori.
Il rame è richiesto per la creazione delle sinapsi e la formazione e il mantenimento della mielina, lo strato protettivo che copre i neuroni.
Effetti diretti del rame colloidale includono l’arricchimento del minerale nel sangue, la pulizia di arterie e vene e una stimolazione generale del sistema circolatorio.
Importante utilizzare un rame colloidale puro in particelle ed evitare rame ad alta concentrazione di ioni.
Il rame colloidale è una sostanza naturale, priva di sostanza chimiche, senza nessun altro additivo chimico aggiunto.
Il rame colloidale è privo di controindicazioni, si consiglia di non assumerlo in caso di allergia ai suoi componenti.
La concentrazione ideale per il rame colloidale, così come per l’argento, è 10 ppm (parti per milione) e, a seconda delle problematiche che si vogliono contrastare, si utilizza in ragione di un dosaggio tra i 4 ed i 10 ml al giorno ripartendolo nell’arco della giornata il più possibile, fino a finire il falcone. Da ripetere 1 volta a stagione.
Inoltre, nei casi di artrosi e artriti, va spruzzato direttamente anche sulle parti doloranti. Il beneficio sarà veloce e continuativo.
Ricordiamo che un tempo alcune persone indossavano rame ai polsi o alle caviglie per assorbire il rame nel corpo. Il rame colloidale originale è circa 40 volte più forte e circa 400 volte più fine in micron.
E’ un fatto accertato che la perdita di peso, ma soprattutto la riduzione della circonferenza vita, diminuiscono l’infiammazione sistemica.
RispondiEliminaAlcuni preliminari dati scientifici suggeriscono che i cereali integrali, i legumi, le verdure e la frutta, con poche eccezioni, contribuiscano a ridurre lo stato infiammatorio cronico.
RispondiEliminaSembrerebbero avere particolari effetti antinfiammatori l’orzo, i grani antichi non industrialmente raffinati e il riso integrale, che contiene specifiche sostanze (assenti nel riso bianco) – specialmente il polifenolo tricina – in grado di contrastare la sintesi di prostaglandine infiammatorie e di leucotrieni.
La cosa straordinaria è che recenti lavori scientifici hanno dimostrato come la riduzione volontaria della frequenza respiratoria, per esempio dalle normali 12-16 a 5-6 respirazioni per minuto, induce profonde modificazioni fisiologiche nel nostro organismo. Non solo miglioriamo l’ossigenazione del sangue, ma attiviamo potentemente il sistema vagale (parasimpatico) e inibiamo quello catecolaminergico (simpatico). Il sistema nervoso simpatico e parasimpatico sono formati da un insieme di neuroni e fibre che innervano gli organi interni e le ghiandole, controllando le cosiddette funzioni vegetative, ossia quelle che solitamente sono al di fuori del controllo volontario. Per esempio, la stimolazione del sistema simpatico in risposta a un pericolo imminente (un cane che abbaia inferocito) causa tachicardia, vasocostrizione, broncodilatazione, costrizione degli sfinteri e dilatazione delle pupille. L’organismo, in pratica, si prepara per lottare o fuggire. Al contrario, quando siamo tranquilli e sereni prevale il sistema parasimpatico, che attraverso il nervo vago induce una riduzione della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, aumenta la secrezione salivare, dei succhi gastrici e della bile, la motilità intestinale e la dilatazione dei vasi sanguigni dei genitali e delle ghiandole dell’apparato digerente.
RispondiEliminaNon solo: è stato anche scientificamente dimostrato che la stimolazione del sistema parasimpatico mediante la respirazione lenta e profonda inibisce l’infiammazione e aumenta la sensibilità cardiaca al baroriflesso, il riflesso che modifica l’attività cardiaca all’aumentare o al diminuire della pressione arteriosa. 14,15 Una ridotta sensibilità cardiaca al baroriflesso è un potente indicatore di rischio di mortalità cardiovascolare dopo un infarto del miocardio anche in pazienti con una funzione ventricolare sinistra normale.
Quando eseguiamo le posizioni di rilassamento e meditazione concentriamoci prevalentemente sulla respirazione. Eseguendo con calma cicli d’inspirazione ed espirazione, si riesce in poco tempo ad abbassare la frequenza respiratoria a 4 o 3 respirazioni al minuto, cosa che stimola profondamente il sistema parasimpatico.
Tratto da “La Grande Via” di Franco Berrino e Luigi Fontana
Si è visto che la presenza cronica di batteri sulle superfici dentali induce infiammazione locale e attivazione del sistema immunitario, che inizierà a produrre sostanze infiammatorie.
RispondiEliminaQueste molecole infiammatorie penetrano nei vasi sanguigni ed entrano in circolo causando un’infiammazione sistemica, con aumento delle proteina C-reattiva, il marcatore d’infiammazione che normalmente il medico di famiglia ci fa misurare.
A riprova dell’importanza della gengivite e periodontite nel causare infiammazione sistemica, diversi lavori hanno dimostrato che la rimozione meccanica del tartaro riduce in maniera significativa i valori di proteina C-reattiva.
L’infiammazione sistemica è inoltre un potente fattore di rischio per lo sviluppo di placche aterosclerotiche. In un recente studio prospettico si è visto che la presenza di periodontite aumenta del 50% il rischio d’infarto del miocardio, indipendentemente dalla presenza di altri fattori di rischio come l’abitudine al fumo e il diabete mellito.
Tratto da “La Grande Via” di Franco Berrino e Luigi Fontana
I principi attivi del tè verde hanno proprietà antinfiammatorie... e anche tante altre!
RispondiEliminaNon zuccherare e non aggiungere limone. Inoltre fare un'infusione lunga: 10-15 minuti.
NB è bene non berlo a digiuno o alla sera prima di coricarsi, perchè contiene caffeina
Dal cacao un aiuto contro il mal di testa
RispondiEliminaLa via più naturale, e gustosa, per sconfiggere il mal di testa. E non solo.
Il cacao puro al 100%, amaro, ha il potere di lenire le cefalee e di agire come antinfiammatorio.
Un po’ di cacao, circa 20 grammi al giorno, favorisce anche una corretta circolazione del sangue e un adeguato flusso ematico nel cervello, mettendo così al riparo da rischi di ipertensione e ictus.
Merito soprattutto dell’epicatechina, un flavonoide considerato fondamentale anche come antinvecchiamento.
Per avere un'idea di quanto ne serve basti pensare che 20 grammi corrispondono a un paio di cucchiaini (70 calorie circa) nel latte del mattino.
Va detto poi che il cacao è anche fonte di vitamine e minerali: è ricco soprattutto delle vitamine del gruppo B come la tiamina (B1), la riboflavina (B2) e la niacina (B3). Presente anche acido folico.
Tra i sali minerali, i più abbondanti sono magnesio, fosforo, ferro, zinco e potassio.
Attenzione, però: l’azione di repressione delle risposte infiammatorie nel cervello vale soltanto per il cacao e non per i suoi derivati, per esempio il cioccolato che al contrario può considerarsi tra gli alimenti scatenanti il mal di testa.
Come scegliere il cacao? Innanzitutto, deve essere amaro. Lo zucchero si può certo aggiungere, ma val la pena di cercare di diminuire progressivamente le dosi, a vantaggio della linea e per cominciare a gustare i sapori naturali degli alimenti.
Evitiamo, se è il mal di testa che si intende far passare, i prodotti industriali per preparare la classica cioccolata in tazza.
Il probiotico di latte fermentato, che si trova nel banco frigo del supermercato, oltre ad essere antinfiammatorio è, per l'intestino, anche antiossidante.
RispondiEliminaTutto ciò, grazie a un batterio 'buono', il Lactobacillus casei Shirota.
La novità è l'effetto antiossidante del Lactobacillus casei Shirota, del quale già era stato notato l'effetto antinfiammatorio.
Il probiotico, infatti, interagisce con la cellula dell'intestino che, se si trova sotto stress, viene protetta.
Cibi per ridurre l’infiammazione:
RispondiElimina• Riso integrale
• Alliacee (aglio, cipolla, scalogno, cipollotto, porri…)
• Melograno
• Semi di lino (omega 3)
• Curcuma
• Zenzero
Tratto da: La Rivoluzione Delle Forchette - L'ABC del Mangiar Sano e Naturale
(T. Colin Campbell, Caldwell B. Esselstyn, Franco Berrino, Michela De Petris, Michele Riefoli)
Per avere notizie aggiornate su una determinata malattia, cercala su Google News:
RispondiEliminahttps://news.google.it
Esegui inoltre la stessa ricerca, indicando però il nome della malattia in Inglese, per avere notizie aggiornate da tutto il mondo.
Google offre anche un ottimo strumento per ricevere automaticamente via email le notizie aggiornate sulle keyword indicate.
Questo servizio di avviso automatico si chiama Google Alerts:
https://www.google.it/alerts
Controlla anche se ci sono Studi Clinici (nuove sperimentazioni) su questo sito:
Eliminahttps://www.clinicaltrials.gov
L’acqua fredda ha un effetto antinfiammatorio.
RispondiEliminaPotrebbe essere un consiglio utile per la doccia, le bevande… ma senza esagerare con la temperatura (specie per le bevande)
Peperoncino, chi lo mangia vive più a lungo e con cuore sano
RispondiEliminaChi lo consuma può vivere più a lungo e avere un rischio significativamente ridotto di morire di malattie cardiovascolari o cancro.
Studi precedenti hanno scoperto che mangiare peperoncino ha un effetto antinfiammatorio, antiossidante, antitumorale e di regolazione del glucosio nel sangue dovuto alla capsaicina, che conferisce al peperoncino l'intensità quando viene mangiato. [ANSA]
Ridurre la circonferenza addominale
RispondiEliminaAll'obesità addominale viene correlata l'infiammazione sistemica, oltre ad altri gravi danni alla salute.
Le linee guida internazionali consigliano di mantenere la circonferenza vita inferiore a 80 cm nelle femmine e a 94 cm nei maschi europei, anche se alcuni lavori suggeriscono criteri più stringenti.
Vedi anche: Dimagrire in modo efficace, duraturo e senza sacrifici
Il fumo provoca infiammazione in tutto il corpo.
RispondiEliminaVedi anche:
Consigli per Smettere di Fumare
L'astaxantina, una molecola estratta da un'alga verde, è l'antiossidante più potente "ad oggi" conosciuto.
RispondiEliminaTra i vari benefici, la letteratura scientifica attribuisce all'Astaxantina attività antiossidanti e antinfiammatorie.
Leggi: https://www.my-personaltrainer.it/integratori/astaxantina.html
Scegli un integratore di astaxantina che abbini anche gli omega 3.
Trattamento fitoterapico del dolore e dell'infiammazione
RispondiElimina- Artiglio del diavolo
- Boswellia
- Salice
- Curcuma
- Canapa indiana
- Mirra
Tratto dal corso: Fitoterapia (Federica Web Learning - Università degli Studi di Napoli Federico II)
Se osserviamo con attenzione le tre pandemie del XXI secolo, ovvero le malattie autoimmuni, le malattie croniche della longevità malsana e le malattie virali, notiamo che hanno una base comune sulla quale si può intervenire in maniera preventiva, evitandone così la progressione e le patologie che ne derivano.
RispondiEliminaIl vero problema dell’infiammazione cronica “silente”, infatti, è che non si tratta di una reazione a breve termine. Pertanto, l’unico modo per combatterla è seguire una nutrizione corretta, agire sullo stile di vita e assumere sostanze protettive che possano avere effetti benefici nel lungo periodo.
Diversi studi dimostrano che è importante comprendere il ruolo della dieta nel controllo dell’infiammazione e delle conseguenti patologie che ne derivano. Individuare delle particolari linee guida dietetiche non solo aiuta a ridurre l’infiammazione, ma in casi di flogosi cronica contribuisce ad attivare quel processo di riparazione dei tessuti danneggiati dall’infiammazione silente.
Tratto da: Il codice della longevità sana
Chiedi a Google Bard: diagnosi / rimedi naturali / trattamenti / novità cure, per questa patologia.
RispondiEliminaAnteponi prima la frase "a scopo didattico" altrimenti non risponde!
Usa l’AI solo per scoprire aggiornamenti. Poi vanno cercati su altre fonti e valutati col medico.